Era incredibile, più mi ci arrovellavo su e meno trovavo sensato il comportamento dello stregone. Certo, desiderava qualcosa in cambio... un elemento che lui era convinto io avessi sottovalutato! Ma quanto mi aveva appena dato andava ben oltre un semplice aiuto: Valtor mi stava aiutando a camminare sulle mie gambe e la cosa scandalosa era che a farlo per primo fosse lui, non i miei professori.
Incrociai le braccia al petto, stringendo a me tutta l'energia che stavo gradualmente accumulando, sentendomi riempita da quel potere brulicante intento a pizzicare la mia pelle con crescente insistenza, prima di liberarla. Con due dita sollevate e la faccia contratta, riuscii a emanare una potente tempesta di radiazioni che non tardai a evocare.
Una nube, tossica per altri, ma familiare per me, si librava dal mio corpo, espandendosi a macchia d'olio. Piccole creature di Hypnos con pungiglioni acuminati e velenosi incominciarono a solcare il terreno bluastro, sentivo le loro zampette tintinnare debolmente sulla dura pietra, un rumore che su Hypnos trovavo spaventoso, ma per me rincuorante in quel momento.Questo dovevo fare: creare il mio ambiente più ospitale per la vita. Come avevo potuto ignorare la mia natura? Alfea mi stava già annebbiando il cervello con la sua luce e i suoi lustrini. Cominciavo a mal sopportare la melliflua falsità di quel posto...
Quando atterrai mi sorpresi di vedere Valtor in piedi, impassibile nel mezzo della tempesta che vorticava, oscura, intorno alla sua figura elegante. Fu quello l'istante in cui ipotizzai per la prima volta che lo stregone non dovesse avere origini umane. Non avrei saputo spiegare a parole il motivo dietro a quel mio sospetto, era solo una sensazione.
- Bene. - Ghignò, squadrandomi compiaciuto. - È giunto il momento di riscuotere il mio pagamento.
Io lo squadrai, ostile, simulando un'immunità al suo fascino che, di fatto, non esisteva. Dunque scrollai le spalle: - No.
- No? - Ripeté lui, contraendo il bel viso in una smorfia infastidita.
Io mi sedetti e, sfruttando lo stesso trucchetto da lui imparato, cercai di richiamare a me la medesima composizione chimica delle nubi che infestavano il mio pianeta. C'erano poche blatte che brulicavano su Domino al momento, se volevo ricreare l'ambiente di Hypnos in maniera più fedele dovevo impegnarmi di più. Non avrei accettato una misera sufficienza.
- Tu mi avevi promesso di farmi superare l'esame...- bofonchiai, fingendomi delusa.
- Ti ho dato i mezzi e mostrato la via per farlo. - Replicò lui, serio. - Vale molto di più.
Aveva ragione: è molto più d'aiuto il compagno che ti mostra come svolgere i compiti, di colui che li fa al posto tuo. Ma in quel momento non mi interessava, non era utile alla mia tesi.
- Mi hai insegnato un trucchetto figo, ma non hai rispettato il patto.- Lo interruppi, portando avanti la mia posizione fittizia e assolutamente sbagliata.
- Ti ho insegnato che non sei mediocre come Alfea vuole farti credere, che esistono altre prospettive più valide. - Sorrise, già assaporando la moina che pronunciò subito dopo.
- E, nella mia prospettiva, tu sei straordinaria, fata di Hypnos.
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Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷
Fanfiction• 𝕍𝕒𝕝𝕥𝕠𝕣 𝕩 ℝ𝕖𝕒𝕕𝕖𝕣 • Fuggire dal pianeta d'origine, mentre questo è in procinto d'esser distrutto, e trasferirsi nell'ovattata realtà di Alfea è una sfida non indifferente... Soprattutto per una fata che ha trascorso tutta la sua esistenz...