La mia mente diventò un cumulo di incertezze e ogni singolo pensiero che balzava, che fosse anche soltanto una semplice domanda, non faceva altro che peggiorare il mio stato ansioso. Tutto era così sbagliato: la persona, il tempismo, l'amore che provavo.
Quell'amore mi catturò e mi intrappolò nella sua rete a maglia stretta e non mi lasciò più andare.
Mi continuavo a chiedere come fosse possibile aver incontrato proprio lei in un mondo così grande e con infinite possibilità di incontri."Vorrà dire qualcosa se ti ho incontrata?"
Nonostante sembrò che qualcosa fra me e lei fosse cambiato, i miei sentimenti continuarono ad imporsi insistentemente nel mio petto. Ripresi a cercare il suo sguardo e, quando entrambi si incrociavano, cominciava una danza tra essi come se fossimo in un luogo di assoluto silenzio e pace e le sue parole diventassero la melodia sulla quale ballare.
Le opere di Dante facevano da sfondo ai miei pensieri e sognavo di amarla liberamente, di rivelarmi e di confessarle i miei sentimenti:
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona".
Michela si accorse che qualcosa tra me e la professoressa fosse diverso perché mi vedeva particolarmente giù di morale ma non mi disse niente perché aveva già architettato qualcosa. Le vacanze di Natale erano quasi alle porte e, stavamo per ritornare nella nostra aula dopo aver trascorso la ricreazione passeggiando tra i corridoi.
Michela, prima di entrare in classe, mi chiese di farle compagnia fuori perché doveva chiedere alla professoressa di non interrogarla ed io accettai.«Prooof» urlò Michela per attirare l'attenzione della professoressa di Francesca che aveva appena girato l'angolo.
«Michela, dimmi. Cos'hai combinato stavolta?»
«No no, niente prof. Soltanto... le volevo chiedere se oggi potesse non interrogarmi. Ieri non ho studiato e non voglio prendere un brutto voto proprio prima delle vacanze»
«Ma come non hai studiato!? È da una settimana che ti dico che oggi ti avrei interrogata»
«Mi scusi, prof. Le prometto che domani verrò come volontaria. Promesso, promesso, promesso!» le disse cercando di convincerla.
Rimasi per cercare di supportare Michela con l'intento di restare in disparte e, soprattutto, senza intromettermi nella discussione.
«Chiara, tu che dici?» mi chiese la professoressa, prendendomi alla sprovvista.
«Ehm... io...non lo so... sono di parte: Michela è mia amica» dissi tentennando.
«Sì, certo. Sei, però, una persona molto riflessiva e so che puoi darmi la tua opinione in modo obbiettivo»
«No, mi dispiace. Stavolta non posso perché non voglio far vincere la ragione sui sentimenti. Michela è mia amica e io tifo per lei. Spero lei capisca»
«Oltre ad essere riflessiva, sei davvero una ragazza dolce e leale! E, quanto a te...per stavolta voglio essere buona perché il Natale è alle porte e perché Chiara mi ha convinta»
«Grazie, grazie, grazie, prof. Lei è un angelo e le prometto che non se ne pentirà. Sapevo che Chiara sarebbe stata la mia arma segreta» disse ridendo e mettendomi in imbarazzo più di quanto non avesse già fatto.
«Voglio proprio vedere se manterrai la tua promessa domani»
«Sì, lo farò: una promessa è una promessa. E per farmi perdonare le voglio offrire una cioccolata calda»

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Vuoti di cuore
RomansaQuesta che sto per raccontarvi è una storia vera: la mia. Ciao, sono Chiara e ho passato gli ultimi tre anni del liceo travolta da un'amore impossibile: quello per la mia insegnante. I suoi atteggiamenti, molte volte ambigui, mi hanno fatto perder...