Capitolo 23: "Non mi sono preoccupato."

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(Parolacce e riferimenti espliciti-...)

Passò un secondo.

Un solo istante.

Riaprì gli occhi, e lo scenario era cambiato.

La vista leggermente sfocata, il respiro tornato all'incirca come da origine.

Si sentiva tranquillo.

Intorno a lui c'era una luce calda. Si intravedevano dei grandi rettangoli neri ai muri.

Non distingueva le cose. Aveva però capito di essere ancora sdraiato, come quando era svenuto. Ah già. Era svenuto.

Ma dove? Si ricordava di aver battuto la testa contro qualcosa di duro e bagnato....

Oh, vero.

Il pavimento del treno.

Giusto, se ne stava quasi dimenticando...

E per terra c'era il suo sangue, vero? Ne aveva perso parecchio. Sì, dalla mano, ma anche dalla schiena.

Ora non provava dolore, sembrava fosse completamente svanito.

Sentiva inoltre delle voci.

Intravedeva delle figure alte davanti a lui.

Percepiva dei rumori in lontananza.

Gli appariva ancora tutto quanto ovattato, come poco prima di perdere i sensi. Non era una bella sensazione.

Si sentiva escluso. Ma in un certo senso era meglio, perché poteva riposarsi....

Era tutto troppo confuso. La sua testa era confusa.

<<...ai...Da....>>

<<z....ai....D....>>

<<....a....zai......>>

Non capiva.

Sentiva solo dei monosillabi senza senso, ripetuti più volte.

Una mano si posò sul suo avambraccio, scuotendolo leggermente.

Le parole senza significato continuavano a disturbarlo.

Era come se la sua mente fosse in una bolla, al riparo da tutto e da tutti.
Si sentiva protetto. Nessuno poteva più ferirlo o fargli del male.
Era al sicuro.
Il corpo era adagiato su una superficie calda e morbida, ed era coperto da dei tessuti chiari.

Era su un letto. Un letto anche comodo.

Come ci era arrivato?

Non ricordava di essersi sdraiato su di esso.

Ah già, era svenuto. Ancora una volta la memoria sembrava sbandare in una strada tra il coscio e l'inconscio.

Forse qualcuno lo aveva portato a casa sua, quando lo avevano trovato. Quel qualcuno sapeva dove si trovava l'abitazione del ragazzo e si è offerto di riportarlo lì.

No, però il suo letto non era fatto così.
E nemmeno la struttura della stanza, per quanto riuscisse a distinguerla in quello stato e in quel momento.

Le luci, le coperte....tutto diverso.

No, era su un altro letto.

Il letto di colui o colei che lo aveva sfortunatamente salvato?
Già.
Una vera tristezza.

Per la prima volta a pochi centimetri dalla porta della morte.

Sta volta per davvero...

La mente si era lasciata andare, in quel momento, ed era già volata in cielo. Ma la sua anima era rimasta incatenata a quel corpo nel mondo terrestre, ostacolando il suo doloroso e tanto bramato cammino verso il mondo dei non vivi.

☘︎𖣔 𝑻𝒆𝒂𝒄𝒉 𝑴𝒆 𝑻𝒐 𝑳𝒐𝒗𝒆~  𝕊𝕠𝕦𝕜𝕠𝕜𝕦 𖣔☘︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora