1장: La nuova casa.

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Un ragazzo dai candidi capelli biondi, che coprivano la sua fronte dando un taglio freddo a quelle fessure nere, stava sistemando i vestiti nell'armadio a muro di legno bianco. Il suo corpo muscoloso era fasciato da una maglia rossa che aderiva ai muscoli del petto e le braccia, mentre indossava un pantalone nero che avvolgeva le sue cosce.
La valigia era appoggiata sul pavimento di moquette nero, con i vestiti sparsi per terra. Sarebbero potuti benissimo stare all'interno di quella valigia dalla stoffa nera, eppure quel ragazzo non era affatto ordinato; anzi sembrava quasi contrariato nel sistemare tutto quello che si era portato dietro. Come se fosse stato costretto da un suo amico a stare lì, come se quella non fosse stata una sua scelta, intenzione. Sul suo viso si leggeva la mancanza di motivazione, era scomparsa nel momento stesso in cui aveva capito in che tipo di situazione si era messo.
Mentre sistemava alcuni Jeans sulle grucce, un raggio di sole entrò in quella stanza così grande e ben ordinata che avrebbe rovinato di lì a poco. Il ragazzo dai capelli candidi alzò il capo osservando quel raggio, il pulviscolo si intravedeva da quella luce. Trovava che fosse qualcosa di speciale, meraviglioso.

Eppure quel silenzio fu interrotto da qualcuno che bussava sulla soglia della porta. Difatti dall'altro capo della stanza c'era un ragazzo dai capelli biondi e ricci, il viso era rilassato, un naso dritto con labbra carnose. Era appoggiato alla soglia con la mano tesa sulla porta di legno. Le sue gambe erano incrociate, quasi in segno di chiusura, ma il corpo era talmente rilassato.

«Devi finire ancora di sistemare i vestiti, Binnie?» Domandò con tono divertito, mentre Seo Changbin si voltava per vedere il suo amico. Aveva appoggiato le mani sulle gambe e lasciato cadere la testa all'indietro, «Guarda che tu te ne sei voluto andare di casa.»

«Tu e Jisung mi avete dato corda, quindi è anche colpa vostra.» Esclamò con tono alto, anche se sapeva che Jisung non avrebbe potuto sentire la sua lamentela a causa della sua assenza. Però quello che aveva detto era vero: Changbin aveva preso la decisione di andarsene di casa dopo aver parlato con i suoi due migliori amici. I quali avevano concordato con il loro amico, credendo che fosse necessario allontanarsi dalle radici della madre per poter star meglio.

«Noi ti abbiamo dato solo un suggerimento.» Esclamò il più grande, aveva giusto due anni in più, mentre si stava avvicinando a Changbin, «Tu dovevi prendere in considerazione tutte le possibili difficoltà che avresti potuto incontrare.» Il ragazzo a quelle parole chiuse gli occhi, era così insopportabile dà dargli i nervi.

Quel ragazzo dai vestiti neri e capelli biondi era Bang Chan, aveva ventiquattro anni e l'aveva conosciuto ad una festa di lusso che la sua famiglia aveva tenuto e, essendo amica della famiglia di Changbin, lui era stato costretto ad andare. In quell'evento si erano conosciuti, entrambi non molto entusiasti di quella serata ma Chan era sempre stato, tra i tre ragazzi, colui che riusciva ad essere perfetto e per quello anche odioso. Non era raro che Changbin e Han lo prendessero di mira in modo affettuoso.

«Questa è la bugia che racconti sempre a mia madre per continuare a farti piacere, Chan hyung.» Disse mentre Chan si metteva seduto sulle sue gambe, proprio di fianco a Changbin; il quale non era davvero arrabbiato. Anche se dallo sguardo penetrante poteva si sarebbe potuto dire il contrario.

«Dai ti do una mano.» Detto ciò iniziò a piegare le maglie, sotto lo sguardo incredulo dell'amico. Bangchan non appena era entrato in casa, aveva ribadito che non l'avrebbe mai aiutato con i suoi vestiti; eppure eccolo lì seduto a piegare le sue maglie, «Sei sicuro di voler vivere da solo?» Non c'era derisione nella voce del più grande, ma mera preoccupazione per il suo amico. Non era così indipendente come voleva far credere.

«Sarò in grado di cavarmela, non credi?» Rispose mentre si metteva in piedi per appendere le grucce con i pantaloni, Chan lo guardò scettico.

«Tu non sai né cucinare né fare la lavatrice, mi devi spiegare come farai.» Changbin rise nel sentire quella frase che era così vera.

The ghost in my house || Seungbin (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora