Capitolo 26. Horror Vacui

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Il silenzio fu nostro compagno durante buona parte della passeggiata a Selva Fosca

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Il silenzio fu nostro compagno durante buona parte della passeggiata a Selva Fosca. Mi balenò per la testa l'idea di aver accidentalmente creato un'ulteriore tensione dicendo quella cosa alle tre ragazze, d'altronde Valtor era uno che faceva libero uso del proprio carisma... e io lo avevo sminuito davanti alla sua squadra. Un'azione che ripeterei, se necessario, ma ne riconosco la cattiveria.

- Scusa se l'ho detto così. - Ruppi il silenzio proprio facendo la cosa che ero meno abituata a fare: scusarmi.
- Ma l'interesse delle tre era palese e io non voglio ulteriori inimicizie.

Valtor, dal canto suo, sorrideva per la convenienza della situazione: ben in tre, quattro se comprendevo me, avrebbero fatto follie per lui e ne era pienamente consapevole. Non c'era modo in cui quella situazione potesse avere risvolti positivi per la sottoscritta, lui era in un'inconfutabile posizione di dominio.
- Nessun problema. - Ghignò. - Lo so che hai mentito. Lo sento.

Io, percependo il calore risalire verso le mie guance, spostai altrove lo sguardo. Ero troppo stanca per assestargli una risposta piccata o un gomito contro lo sterno, ero stanca di tutto. Lasciai che le nostre braccia ondeggiassero, sfiorandosi a ogni passo.

- Una vera sfortuna, vero? - Sospirai. -Essere condannato a sentire tutto ciò che percepisco io.

- In verità è interessante. - La casualità con cui pronunciò questa frase mi colse completamente alla sprovvista.
- Vuoi fermarti qui, al lago?

Io, con il mio pessimo senso d'orientamento, manco avevo realizzato fossimo arrivati al Lago di Roccaluce. Annuii casualmente e mi lasciai andare sul morbido muschio.

Quindi è questo... realizzai, osservando silenziosamente i dintorni. Avevo udito tante storie su quel luogo denso di magia e spettacolarità, ma non avevo mai avuto la possibilità di mettervi piede... anche poiché l'arrivo di Valtor aveva causato il calo del coprifuoco.

- Il coprifuoco! - Esclamai, scattando repentinamente in piedi. - Devo rientrare o...

- Il coprifuoco è già passato. - Sospirò lui. - Non puoi più tornare ad Alfea.

Come la realizzazione mi colpì, tornai a sedermi. Era tardi, ero rimasta fuori dal collegio. Per di più mi trovavo chiusa all'esterno di Alfea in compagnia del motivo stesso per cui vi era il coprifuoco in primo luogo... e lo osservavo prendere distrattamente posto accanto a me.

- Quindi mi stai dicendo che passerai la notte con me?- Prima che potessi rendermi conto della loro equivocità, queste parole sfuggirono al mio controllo.

Con mia sorpresa, lo stregone prese un lungo respiro... e infine annuì.
- Una notte sola. - Mi confermò, al medesimo tempo sollevando dubbi sul reale oggetto della discussione.

La tranquillità che permeava l'aria circostante mi diede la possibilità di osservare e studiare Valtor più da vicino, più di quanto non avrei mai immaginato.
Notai un altro elemento di disumana perfezione: la sua pelle, bianca come un foglio e così candida da apparire quasi finta, non vi era un accenno di ruga... solo la fredda maturità emanata dai suoi occhi mi faceva dubitare di quanti anni avesse realmente.
L'unica anomalia, se così la si può chiamare, di quel volto perfetto erano due lievi ombre, leggerissimi solchi, in prossimità del naso, che comparivano ogni qualvolta Valtor s'innvervosiva, invecchiandolo d'un paio d'anni.

Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora