40장: usare una metafora...

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Seungmin stava guardando Changbin smanettare sul computer mentre stava mangiando la frutta, aveva finito di pranzare ma aveva ancora la frutta da finire; però era stato chiamato per un'urgenza, quindi ora stava mangiando e lavorando. Il fantasma osservava l'ingegnere che con le guance piene guardava lo scherzo confuso, poi iniziava di nuovo a scrivere sulla tastiera. Decise di non dire nulla, ma di mettersi seduto al suo fianco come un tirocinante che guardava il suo tutor. Erano in silenzio, solo il rumore delle dita che smanettavano sulla tastiera.

«Come sta procedendo?» Jia si era appoggiata sulle spalle di lui, guardando lo schermo senza capire molto di quello che stava leggendo. Changbin spostò lo sguardo sulla ragazza, che da serio e concentrato mutò in sorridente, «Hai dovuto abbandonare la conversione così in fretta che Wendy pensava fosse successo qualcosa di grave.»

«Niente del genere, solo molto carico di lavoro. Tu hai mangiato tutto?» Lei annuì appoggiando la sua guancia sulla spalla di lui, il quale sorrise a quel gesto dolce mentre Seungmin provava una fitta di dolore. Voleva essere guardato in quel modo pure lui.

«Sì, anche se ho ancora un po' fame.» Changbin prese una fragola e gliela porse, lei la prese con prepotenza con i denti e la masticò con gli occhi chiusi.

«Ora devi andare a lavorare?» Annuì sistemando il capo e guardandosi intorno, «Allora buon lavoro.»

«Però vorrei farti compagnia.» Sbuffò toccandosi l'occhio, che non era truccato quindi non si sporcò, «Il lavoro di oggi è noioso.»

«Devi andare. Fai la brava lavoratrice.» Lei lo guardò e poi gli rubò un bacio prima di scappare via ridendo come una bambina felice, Changbin la guardò correre via sorridendo e scuotendo il capo.

«Sono felice che sei innamorato... o almeno hai capito che lo sei?» Seungmin incontrò gli occhi di Changbin, erano diventati tristi come se la domanda che aveva fatto fosse sbagliata.

«Ho troppe emozioni contrastanti per capire cosa veramente provo.» Il suo viso si abbassò sui documenti che aveva davanti a sé e riprese a lavorare.

Changbin era strano e Seungmin avrebbe ben presto capito cosa non andava. Anche al costo di infastidire per tutto il tempo. Anche al costo di non farlo dormire.

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«Tu mi stai nascondendo qualcosa.» Seungmin era partito all'attacco, facendo sussultare Changbin che si allontanò dal fantasma per non sentirlo così vicino. Quel giorno percepiva quella mancanza di vicinanza ancora di più di quelli precedenti, «Cosa c'è che non va?» Gli domandò avvicinandosi al suo viso. Changbin deglutì guardando gli occhi di lui, non pensando che fosse troppo vicino, «Parla.»

«Sono solo confuso su ciò che provo. Nulla di più, sul serio.» Seungmin si sedette sulle sue gambe sbuffando, «Non fare così, che tu hai detto cosa ho.»

«Ma non pensavo sempre la stessa cosa. Binnie sei cotto di Jia e va bene così.» Ma lui sapeva di non essere cotto di quella ragazza, ma di Seungmin ma non sapeva come dirglielo.

«Lasciami in pace.» Così si voltò dall'altro lato del letto e chiuse gli occhi, provando a dormire.

Poco dopo successe, lasciando il fantasma sbalordito da quella situazione.

✧✧✧✧

Changbin aveva capito il modo per parlare di sé, di quello che provava per Seungmin e cercare un aiuto, senza farlo capire al ragazzo. Non sapeva il motivo, ma si vergognava a dirlo apertamente. Quindi ora era sul letto, con le foto di lui da bambino e la storia che avrebbe raccontato che avrebbe fatto da metafora per spiegare tutto.

Stava aspettando Seungmin, che però non si presentava e lui stava diventando impaziente.

