Capitolo 22. Precipizio infinito

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La sera successiva, quella della festa, evitai categoricamente tutte le fate

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La sera successiva, quella della festa, evitai categoricamente tutte le fate.
Con la ritrovata lucidità realizzai che quanto era accaduto la sera precedente era imbarazzante a livelli stratosferici. Mi ero comportata male con il mio ospite, avevo ballato promiscuamente con la stessa persona che sta mettendo in ginocchio Magix e...

Oh no. Ricordai, sentendo il calore dell'umiliazione. Sono rimasta incastrata nella finestra del locale e sono caduta addosso a Valtor.

Era lo stregone più potente dell'universo magico e io facevo la cretina con lui... ripensai, non senza una punta di vergogna, al bacio che gli avevo stupidamente proposto.

Ma che mi passava per la testa?

Durante la giornata di preparativi però quella stordita felicità fece posto a una cupa tristezza. Sebbene mancasse ancora qualche anno prima dell'era oscura, il mio giorno buio iniziava proprio quella sera.

Nell'hotel di lusso che condivisi per una notte con le ragazze si respirava aria di emozione. La vicinanza con il palazzo reale di Eraklyon era palpabile, le guglie facevano egocentricamente capolino sopra tutti gli altri palazzi. Ovunque mi girassi, la ricchezza immensa di quel pianeta mi sbatteva in faccia l'infelice miseria del mio.

Quel giorno ruotava tutto intorno a Bloom e alla promessa di fidanzamento che, a quanto pare, il principe Sky le aveva anticipato.

Chissà che cosa si prova ad avere qualcuno disposto a passare il resto della sua vita con te... Mi domandavo, mentre mi sistemavo il mio abito nuovo di zecca, uno dei frutti di un proficuo shopping.

- Allora, l'appuntamento? - Esordì Musa.

Eccola, l'odiosa domanda. Quella che speravo nessuno mi ponesse.

- È stata una gradevole serata. Nulla di memorabile. - Scrollai le spalle. Per fortuna con gli anni ero divenuta brava a celare gli effetti delle mie menzogne, il mio respiro era controllato, i battiti cardiaci pacati, non gesticolavo, né distoglievo lo sguardo. Il tempo era stato il mio unico insegnante. E nemmeno Flora, che poteva vantare d'avere di uno scorcio dentro di me, era in grado di captare quella bugia. Anche perché la miglior beffa è quella che si mescola con la realtà...
- Ma dovevate immaginarlo, io generalmente non sono un tipo di ragazza che piace.

- Certo, finché ti vesti così!- Intervenne Stella, squadrando il mio abito. -Non stiamo andando a un funerale!

- Lo so bene. Per un funerale non indosserei certo abiti così scoperti!- Ribattei, alludendo all'ampio spacco e alle trame in pizzo che rendevano trasparente quasi tutto l'abito.
- In ogni caso, se si tira indietro per come sono vestita, a maggior ragione non fa per me.

Nessuno faceva per me. Non avevo mai percepito una connessione, una profonda intesa capace di farmi ricredere e svegliarmi dal mio torpore. O meglio, qualcuno c'era... ma le circostanze avrebbero impedito persino qualsiasi fantasma di relazione.

Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora