30.

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Mattia guardava Christian mentre il moro, in silenzio e rivolto alla tv, mangiava la fetta di pizza che avevano ordinato poco prima. Stavano seduti sul divano a gambe incrociate, sul tavolino due scatole di pizza e le lattine di tè al limone.

Mentre il moro rideva di qualcosa che avevano detto in tv, lui addentava la sua fetta di pizza e non distoglieva lo sguardo da Christian, nemmeno per un solo istante.

La frase che quella mattina Dario aveva detto in sala lo tormentava ancora e non riusciva a darsi una spiegazione per quel comportamento. Insomma, se i due erano amici da una vita, Dario avrebbe dovuto essere contento che finalmente Christian si stesse aprendo un po' verso gli altri e avesse trovato anche qualcun altro che nella sua vita potesse ricoprire il ruolo di amico, soprattutto considerando che il castano non era sempre presente a quanto aveva potuto vedere Mattia.

Quindi, perché dire una frase del genere, come se non volesse proprio saperne di lasciare Christian con qualcun altro mentre lui era in giro per il mondo a ballare?

Il moro, finalmente, si sentì osservato e si voltò a guardarlo, ancora con la pizza in mano.

"Che c'è, ne vuoi un pezzo?" gli chiese, mentre già gliela stava passando. Mattia staccò un pezzo con un morso e guardò la lingua di Christian pulire il lato della bocca sporco di pomodoro. Si avvicinò e, con la sua lingua, raccolse il residuo, guardandolo.

"Ti stai prendendo troppe libertà, ragazzino" fece il moro, appoggiando la pizza sulla scatola. Mattia prese un tovagliolino e pulì per bene la bocca del moro.

"Non è colpa mia se sogno da ottobre di baciarti e, anche se adesso posso farlo quando mi va, mi sembra ancora un sogno" lasciò lo sguardo fisso su quelle labbra finchè Christian non impazzì e se lo tirò addosso, lungo disteso sul divano. Mattia rise sulla sua bocca, baciandolo.

"Chri, posso dirti una cosa?"

Christian lo allontanò da sé quel tanto che bastava per riuscire a guardarlo in faccia. Passò le dita tra i suoi capelli, mentre il biondo lo fissava, con gli occhi persi nei suoi.

"Certo amore. Puoi dirmi tutto quello che vuoi" la dolcezza che Christian si era abituato a sentire nella propria voce quando parlava con Mattia era una delle cose che più piacevano al biondo. Sapeva di essere speciale per il moro non tanto per le parole che gli diceva, ma per quel tono, che usava solo con lui.

E ogni volta che lo usava, Mattia si innamorava sempre un po' di più.

"In tutta onestà..." sussurrò piano, guardandolo. "Ho voglia di fare l'amore con te".

Arrossì di getto, vergognandosi per i suoi pensieri. Non perché fossero sbagliati, ma perché aveva paura. Paura che Christian non fosse pronto per quel genere di cose e paura per il fatto che potesse addirittura rifiutarsi di fare quella cosa. Non voleva essere rifiutato, non voleva rovinare tutto. Ma era stanco di doversi sforzare e di dover tacere quel bisogno.

Perché lo era. Anche se con Nunzio, a Natale, aveva avuto paura e in realtà l'esperienza non era nemmeno entrata nella sua top10, ora ne sentiva il bisogno. Voleva diventare una cosa sola con quel ragazzo. Il suo ragazzo.

Voleva che si fondessero, che entrassero uno nell'anima dell'altro, per rimanerci per sempre. Aveva bisogno di sapere che il corpo non era che un veicolo per far incontrare i loro cuori e aveva bisogno di sapere che anche per Christian era così.

Ma dall'altra parte, trovò un muro.

Christian si era irrigidito e non parlava.

Mattia si sollevò a sedere, mentre l'altro staccava le mani da lui. Mattia lo fissava come un cerbiatto spaventato, pronto a scattare e a scappare al minimo accenno di movimento del moro. Christian intanto aveva stretto gli occhi, come a voler fuggire da lì.

Sotto il cielo di BergamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora