Capitolo 24: Buco nell'acqua

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Il loro arrivo in città creò non poco scompiglio, la vista di un lucertoloide a cavallo e di un orco in armatura completa mise in allerta molti cittadini e le poche guardie presenti; gli operai del cantiere anche cominciarono ad avvicendarsi molto più in fretta, chi per nascondersi, chi per schierarsi a difesa della propria città impugnando i martelli da lavoro come armi.

"Calma, calma. Suvvia, è forse questa la nostra ospitalità?" una grossa figura si stagliò in mezzo alla folla, attirando l'attenzione di tutti "Siamo un popolo giovane e dovremmo essere pronti ad accogliere chiunque a braccia aperte, non chiuderci in noi stessi.". L'uomo che aveva parlato era ben più alto della media, per cui le sue nude spalle sudate e il muscoloso petto erano ben distinguibili da quelli degli altri carpentieri: nonostante l'aspetto rozzo dovuto al duro lavoro, al sudore e alla peluria poco curata, aveva dei bei lineamenti e pareva particolarmente posato rispetto al volgo

 L'uomo che aveva parlato era ben più alto della media, per cui le sue nude spalle sudate e il muscoloso petto erano ben distinguibili da quelli degli altri carpentieri: nonostante l'aspetto rozzo dovuto al duro lavoro, al sudore e alla peluria po...

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Lu per poco non dovette raccogliere la sua mascella da terra, alla vista di cotanto viril splendore, mentre Kosmo scese da cavallo per fare le presentazioni:
"Salve a lei gentil signore, la ringrazio per l'accoglienza e per la comprensione. Io sono Kosmo, musicista itinerante e lei?"

"Il mio nome è Romleck, Romleck Thaind"

"Ehi, ma quello è il nome della città" Gul'Dan era confuso

"Beh certo, la città deve il suo nome a mio padre d'altronde" rispose il bell'uomo

"M-ma quindi lei... Mi perdoni" Kosmo si inginocchiò, una volta realizzata l'identità del suo interlocutore

"Ahahah, ma figurati, non ce n'è bisogno! Su, alzati ragazzo" lo rassicurò il re "Immagino che non siate qui per stabilirvi, considerando chi c'è con te. Siete forse dei diplomatici?"

"E quello sarebbe il vostro capo? Certo, sembra forte... per essere un umano..., ma perché è qua fuori a lavorare con la gente invece di essere in giro a menare le mani?" osservò Karl

"Culture diverse, suppongo. Neanche la Tramite era in giro a fare a botte, se ricordi" gli rispose Venox

"Mbah. Umani. Non so chi sia peggio tra voi e gli orchi. Perlomeno voi non mettete una femmina a guidarvi"

"Ehi!" intervenne Gul'Dan contrariato, ma Karl gli rispose con un sorriso e un amichevole pugno sulla spalla. Certo, un pugno che avrebbe fatto volare giù dal cavallo una persona normale.

"Sembrano simpatici, sarà un piacere discorrere con gli emissari dei popoli della palude, ma prima devo finire di aiutare i ragazzi qua, per cui-" il re venne interrotto dall'arrivo di un messo

"Mi scusi sire, ma il signor Berimax necessita della sua presenza"

A quelle parole gli occhi di Venox brillarono: "Sono così vicino..."

"Oh, accipicchia. Scusatemi viaggiatori, ma devo abbandonarvi per badare a faccende 'reali'. Sentitevi liberi di visitare la città e fate come se foste a casa vostra! E voi gente, tornate al lavoro, non c'è nulla di cui preoccuparsi qui!" così dicendo disperse la folla e si diresse verso il centro della città

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