«Seungmin!» Esclamò e poi iniziò a contare fino a quando non si presentò il fantasma.

«Mi hai chiamato?» Ci aveva messo giusto venti secondi e Changbin sorrise, felice di vederlo lì, «Che c'è da sorridere?»

«Ti ho chiamato. Devo raccontarti una cosa.» Seungmin corrucciò la fronte guardando il più grande e poi le foto sul letto, «Riguarda... se vuoi.»

«Mi piacciono le storie.» Spiegò accomodandosi sul letto. Changbin annuì con il cuore che batteva forte.

«Questo ero io da piccolo. Mio padre mi raccontava sempre di come la sua stirpe proveniva da streghe, come la magia era parte di noi. Io mi incuriosii pian piano, la magia era simpatica, divertente ed anche bella.» Si fermò, la magia era Seungmin e non poteva sbilanciarsi più di tanto, «Però anche pericolosa, perché lontana da me e io ero incapace di esserle vicino. Di riuscire a controllare. Ma ero affascinato da lei.» Seungmin annuiva durante il racconto, mentre Changbin si torturava le mani, «Quindi mi sono sempre più avvicinato a lui, mi sono incuriosita e ho iniziato a comprare i libri per sentire la sua presenza vicino a me. Sperando che fosse sempre più vicina e che potessi sentire il suo calore. Eppure non sono mai stato in grado di fare ciò.» Il fantasma era confuso, non capiva dove volesse andare a finire, «Mia padre notò l'affiatamento che avevo, io volevo solo poterla sentire. Toccare, ma mi sentivo così frustrato perché non riuscivo e mi sentivo anche così sbagliato. Sentivo che ero sbagliato, che non potevo davvero desiderare una cosa del genere. Questo mi ha fatto sentire sbagliato, come se non dovessi provare ciò.»

«Tuo padre non ti ha mai detto nulla?» Seungmin non sapeva che "il padre" era riferito alla coscienza di Changbin.

«Mi diceva che era troppo, che non dovevo...» Si fermò come poteva dirgli che la sua coscienza gli diceva che Seungmin non era la persona di cui poteva innamorarsi, che era morto ed era sbagliato, «Che sono sbagliato.»

«Io credo che se fa parte di te, tu non lo devi lasciare andare. Che nulla è sbagliato quando c'è amore, voglia di conoscere, bontà.» Quelle parole scaldarono il cuore di Changbin, «Io ti direi che non lo devi lasciare andare, che lo devi riprendere e portarlo a te. Che ti devi avvicinare alla magia, dove puoi essere te stesso. Se ti fa sentire bene, perché non dovresti?» Il quale dell'ingegnere stava battendo forte, quelle parole sembravano così possibili, «Quindi manda a fanculo tuo padre e prenditi ciò che è tuo.»

«Dovrei?» Chiese incredulo, forse doveva davvero mandare a fanculo la sua coscienza e dire tutta la verità a Seungmin.

«Se non lo fai tu, lo faccio io.» Rise a quella frase, Seungmin sorrise felice di aver sentito quella risata, «Quindi basta fare complessi e passa in azione. Con la magia e con Jia!» Ma non stava parlando della ragazza, in entrambi i casi era lui.

L'unico ragazzo che non riusciva a togliersi dalla testa.

Ma doveva passare all'azione.

Sarebbe passato all'azione, ora era certo di cosa doveva fare.

Doveva mandare a fanculo la sua coscienza, non era sbagliato quello che provava per Seungmin e glielo avrebbe detto. Avrebbe mandato a fanculo la sua coscienza per dire la verità.

Ecco cosa doveva fare.

Spazio autrice:
Capitolo corto, ma nei prossimi abbiamo dramma. Quindi questo è giusto per avere un quadro meglio su come Changbin sta cercando di capire chi è, cosa prova.

Quindi corto, ma importante.

In realtà non so come è uscito, forse poteva uscire meglio ma in caso ci potrò lavorare più in là quando revisione la storia che è piena di obbrobri. 🥰❤️

The ghost in my house || Seungbin (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora