Ti prego, ancora un piccolissimo sforzo. Mi lasciai andare a un paio di secondi di pausa, prima di tornare a contrarmi.
Se qualcuno entra e mi becca così sono nei guai, non sono sicura di riuscire a far dimenticare una cosa simile senza lasciare tracce di anomalie.Se la polvere di fata fosse già stata in mio possesso, sé quella fantomatica trasformazione finale fosse già stata mia, non avrei avuto alcun problema, invece ero lì, incastrata nella finestra del bagno, come la regina dei babbei.
Eppure da bambina riuscivo a sgusciare ovunque! Sbuffai, frustrata, nel vedere come i bordi della finestra mi si piantavano nella carne della coscia, impedendomi il passaggio.
Una voce improvvisa mi destò dai miei goffi tentativi.
- Che cosa stai facendo?
Congelata sul posto e al contempo arsa da una tremenda umiliazione, abbassai lo sguardo sull'ultima persona che volevo mi vedesse in quelle condizioni.
- Io? - Sollevai entrambe le sopracciglia, tentando di darmi un tono. -Tu piuttosto, perché sei qui? Non dovresti correre a mettere il tuo marchio su qualche altro pianeta.
- Era quello che avevo intenzione di fare, ma guardare "l'essere più potente del Creato" incastrarsi in una finestra è di gran lunga più divertente. - Ironizzò, restando impassibile davanti a me.
- In realtà sono qui per una buona ragione! - Ribattei. -Mi vogliono fregare! Son tornata al tavolo e il mio appuntamento era sparito, mi ha lasciato il conto e una bottiglia mezza vuota.
- E tu sei qui perché non volevi pagare una bottiglia di vino?
- No, io non volevo pagare la sedia rotta.
- Perché c'era una... - Valtor s'interruppe, portandosi due dita a massaggiare le tempie. - Sai che c'è, non voglio sapere. Hai bevuto?
Io sollevai entrambe le spalle: - Siccome ero già lì, ho finito il vino. Sarebbe stato uno spreco lasciarlo.
- Non avresti dovuto farlo. - Sibilò lo stregone.
- E perché no, mamma? - Lo canzonai.
Lui barcollò leggermente all'indietro, riassestandosi però in fretta.
- Perché lo sento. - Aveva grugnito, sferrandomi un'occhiata carica d'odio.
- Anziché fare queste sceneggiate, prova a issarti sul davanzale facendo passare solo il busto. I tuoi fianchi dovrebbero passare senza problemi.Il semplice fatto che avesse guardato e giudicato i miei fianchi mi fece andare in cortocircuito il cervello.
Indossai il mio sorriso più smielato, o almeno credevo lo fosse... nonostante avessi bevuto poco, ero stordita come se mi avessero sferrato una trave contro la nuca.
- Ma senza la gamba davanti cadrò di testa sul cemento, in così poco tempo non mi potrò trasformare. E non c'è nessuno che mi possa prendere al volo.- Mugugnai.
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Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷
Fanfiction• 𝕍𝕒𝕝𝕥𝕠𝕣 𝕩 ℝ𝕖𝕒𝕕𝕖𝕣 • Fuggire dal pianeta d'origine, mentre questo è in procinto d'esser distrutto, e trasferirsi nell'ovattata realtà di Alfea è una sfida non indifferente... Soprattutto per una fata che ha trascorso tutta la sua esistenz...