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Mentre le mani di Nunzio tiravano i capelli di Mattia, la sua bocca avvolgeva quella del biondo.

Le mani di Mattia stringevano la presa sulla schiena dell'altro ragazzo, tirando la maglietta come per aggrapparsi. Gli occhi del biondo si riempirono di lacrime.

Quando l'aria iniziò a mancare ad entrambi si staccarono, rimanendo però avvinghiati, guardandosi l'un l'altro. Nunzio baciò le lacrime di Mattia, avvolgendolo in un abbraccio.

"Mi dispiace, te lo giuro. Non avevo nessuna intenzione di farti del male" la voce di Nunzio era rotta, preda anch'essa dall'emozione. Mattia si aggrappò con più forza al corpo del riccio, tirandolo a sé.

"Sei stato uno stronzo" gli disse.

Non si era davvero reso conto di quanto gli era mancato finché non se l'era ritrovato davanti. Mentre appoggiava la fronte su quella del ragazzo però, l'immagine che si trovò davanti non era quella di Nunzio, bensì quella di Christian che a bassa voce lo intimava.

Se vuoi che mi fermi devi dirmelo ora.

Scacciò l'immagine immediatamente, per due motivi piuttosto chiari. Innanzitutto, era stato tutto uno scherzo di cattivo gusto, quello di Christian, anche perché aveva appena baciato Serena; e poi perché quello che teneva tra le braccia non era Christian e soprattutto non era un estraneo.

"Sono stato peggio che stronzo. Mi dispiace, piccolo. Mi sei mancato da far schifo" Nunzio passava le mani sul viso di Mattia, pulendogli lo sguardo dalle lacrime. Sistemò i capelli del biondo e continuò a dargli tanti piccoli baci sulle labbra, sulla punta del naso, ovunque.

Mattia chiuse gli occhi e si lasciò baciare. Era scappato via per colpa sua e ora lui era lì, a Bergamo, distante da casa e dalla palestra di danza. Solo per lui. Se era un sogno sperava che nessuno si permettesse di svegliarlo.

Quando si decisero a tornare verso l'uscita Anna era lì davanti che li aspettava. Appena se ne accorse Mattia staccò la mano da quella di Nunzio e raggiunse la donna.

"Ma che ci fai qui? Eravamo d'accordo che mi sarei arrangiato per il ritorno!" Mattia era sorpreso che fosse ancora lì. Anna guardò il ragazzo riccio che stava dietro Mattia.

"Sì, mi rendo conto che speravi che nessuno si accorgesse di niente, ma io sono una madre. Riconosco quando un figlio sta mentendo" lo guardò di sottecchi. "E non ti preoccupare: a me non interessa niente di chi ami. Ti ho scelto per la tua danza e per la persona che sei" gli sorrise, facendogli capire di aver già intuito tutto.

"Sono un libro aperto, vero?" Mattia si passò le mani tra i capelli, vergognandosi.

"Solo se uno si sofferma sui dettagli" gli sorrise, salendo in macchina, e attendendo che Nunzio e Mattia la seguissero, dopo aver riposto i bagagli.

"Però Anna, per favore non dire niente a Christian di questa cosa" sottolineò, passandosi le mani sul viso. "Ho paura che lui non veda di buon occhio, quelli come me" Nunzio salì in macchina qualche secondo dopo e Anna si trincerò in un silenzio d'assenso, mentre accendeva lo stereo.

Si sarebbe fatta i fatti suoi, si disse uscendo dal parcheggio dell'aeroporto diretti a casa.

Christian, Serena e Alexia rientrarono verso sera, progettando di festeggiare il successo della gara con gli amici al solito bar. Christian chiamò Mattia perché li raggiungesse, ma lui svincolò, ricordandogli che non era solo e che il suo amico aveva bisogno di riposare dopo il viaggio della mattina.

"Ah già, è vero. Mi ero dimenticato di lui" ridacchiò il moro, come scusandosi. "Va bene, Matti, ci vediamo domani a lezione allora. Buonanotte" lo salutò riagganciando.

Sotto il cielo di BergamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora