45장: lezioni di magia.

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Changbin stava evitando da una settimana Jia, o meglio non era un vero e proprio evitare la ragazza sennò avrebbe destato sospetti; ma cercava di mantenere le giuste distanze fino a quando non sarebbe stato in grado di spiegare cosa era successo, cosa voleva fare. Nemmeno lui sapeva come, ma non poteva far soffrire quella giovane donna a cui era già stato spezzato il cuore. Seungmin gli aveva suggerito di non distaccarsi immediatamente, che poteva ancora fingere di provare qualcosa per lui. Il fatto non era che l'ingegnere non provasse nulla per Jia, le voleva bene e si era affezionata alla donna, ma non come lei voleva. Questo le dispiaceva, perché poteva essere un'altra batosta per lei che già ne aveva avute altre e che solo ora si stava fidando di nuovo di un altro uomo.

«Sono una persona di merda.» Disse Changbin mentre accarezzava la guancia di Seungmin, mentre guardava il viso di lui che era rivolto verso il muro. Il fantasma voltò lentamente il capo per incontrare gli occhi dell'ingegnere.

«No, stai cercando solo di capire come non farla rimanere male. Sei molto sensibile.» L'umano guardò il fantasma con gli occhi socchiusi e puntate sulle labbra di lui, con la lingua che accarezzava quelle labbra e poi ritornava dentro alla sua bocca, «Troveremo un modo per dirglielo. Stai tranquillo.»

«Io non voglio smettere di essere suo amico, le voglio bene.» Seungmin si mise seduto e guardò il più grande, afferrando la sua mano. Non era davvero una stretta, ma una percezione del corpo dell'altro, «Non so se capisci.»

«Non so dirti se succederà, ma tu glielo devi dire. Devi dire che i sentimenti per lei non li stavi fingendo.» L'ingegnere annuì mentre guardava il suo cellulare, stava aspettando che suo padre gli dicesse che poteva andare a casa sua per iniziare a studiare. Anche se in quella settimana si era messo a studiare e aveva fatto dei progressi, «Tu non hai mai finto, vero?»

«Non sono bravo a fingere.» Seungmin annuì ridendo, lo sapeva bene, «Anche se vorrei...»

«No, non vuoi. È una cosa che ti rende unico.» Il fantasma si sedette sulle sue gambe e avvicinò la mano al suo viso, Changbin guardò quelle labbra, percepiva quelle carezze fresche che il più piccolo gli stava lasciando, «Non devi cambiare per gli altri.» Poi avvicinò il suo viso a quello dell'ingegnere e poi le loro labbra si sfiorarono, piccoli morsi tra labbra, il pollice del fantasma che gli accarezzava la guancia mentre si baciavano. Ciò durò fino a quando il telefono dell'umano iniziò a suonare. Changbin sussultò allontanando il viso da quello del fantasma e leggendo chi poteva essere, quando lesse il nome di suo padre subito lo prese ed accettò la chiamata.

«Apri la porta di casa tua, sono arrivato.» Changbin guardò il fantasma confuso, era rimasto che doveva andare lui a casa del padre.

«In che senso? Non dovevo venire io?» Chiese mentre dava delle pacche sul sedere di Seungmin per farlo alzare, il fantasma lo fece subito ma decise anche di andare ad aprire al padre del ragazzo di cui aveva una cotta.

«Lo so, solo che non ho mai visto la tua nuova casa.» Changbin stava per rispondere quando suo padre disse divertito, «Oh, Seungmin mi ha aperto la porta... ciao, come va?»

«Morto ma bene.» Changbin roteò gli occhi al cielo quando sentì quella frase, la risata di suo padre.

«Minnie-ah, vieni qui e smettila di usare l'ironia.» Urlò per farsi sentire dal giovane.

«Se che suo figlio è molto fastidioso... prego si accomodi, si tolga le scarpe, si metta le pantofole e mi segua.» Changbin si sarebbe voluto alzare per rimproverare il fantasma, «Binnie-ah che pantofole gli devo lanciare?»

The ghost in my house || Seungbin (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora