Capitolo 20: Caduto dal cielo

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"Sarà meglio finire di fare rifornimento e passare in scuderia a prendere dei cavalli, il viaggio sarà lungo" disse Kosmo, voltandosi verso l'uscita "Voilà, un altro individuo sospetto si aggiunge alla combriccola, dove andremo a finire? Viaggeremo insieme allo stesso V?"

Mentre giravano per il paese per comprare scorte di cibo e altri oggetti utili al viaggio, Gul'dan si prese del tempo per visitare la piccola chiesetta dedicata a Mercurio, dove il sacerdote si è mostrato disposto a esporre con cura le sue credenze: "Mi interessa sapere in cosa credete qui fuori dalla palude, mi pare di capire che il Grande Spirito non è molto conosciuto" disse l'orco, guardando un caduceo rappresentato su un arazzo.

"Beh, in questo luogo viene venerato Mercurio, protettore dei viaggiatori, giacché questo villaggio venne fondato all'inizio della colonizzazione dello Hind, per cui è stato ritenuto opportuno ottenere i favori del dio prima di continuare il viaggio"

"Interessante, me ne parli ancora" e il sacerdote iniziò un breve discorso sui precetti del dio e sulla sua storia, ma l'orco, seppur interessato, non riuscì a comprendere o memorizzare parti anche importanti del discorso a causa della sua bassa soglia dell'attenzione. Certo vedere serpenti avvinghiarsi su bastoni o un uomo volare con le ali ai piedi rappresentati ovunque non lo aiutava a rimanere concentrato e il sacerdote lo notò, ma capì e finito il giro lo salutò comunque con benevolenza.

Una volta riunitisi per acquistare dei cavalli, scoprirono che Lu ne aveva già uno che lo attendeva poco fuori dal villaggio: una volta raggiunto il luogo, il motivo per cui non fosse insieme agli altri  è stato chiaro: non si trattava di un cavallo normale, ma bensì dello scheletro ambulante di un cavallo, completamente privo di carne. "E quello come lo spieghi?" chiese Kosmo, sconvolto.

"Questo è solo uno dei miei giocattolini, ti piace? Vorrei averne molti di più, ma creare questo mi è costato molte energie" disse Lu, abbracciandone il teschio con un'innocenza infantile

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"Questo è solo uno dei miei giocattolini, ti piace? Vorrei averne molti di più, ma creare questo mi è costato molte energie" disse Lu, abbracciandone il teschio con un'innocenza infantile

"Mbah, cavoli suoi, l'importante è che non rimanga indietro... Andiamo?" disse il lucertoloide, mentre riusciva finalmente a togliersi un ossicino della carne rimasto incastrato fra i denti.

"Ma..." "Ah, fanculo. Sarebbe inutile discutere con loro... non bastava aver accettato un orco uscito dal nulla a cui non frega nulla della morte dei nostri compagni, dovevamo reclutare anche una negromante! Mi limiterò a tenerla d'occhio per ora, per evitare che possa fare del male a qualcuno..."

La cavalcata proseguì tranquilla per tutta la giornata, la strada era sgombra e così giunse la notte; il destriero di Lu non solo si rivelò all'altezza degli altri in fatto di velocità, ma a fine giornata non era neanche minimamente stanco. Durante questa prima giornata di viaggio Kosmo studiò un po' i nuovi compagni di viaggio e, mentre su Gul'Dan non poteva avere alcun dubbio, ogni cosa che scopriva di Lu aumentava i suoi sospetti: la donna pareva una fedele di qualche divinità sconosciuta dedita alla non morte e nascondeva una falce da tristo mietitore sotto al mantello.
Il gruppo decise di accamparsi in un punto dove si trovavano diverse rocce, sfruttabili come riparo naturale: si misero comunque a far la guardia a turno, cosa che tornò utile quando cominciarono a verificarsi delle piccole scosse di terremoto, come se qualcosa di grosso si stesse muovendo nelle vicinanze. Vennero svegliati uno ad uno e si misero subito in guardia... dopo un po' notarono che una delle rocce più lontane si stava muovendo e poco dopo un enorme drago roccioso emerse dal sottosuolo: il gruppo rimase completamente immobile, mentre il bestio si guardava un attimo intorno prima di spiccare goffamente il volo e allontanarsi senza badare a loro. Scampato il potenziale pericolo e controllato che non ci fossero altre sorprese nei dintorni, son tornati a dormire tranquillamente e il giorno dopo ripresero il viaggio.

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