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Il giorno seguente Christian e Mattia si svegliarono intirizziti per le orrende posizioni in cui avevano finito entrambi per dormire. Il fatto di essere in letti diversi, in luoghi diversi, poi, non aiutava nessuno dei due, abituati com'erano ormai a svegliarsi l'uno tra le braccia dell'altro, scambiandosi baci e tenere effusioni.

Christian si alzò gemendo per il mal di schiena e si cacciò in doccia.

Mattia mosse appena qualche muscolo, mentre Nunzio si scostava da lui quel tanto che gli consentì di alzarsi e andare in bagno a pisciare. Si lavò le mani e si guardò allo specchio, dove notò il succhiotto che la sera prima Nunzio era riuscito a lasciargli prima che venisse chiarito una volta per tutte che lui era innamorato di Christian e che non intendeva tradirlo per niente al mondo.

Si chiese come avrebbe fatto a spiegarlo al moro, ma contò di trovare una soluzione prima di allora.

Quando tornò in camera trovò il riccio sveglio, appoggiato al letto ad attenderlo.

"Facciamo colazione?" gli chiese, vedendolo rientrare in stanza e Mattia annuì, mentre cercava la sua roba per rivestirsi.

"Dopo ci conviene andare direttamente in palestra, comunque, perché è veramente tardi" Nunzio controllò sul telefono l'ora, mentre Mattia realizzava che doveva chiamare Christian e spiegargli l'accaduto prima di andare ad allenarsi.

Recuperò il telefono dal giubbotto in salotto, ma lo trovò completamente scarico. Quando chiese a Nunzio di poterlo caricare scoprì che il riccio non aveva lo stesso telefono e quindi non poteva metterlo in carica. Si diede dell'imbecille per non aver mai sentito l'esigenza di imparare a memoria il numero di Christian.

Mentre si rivestiva pensava a come avrebbe potuto far arrivare un messaggio al suo ragazzo per dirgli che stava bene e che non l'aveva tradito e che lo amava ancora, e moltissimo.

Intanto Nunzio aveva afferrato le chiavi dell'appartamento e stava infilando il giubbino, aspettandolo vicino all'uscita.

Si incamminarono verso la palestra dove si sarebbero allenati, per essere certi che almeno non avrebbero dovuto fare le corse se si fossero attardati a fare colazione.

Intanto, altrove, un ragazzo moro e ricciolino usciva dalla doccia, e si asciugava i capelli con delle frizioni decisamente troppo decise. Era arrabbiato con sé stesso e con Mattia per non avergli nemmeno scritto un messaggio, qualunque cosa che lo facesse stare più tranquillo.

Che gli mancava, che lo aveva pensato tutta la notte.

Che non aveva fatto l'amore con un altro.

Sbuffò, lanciando definitivamente l'asciugamano sul pavimento del bagno. Si vestì in fretta e raccolse il telefono, mentre usciva in direzione della palestra dove sapeva che avrebbe sicuramente trovato il biondo.

E stava camminando, ormai quasi arrivato, quando si accorse delle due figure ridanciane che spuntavano dalla finestra del bar lì accanto.

Nunzio sistemava i capelli di Mattia, mentre l'altro addentava un cornetto, sporcandosi di cioccolato. Meno male che il riccio aveva già la mano sulla sua bocca, così gliela poté togliere e leccarsela dal dito, mentre l'altro abbassava lo sguardo imbarazzato.

Christian si bloccò a guardare quella scena, dall'altro lato della strada. Non stava accadendo seriamente no? Mattia che non si interessava a scrivergli, che non lo chiamava per dirgli di rivedersi. Nunzio che rideva toccandolo con così tanta intimità. Mattia che rideva seduto in quel bar con uno che non era lui.

Strinse le mani dentro il giubbino. Cosa avrebbe dovuto fare ora? Si sentì uno stupido per aver rifiutato Dario la sera prima, ma a dire la verità – anche se avesse voluto vendicarsi di quello che ora stava vedendo – Christian non sarebbe mai stato capace di farlo.

Sotto il cielo di BergamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora