Capitolo 13: L'ospitalità degli orchi

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"Perché pensa che noi possiamo essere d'aiuto?" chiese Kosmo

"Tra noi orchi nessuno è in grado di trovare una spiegazione, ma il Grande Spirito mi ha mostrato delle rovine ai margini della palude e ci abbiamo trovati voi, per cui ritengo che voi siate la chiave di tutto"

"Dove sono i guerrieri smemorati? Potrei parlare con loro?" propose Karl con una certa enfasi

"Certamente. Az-Var vi accompagnerà da loro. Non comportatevi male e potrete beneficiare della nostra ospitalità. Arrivederci, avventurieri" fece un gesto con la mano e Az-Var si mosse invitando il gruppo ad uscire, mentre Bek-Ens rimase fermo guardandoli con uno sguardo pieno di disgusto.

"Bene, ora voi seguire Gen-Sok" disse Az-Var una volta fuori

L'orco smunto era ancora fuori dalla porta, ma il suo coccodrillo non c'era più.

"Li porto dai guerrieri smarriti?" chiese in orchesco e il compare gli rispose annuendo.

"Ok, andare" Gen-Sok si rivolse dunque in lingua comune agli avventurieri, facendo loro cenno

L'orco li guidò all'interno del villaggio attraverso i pontili, fino ad arrivare ad un'isoletta dove una decina di orchi eran seduti in cerchio e parlottavano tra loro: uno di loro sosteneva che suo figlio, essendo il discepolo della Tramite, avrebbe potuto scoprire facilmente cosa fosse accaduto loro, ma era ancora impegnato col suo ritiro spirituale. Si interruppero vedendo arrivare il gruppo: Gen-Sok comunicò loro l'interesse degli ospiti per la loro storia, così uno di loro si fece avanti.

"Tu, lucertola! Tua brutta faccia ora fare venire in testa qualcosa"

"Ah sì? E cosa?" Karl rispose in modo provocatorio "Senti chi parla... Non che mi aspetti granché comunque dalla memoria di uno stupido orco"

"Mmmm... sembrare che noi avere incontrato tante lucertole. Noi combattuto e preso qualcosa."

"O qualcuno, brutti stronzi" Karl fremeva per conoscere il destino di suo fratello

"E cosa avreste preso, ve lo ricordate?" intervenne Kosmo, prima che Karl scoppiasse.

L'orco si voltò verso i compagni, che però scossero la testa: "Noi no ricordare, noi no avere cose strane qua... Però ora che io vede te, io ricordare due fuscelli, uno uomo e l'altro con orecchie punta, più di te, nome "V": lui avere anello sbrillucicoso e poi io no ricordare nulla"

"Ragazzi, non credo che riusciremo ad ottenere molto altro da costoro: non mi pare che siano molto intelligenti, in più son confusi dalla situazione" sussurrò il bardo ai suoi compagni.

"Voi qui su ordine di Tramite? Peccato noi no potere aiutare più, noi no ricordare" l'orco pareva piuttosto amareggiato.

"Cercheremo di aiutarvi come possiamo, non preoccupatevi" concluse Zarzuket, cercando di sollevargli il morale.

Gen-Sok li ricondusse al centro del villaggio e mostrò loro una palafitta in cui potevano soggiornare, ma la loro attenzione venne catturata dal suono di un tamburo proveniente da poco lontano. Seguendo l'origine del suono scoprirono un capanno circondato da armi e armature rotte o da rifinire, sulla cui soglia era presente un orco vestito di pelli ben conciate, seduto, con un tamburo in mezzo alle gambe.

 Seguendo l'origine del suono scoprirono un capanno circondato da armi e armature rotte o da rifinire, sulla cui soglia era presente un orco vestito di pelli ben conciate, seduto, con un tamburo in mezzo alle gambe

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