14.

2.5K 124 51
                                        

Christian si svegliò con un mal di testa lancinante. Quando tentò di alzarsi dal letto si sentì morire per il dolore e così decise di ributtarsi sotto le coperte.

Inviò un messaggio sul gruppo di Whatsapp del corso di hip hop scrivendo che stava male e non sarebbe potuto andare a lezione, quindi spense il telefono e si ricacciò al buio del suo letto.

Anche se stava da schifo, però, non riuscì ad addormentarsi, e finì per ripensare a quello che era successo la sera prima.

Dopo la litigata con Mattia nello spogliatoio aveva deciso che non voleva più avere a che fare con le stronzate che il biondo aveva da dirgli e se n'era andato al bar, lasciandolo da solo. Anche se era furioso con lui, però, si assicurò che Serena rimanesse ad attenderlo prima di partire con Alexia verso il bar.

Fingere che non gli importasse nulla di lui sembrava un buon metodo per allontanarlo, ma quando era arrivato al locale, la sorella gli annunciò che Serena era andata con il biondo al suo appartamento e che presto li avrebbero raggiunti.

"Che culo!" sbuffò, dirigendosi di filato al bancone. Ordinò un gin lemon e un attimo dopo si pentì di averlo fatto. Innanzitutto, Christian di solito non beveva, e poi, in secondo piano, non conosceva i drink perciò era stato costretto a prendere l'unico alcolico avesse mai bevuto, peraltro quello che gli ricordava Mattia più di qualunque altra cosa.

Certo, avrebbe benissimo potuto ordinare un normalissimo tè alla pesca come faceva sempre, ma questo avrebbe significato essere sobrio e attento quando l'altro sarebbe arrivato.

E non aveva alcuna intenzione di farsi trovare pronto a proseguire la discussione di poco prima. Di quello che il biondino e Nunzio – che nome di merda – facevano, a lui non fregava niente di niente.

Se lo ripeté diverse volte, mentre ordinava il secondo gin lemon.

Quando Mattia arrivò stava ormai per finire il terzo drink, mentre tirava Carola sul tavolo, per ballare la coreografia che avevano preparato per l'audizione come crew di una band, dove poi non erano nemmeno stati presi.

Quando aveva baciato Mattia a stampo, dopo essere sceso dal tavolo, non ci fece neppure caso. A pensarci ora, forse la cazzata era iniziata da lì. Se non fosse così libertino da ubriaco, non si sarebbe mai sognato di sfiorare l'amico in quel modo.

Alla fine, però, quando se n'erano andati – non molto dopo, visto che Carola era stata portata via in braccio da Luigi e nessun altro aveva voglia di ballare con lui – Christian si rese conto che non avrebbe mai potuto dormire, mentre stava con il pensiero fisso su Mattia.

Si era quindi diretto alla scuola di danza con l'idea di ballare fino a sfinirsi, per sudare fuori dal corpo tutto quell'alcol; ma aveva fatto l'errore di entrare nell'aula dove Mattia insegnava tutti i giorni latino.

Aveva sfiorato con leggerezza tutto quello che conteneva, dallo stereo, allo specchio alla parete. Aveva trovato il quaderno con le basi su cui studiavano i ragazzi del corso e aveva scelto una traccia che sembrava ricordargli il biondino più delle altre.

Il tango che era partito lo aveva risvegliato di colpo. Era corso nella sua aula e aveva indossato la camicia rosso fuoco con cui aveva ballato Svalutation, in qualche occasione che non riusciva a ricordare.

Era tornato nella sala di Mattia e aveva chiuso la porta. Con la musica a palla si era lasciato andare alla musica, creando una coreografia dal nulla, sulla base dei suoi soli sentimenti.

Ma cosa provava veramente?

Pensare a Mattia gli faceva stringere il cuore. Aveva quel sorriso, il piccoletto, che lo inebetiva. Era dolce, di una dolcezza quasi angelica, ed era puro, fino allo snervo, quando gli chiedeva spiegazione e aiuto per ogni cosa. Ma era anche fuoco, vivo e selvaggio. Gli era bastato vederlo ballare una volta per rendersi conto che non avrebbe voluto perderselo mai più. Voleva essere ovunque lui andasse, vederlo muovere con quelle gambe, quel corpo sinuoso, quella schiena.

Sotto il cielo di BergamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora