Capitolo 11: Paese palustre

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 "Ranocchi morti?"

"Sì, siam stati attaccati dai grippli, ci han teso un'imboscata e purtroppo non è servito a nulla parlamentare" rispose Kosmo ad Az-Var

"Parlare con Ranocchi stupido. Noi ucciso male altro gruppo, ma no visto capo. Voi ucciso capo?"

"Sì, noi ucciso capo, noi forti! Però lui spariva da vista, poi colpire spalle, no capito come" rispose Karl atteggiandosi e facendo un po' il verso alla scarsa grammatica dell'orco.

"Sì, loro codardi. Loro colpire da nascosti, alcuni in grado di sparire per magia. Bene che voi sopravvissuti, ma ora andare!"

Il gruppo si rimise in marcia, nuovamente circondato dagli orchi armati di lance: "Com'è andata, Zarzuket? Durante lo scontro ti han messo in pericolo? Ti sei sentito minacciato, viaggiando per giorni da solo con un gruppo di orchi burberi?" chiese Kosmo.

"In realtà son più gentili di quanto non sembri: mi han sempre procurato il cibo e non ho corso pericoli, anche perché i grippli sembravano puntare più che altro alla testa di Az-Var. Ho approfittato dell'occasione per aiutarli in battaglia con la mia musica, credo di cominciare a capire i loro gusti musicali"

I restanti tre giorni di viaggio passarono tranquilli, come al solito senza grandi discorsi coi rapitori, se non per qualche domanda fatta da Fearil nella lingua degli orchi per avere qualche informazione sulla loro tribù: gli orchi erano molto più propensi a parlare nella loro lingua, dato che non facevano fatica al contrario che col comune, ma non amavano comunque le lunghe conversazioni.

Pochi giorni dopo, l'attenzione di alcuni membri della comitiva venne attratta da un fruscio sospetto, come se ci fosse qualcuno nascosto ad osservarli, ma gli orchi non sembravano turbati dalla cosa. I ragazzi non sapevano se essi fossero semplicemente molto sicuri di sé o se fossero consci di ciò che li attendeva: la verità è che gli orchi avevano avvistato già da tempo uno dei loro coccodrilli vedetta, per cui sapevano che non c'erano problemi in agguato.

Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, in mezzo alla vegetazione si iniziarono a vedere le prime palafitte costruite sopra ad una zona acquitrinosa e collegate da ponti di legno, dove si avvicendavano decine di alte e robuste figure dalla pelle verde: erano finalmente giunti al villaggio degli orchi. Il villaggio a prima vista poteva sembrare una baraccopoli eretta alla bella e meglio, ma aveva in realtà un piano più o meno sensato. La posizione elevata li metteva al riparo da creature e sostanze nocive che potrebbero passare nell'acqua sottostante e la palude era stata anche scavata per diversi scopi: dalla coltivazione di piccoli orticelli alla pura e semplice difesa, dalla raccolta di materiali trasportati dall'acqua alla creazione di pozze di acqua più o meno pulita per il fabbisogno dei cittadini. Ovviamente l'odore non migliorava rispetto a quello del resto della palude ed era anche forse peggio, in quanto i ponti tra una palafitta e l'altra fungevano anche da latrine pubbliche, bastava sporgersi un po' per depositare il tutto nell'acquitrino sottostante. Sui pontili, ad un'altezza tra uno e due metri, si avvicendavano tranquillamente i paesani impegnati nelle faccende quotidiane, ma il gruppo in arrivo attirò sicuramente l'attenzione di coloro che si trovavano lì nei paraggi. Il villaggio alle loro spalle si estendeva a perdita d'occhio, anche in parte nascosto dalla vegetazione, e poteva ospitare probabilmente qualche centinaio di orchi e molti coccodrilli. Sì perché nella fanga sottostante il villaggio non era raro scorgere qualche occhietto da rettile, le due specie vivono in simbiosi come gli umani coi cani.

Gli abitanti del villaggio si giravano curiosi mentre Az-Var li conduceva per i pontili verso la zona centrale: molti lanciavano occhiatacce a Karl, mentre altri fissavano Brandon con l'acquolina in bocca, ma in generale non sembravano molto sorpresi, come se si aspettassero il loro arrivo.

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