10장: Brutti pensieri.

197 28 12
                                    

Changbin si era chiuso nel bagno e si era infilato dentro la vasca, aveva appoggiato il suo cellulare sul lavandino, con tre pacchi di fazzoletti appoggiati sul bordo di quella vasca di marmo bianco. Ne aveva già consumato uno, i fazzoletti erano tutti intorno a lui. Singhiozzava, le lacrime bagnavano il viso e i suoi occhi erano rossi. Aveva la faccia appoggiata sulle ginocchia, mentre si stringeva le gambe con le braccia.

Lui sapeva di essere una delusione, sapeva che non poteva essere un figlio perfetto anche se l'avrebbe tanto desiderato esserlo. Si era così impegnato per soddisfare quelle aspettative, fallendo ogni volta. Non lo era, ormai ci aveva fatto l'abitudine, però sua madre non aiutava affatto. Da quando era amico di Chris, lei non faceva altro che rinfacciare che lui era meglio in qualsiasi cosa. Senza impegnarsi era semplicemente perfetto. Non era più solo sua sorella; no, ora era lei e Chris. Per quanto potesse essere geloso, non aveva mai ambito ai loro livelli. Non era colpa loro se la madre di Changbin era una persona così. Neanche colpa del ragazzo, lui era solo nato in una famiglia complicata.

In tutti quei anni aveva subito quel tipo di trattamento, che aveva fatto male alla sua autostima al punto da renderlo insicuro su ogni suo aspetto. Per questo si era allenato duramente, per questo aveva costruito un'immagine di sé che mostrava differente dalla realtà. Nessuno sapeva della sua vera storia, fatta eccezione per Chris che era stato in grado di leggerlo e aveva chiesto chiarimenti. Lui aveva visto le sue cicatrici, la sofferenza nel suo volto e occhi.

Seungmin, ora, guardava Changbin in quella vasca, con un altro pacco di fazzoletti finiti. Percepiva una stretta al cuore. Anche se lo voleva fuori da quella casa, non lo trovasse simpatico, non gli era piaciuto come la madre si era rivolto a lui. Avrebbe voluto fare o dire qualcosa, però il cellulare di Changbin iniziò a squillare. Era Bangchan, aveva saputo del fatto e voleva assicurarsi che il suo amico non facesse nessun tipo di cazzata.

Changbin restò a guardare il vuoto, poi decise che era meglio vedere chi fosse. Proprio nel momento in cui afferrò il cellulare, smise di vibrare e notò che era Bangchan. Senza pensarci due volte, lo richiamò temendo che si potesse preoccupare. Conosceva bene il suo amico.

Restò in silenzio, mentre si asciugava le lacrime iniziò a sentire il suono del telefono libero della linea del suo amico fino a quando non rispose.

«Binnie?» Domandò con voce preoccupata e profonda di chi stava temendo il peggio. Changbin non rispose, guardava semplicemente il vuoto respirando, «Se vuoi possiamo restare in silenzio...» L'ingegnere chiuse gli occhi prendendo un lungo respiro. Bangchan restò lì in attesa, non gli importava se volesse restare in silenzio. A lui interessava solo che stesse bene, «Kyubok-Ssi mi ha chiamato. Ho saputo...» Si zittì di nuovo, non sapeva cosa volesse dire e nemmeno Changbin capiva a dove volesse finire con quella frase, «Ho potuto immaginare...» Strinse gli occhi mordendosi il labbro inferiore, «So che non stai bene, ma voglio solo sapere... per favore non farti del male.» Singhiozzò facendo sentire anche peggio Changbin, stava facendo preoccupare e soffrire il suo amico, «Se vuoi, posso venire da te e... non ti costringo a parlare. Voglio solo essere sicuro che non fai nulla di sbagliato.» Con i precedenti che aveva avuto, comprendeva la sua preoccupazione.

«Non ce la faccio...» Sussurrò con la mente offuscata dal dolore.

«C'è la farai, te lo prometto.» Changbin sapeva che non lo pensava davvero. Chi poteva pensare una cosa del genere di lui, che era una delusione costante, «Ti giuro che sei abbastanza.» L'ingegnere chiuse di nuovo gli occhi, le lacrime che scendevano veloci lungo il suo viso. Stava trattenendo  i singhiozzi.

«Sono una delusione per chiunque...» Sussurrò passando il viso tra la mano e lo trascinò verso il basso, appoggiando la testa sull'avambraccio. Seungmin strinse la mano in un pugno sentendo quelle frasi e vedendo il dolore che aveva. Se fosse stato umano, sarebbe andato dalla madre prendendola a parole.

The ghost in my house || Seungbin (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora