35.

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La cena arrivò poco dopo che Mattia aveva lanciato quella provocazione a Christian, il quale – possibilmente – era entrato in un ulteriore stato di ansia perché no, non aveva mai davvero pensato all'eventualità che Mattia potesse diventare l'alfa della coppia, anche solo per una mezz'ora.

Era contento di fare l'amore con lui, amava il suo corpo, le sensazioni che gli dava; gli piaceva divorarlo con la bocca, ed essere divorato a sua volta. Gli piaceva il modo in cui gemeva sotto di lui.

Gli piaceva particolarmente graffiare la sua schiena, mentre se ne stava con le braccia appoggiate al muro e si sottometteva a lui, indifeso.

Non aveva però mai pensato che potesse essere lui la parte indifesa, quella che si sottometteva ai movimenti e alla volontà di Mattia. A dire il vero, però – viste le recenti esperienze e cambi di pensiero – non gli andava di ritenere impossibile che accadesse una cosa del genere.

Quello che lo preoccupava era capire se gli sarebbe piaciuto o meno.

Nel frattempo che rifletteva su tutto ciò quello stronzo del suo ragazzo fece una cosa davvero subdola. Con la mano prese un'ostrica e aiutandosi con la forchetta la staccò dalla conchiglia, quindi – occhi negli occhi con Christian – se la fece cadere in bocca, ingoiandola.

Il pomo d'Adamo si mosse, facendo fremere il corpo del moro, che rimase a bocca aperta.

"Tu vuoi veramente farmi morire" sibilò, mentre l'altro scoppiava a ridere.

"La tua faccia in questo momento mi fa impazzire" gli disse, mentre Christian tentava di ricomporsi.

"Prima il sushi e ora questo. Io non ci vengo più a mangiare pesce con te!" sbuffò, incrociando le braccia al petto.

E alla fine bastò la risata di Christian e i modi dolci di Mattia perché entrambi si rilassassero, passando davvero una serata bellissima, ognuno con la persona che più amava.

Quando venne il momento di pagare il conto, Mattia chiamò una delle ragazze perché glielo portasse e questa, quando li raggiunse con lo scontrino, rivolgendosi ad entrambi disse: "Siete davvero una coppia bellissima. Laggiù vi abbiamo osservato tutta la sera e vi invidiamo molto, perché un amore bello come il vostro, oggigiorno non si trova quasi più" e li lasciò lì, con un sorriso mentre entrambi si imbarazzavano fino alla punta delle orecchie.

"Che ne dici, torniamo a casa?" chiese Matti, mentre Christian annuiva. Si alzò, avvicinandosi al biondo, per sistemargli una ciocca di capelli, fissandolo negli occhi.

"Anche se per me è davvero difficile lasciarmi andare, so che – con te vicino – piano piano lo farò" gli disse, afferrandogli la mano. "Ma non ti bacerò in pubblico, perché è una cosa che odiavo fare anche quando credevo che mi piacessero solo le ragazze". Mattia accennò un sorriso.

"Non mi piace per niente che le persone si immischino nelle mie cose" sbuffò allora il moro e Mattia annuì, guardandolo.

"Ho capito, ho capito. A me basta che sia chiaro a tutti che tu sei solo mio" e, all'improvviso lo tirò a sé, baciandolo leggermente. Christian sussultò, ma ricambiò il bacio appoggiando di nuovo le labbra sulle sue. Quante altre volte quel ragazzino sarebbe stato capace di stravolgere la sua normalità?

"Solo per stavolta, biondino" ridacchiò, mentre si dirigevano all'uscita. La cameriera di poco prima li salutò e augurò loro buona serata.

Giungere a casa fu molto più difficile di quando ne erano usciti, perché Mattia non la smetteva di baciare e leccare il collo di Christian, mentre lui guidava. Le mani del biondo avevano aperto i bottoni dei pantaloni del moro e avevano tirato fuori la sua erezione, per giocarci un po'.

Sotto il cielo di BergamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora