43장: Non posso crederci...

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Bong si era finalmente stancato, si era lanciato tra le braccia dello zio e nel giro di pochi minuti crollò. Il viso dalle guance paffute schiacciato sulla spalla di Changbin, il quale alzò il capo divertito verso Seungmin che scuoteva il capo.
L'ingegnere se lo sistemò in grembo e insieme al fantasma tornò dentro, dove lo posò nel passeggino che avevano portato per lui in caso si fosse addormentato. Era rigido mentre faceva ciò, essendo che era posto proprio al fianco di sua madre che lo guardava disgustato. Seungmin vedendo quello sguardo comprese che era meglio farlo allontanare subito, ma la donna gli bloccò il braccio guardando dritto negli occhi la persona che aveva messo al mondo.

«Ti dovevi per forza mettere con una ragazza madre?» Chiese in un sibilo, l'ingegnere guardò con freddezza la donna, «Devi mettere in ridicolo tua sorella, sei venuto qui con quella puttana e con suo figlio. Vuoi mettere in ridicolo tutti i Seo.»

«Non ascoltarla, lo sai che tua sorella lo vuole.» Seungmin subito decise di dire la sua, Changbin era rigido di spalle.

«Guardala, lì con suo figlio che mette nei guai anche Bangchan che è un santo. Mentre tu, così...» Hayoon si intromise nella conversazione, aveva sentito tutto.

«Io realtà gliel'ho detto io di portare anche suo figlio. Tutto quello che ha fatto è perché io ero d'accordo, quindi anch'io metto in ridicolo i Seo.» C'era prepotenza in quella voce, ma la madre scosse il capo, «Mamma smettila, davvero! Ormai sei ridicola, Binnie è un ragazzo fantastico, quella ragazza è fantastica e lui se lo merita. Smettila di giudicare ogni cosa che fa. Non importa se ha un figlio, non ha mai importato a nessuno. Il nostro nome non viene messo in ridicolo a causa sua e sempre e solo a causa tua. Quindi lascia tuo figlio e lascialo divertirsi, che se lo merita.» Poi fece cenno con il capo al fratello di andarsene e Changbin non se lo fece ripetere due volte. Era scosso per quello che la madre aveva detto, ma anche sorpreso per la reazione che aveva avuto sua sorella.

Si stava avvicinando al tavolo, quando suo padre si presentò davanti a lui.

«Cazzo, non vogliono proprio lasciarti in pace, eh?» Changbin incontrò gli occhi dell'uomo, le rughe nel suo viso, «Che ne dici che andiamo in una stanza e ci vediamo un bel film? Sei già abbastanza nervoso, non vorrei che scoppi con lui.» Quanto avrebbe voluto dire al fantasma di star zitto, «No dico sul serio, sembri un vaso pieno d'acqua che una sola goccia in più ti fa traboccare.»

«Ma parla sempre così tanto?» Domandò divertito e l'ingegnere sapeva che era rivolto al fantasma.

«Anche peggio.» Sospirò toccandosi la tempia, «Minnie ti sente e ti vede, mio padre ha i miei stessi poteri.»

«Oh, allora te lo dico direttamente: puoi lasciarlo in pace? Sto cercando di tenerlo buono, però così non aiutate.» L'uomo rise accarezzando la schiena del figlio.

«Noi tre dobbiamo fare una conversazione intensa. Non voglio dar fastidio al tuo amico, voglio solo capire delle cose.» Changbin guardò il fantasma con estrema pazienza, Seungmin dovette trattenersi nel non ridere, «Binnie smettila con quello sguardo.»

«Ma non ho fatto nessun tipo di sguardo.» Si voltò verso il padre, gli era mancato parlare in quel modo con lui, «Te lo giuro.»

«Certo! Non hai fatto il tuo solito sguardo da "Guarda che pazienza devo tenere con i miei familiari", vero?» Domandò divertito mentre gli passava una mano fra i capelli e uscivano da quella sala.

«Certo che no, io ti rispetto.» Ciò fece ridere l'uomo anziano, suo figlio non era un ottimo bugiardo e infatti non era per nulla credibile, «Va bene, giusto un po'. Però capiscimi, devo subirmi mamma tutto il tempo. In più lui mi chiede costantemente le cose anche quando sa che non posso rispondere.»

The ghost in my house || Seungbin (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora