Capitolo 11. Il giocattolaio

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No

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No. Non può saperlo. Una morsa mi si strinse intorno. Non ho lasciato sfuggire nulla, che abbia parlato con qualcuno di Hypnos?

Soppressi il nervosismo con una risata di circostanza.
- Hai bevuto? - Replicai con strafottente ironia. - Su cosa avrei mentito?

Gli occhi di Valtor si assottigliarono minacciosamente, mi squadrava con astio disgustato e in quell'istante realizzai che lui non era uno stregone belloccio qualsiasi con vaghe manie di grandezza, un dessert che avrei sbocconcellato senza difficoltà. Era un temibile giaguaro ed io, mio malgrado, sarei stata il suo pasto.

- Tu non sei in grado di manipolare le ombre. - Sentenziò.

Congelai sul posto, preda di una profonda paralisi. Era come se i miei piedi avessero messo radici e si fossero piantati nella dura pietra di quel davanzale.

- Hai un'energia magica così bassa che per un attimo ho pensato tu avessi mentito su tutto. Persino sull'avere dei poteri.

Strinsi la mano in un pugno. Ecco un'altra cosa di cui spesso mi accusavano a Hypnos: di non essere realmente una creatura magica, di essere solo una persona dotata di un carisma così grande da convincere chiunque di avere poteri. Ma si può dire lo stesso che io sia carismatica, pure quando tutto il mio popolo mi guarda di sbieco?

- Tu manipoli le menti. - Asserì, nel teso silenzio.

Credevo d'esser stata brava, anzi ineccepibile, nemmeno un indizio era trapelato durante la mia permanenza a Magix. Com'era possibile che lui, un mezzo sconosciuto, avesse già capito tutto?
Vinta dalla frustrazione, spalancai teatralmente le braccia.
- E va bene, Valtor. Sei intelligente, te lo concedo.- Piegai il mio volto in una crudele smorfia... ero in gabbia, costretta a rivelare ad un estraneo l'inganno che io e mio padre avevamo abilmente ordito. L'idea che il mio genitore potesse in qualche maniera scoprire quella conversazione fra me e lo stregone era un'iniezione d'adrenalina diretta nel cuore.
Ma avevo le spalle al muro e non mi restava altra strategia se non giocare a carte scoperte.
- Ho mentito per necessità e sarei stata una stolta se avessi svelato tutto al primo bel visino capitato a tiro!

Valtor indurì il volto già reso spigoloso dai suoi lineamenti felini. Probabilmente non gradiva esser chiamato "bel visino". Un vero peccato.

- Chiami necessità entrare nella scuola per fate più prestigiosa per puro vezzo!- Ghignò. - Sei una ragazzina con vacue priorità.

- Ragazzina, io? - Mi sporsi in avanti, esponendomi al vento salato di Andros e superando l'orlo del baratro. Ingoiando un groppo di tossico catarro e trattenendomi dal tossire, ribattei a testa alta.
- Io esisto da più tempo di te e da prima che la fiamma del drago desse origine a Magix. "Ragazzina" ci sarai tu!

Valtor volò fino al davanzale e mi bastò un singolo assaggio della sua imponenza per abbassare la cresta.
- Non mentire. - Ringhiò lo stregone, squadrandomi dall'alto verso il basso. -Non potresti entrare in un collegio oltre diciotto anni.

Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora