Capitolo 10. Che diavolo sono le Winx?

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Andros

Mentre attraversavo il portale per Andros non pensavo a niente

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Mentre attraversavo il portale per Andros non pensavo a niente. Ero fin troppo in subbuglio per realizzare quanto stava per accadere e mi limitavo a giocherellare nervosamente con una ciocca di capelli, in attesa del passaggio.

Non ho neanche avuto il tempo di fare nuovi acquisti per presentarmi almeno con indosso qualcosa di diverso. Non che questo pensiero fosse più importante, ma era come se la mia testa preferisse momentaneamente arrovellarsi su questioni più effimere... come quale aspetto avrei avuto quando Valtor mi avrebbe rivista e non su come avrei reagito di fronte alla primaria causa di scompiglio.
Tuttavia, nemmeno quei pensieri mi liberavano dall'aggravante peso della frustrazione: per la la prima volta, avere un bell'aspetto era diventato importante per me.

Mi voltai a salutare Stella prima di varcare il portale e ne approfittai per lanciare una fugace occhiata al suo vestito colorato e al suo trucco leggero. Lei era definita dalle amiche come la più esperta in quanto ad abiti e bellezza. Io non condividevo i suoi stessi gusti, però se quella era considerata bellezza, mi ci dovevo attenere.

Attraversai il portale realizzato da Tecna con mille fronzoli per la testa e fui scaraventata bruscamente sul pavimento marmoreo di un elegante palazzo, decisamente l'ultimo posto in cui mi aspettavo di trovarmi.
Mi rialzai con finta disinvoltura: le altre erano tutte atterrate in piedi, io invece ero stata distratta e non mi ero ben bilanciata durante l'attraversamento, come al mio solito.

Aisha aveva rapidamente raggiunto i suoi genitori, i sovrani di quel regno, i quali erano pure visibilmente stravolti dagli ultimi eventi.
Ricordo nitidamente suo padre lanciare un'occhiata alle spalle della giovane e, nel notarmi, storcere il naso.

Andiamo bene.

La principessa conversò con i suoi genitori, si scambiarono abbracci e aggiornamenti sulle preoccupanti circostanze. Aggiornamenti che non captai, in quanto la mente mi si era impigrita, sentiva ma non ascoltava, troppo impegnata nel tentativo di depennare Valtor da i motivi per cui volevo essere lì. Ma la bizzarra realtà era che non vedevo l'ora di uscire da quel castello verdognolo e rivedere lo stregone.

Stavo tentando di calmare le palpitazioni e porre fine a ogni scenario fantastico, quando l'occhio mi cadde su quel peculiare pavimento.

Un attimo, io questo posto l'ho visto nella foto di Cal. Posai lo sguardo sul pallido colonnato, indagando le decorazioni scolpite sui capitelli. E ho visto proprio questa stanza.

Mi stavo già guardando intorno, alla ricerca di un volto familiare, ormai sfregiato dalle abitudini culinarie di Magix, quando udii il mio nome riverberare sotto l'ampio soffitto e riconobbi una lunga chioma del mio stesso colore.

In quel momento abbandonai tutto: etichetta, formalità e impassibilità; nulla potevano contro il legame che avevo, in secoli, instaurato con Cal.

Corsi repentinamente incontro a mio cugino per abbracciarlo, scontrandomi con la dura corazza della sua nuova armatura.

Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora