Capitolo 26: Estate Insanguinata di Vino

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<<Matto! >>

Il Re Bianco venne letteralmente fatto scontrare con quel nero, lanciandolo dall'altra parte della stanza.

<<Ma fanculo! Guarda che si rompono! >>

Il più basso si alzò velocemente, correndo a prendere il suo piccolo pezzettino, maltrattato in tal modo da parte del suo avversario.
I capelli rosso/arancio erano raccolti in una coda scompigliata, che consentiva a varie ciocche di ricadere sul suo viso leggermente più colorito in modo disordinato, che gli coprirono gli occhi nel momento in cui si abbassò per prendere l'oggettino di legno.
Una volta alzato, fulminò con lo guardo il ragazzo seduto a terra davanti alla scacchiera.

<<Bastardo! Si è scheggiato! Ora me lo ricompri! >> esclamò furibondo, rilanciando a terra il pezzo che si spaccò completamente, stavolta.

<<Che incoerenza! Non sfogare la tua ira su quel poveretto, ChuChu! >> rise il ragazzo più grande, con le gambe incrociate. Ancora una volta, il rosso si fiondò su di lui.

Erano passati tre mesi, dalla loro prima lezione.
Ora era estate, Chuuya si era finalmente diplomato, dopo duri mesi con la testa china sui libri, a studiare come un ossesso, e ce l'aveva fatta, finalmente, la tortura delle superiori era giunta al termine. Addio compagni del cazzo, addio professori di merda, addio mura opprimenti e fottutamente monotone.
Addio a tutti.

Poteva definirsi una volta per tutte adulto, aveva compiuto 19 anni, il 29 Aprile scorso, e aveva pure festeggiato, in quel bar, quello bello, "The Old Boys".... Aveva invitato qualche personcina, tra cui sua sorella Kiwa, che fu felicissima di vederlo di nuovo, e che lo stritolò con tutte le sue forze in un abbraccio pieno di amore e affetto; oppure Atsushi, che come regalo gli aveva portato un bellissimo cappello nero in stile classico, che ora rimaneva gelosamente custodito nell'armadio; ci fu anche Nakichiro, la sua ragazza, che gli si appiccicò addosso per tutto il tempo, rempiendolo di baci e facendolo irritare non poco per tali gesti, che, però, fu costretto a bypassare... vennero anche due o tre compagni che Chuuya aveva classificato come "non stronzi opportunisti bastardi che mi prendono per il culo", e doveva ammettere di essersi divertito molto per le battutine di entrambi.

Suo fratello, purtroppo, non era potuto venire, dato che era ancora al College, ma il giorno dopo, da parte sua, il rosso aveva ricevuto una lettera con le più sentite scuse e con dentro persino un regalo in soldi che fece imbarazzare non poco il più piccolo.

Era stata una bella serata, qualche persona, vero, ma quelle giuste. Non una di quelle festicciole dove sei costretto ad invitare tutti i tuoi compagni perché sennò ti avrebbero tenuto il muso per il resto dell'anno scolastico. No, tanto a loro non importava nemmeno di andare da lui, dunque, meglio così. Sarebbe stata una rissa in meno.

Quel giorno, Chuuya si era sentito vivo, aveva dimenticato per una volta le sue sofferenze e si era goduto l'atmosfera, tra un calice di vino e l'altro.
Infine, era tornato a casa, a notte fonda. Era stravolto, la testa gli girava un po', e di sicuro avrebbe dormito per 2 giorni senza che nessuno sapesse se era ancora vivo o meno.

Nel momento in cui entrò in casa, però, due braccia lo avvolsero da dietro in un abbraccio e lui morì di infarto, lanciando un urlo acuto, terrorizzato e ben poco virile che fece sorridere il suo finto aggressore.

<<Buon compleanno, ChuChuuuu! ~>> fece la voce familiare, mollando il più basso.
Era Dazai. Si era seriamente intrufolato così in casa sua?
Ne seguirono urli infuriati da parte del festeggiato, il quale chiese spiegazioni del fatto che Osamu non fosse venuto alla festa al bar, e questi si giustificò dicendo che il lavoro lo opprimeva, e che voleva fargli una sorpresa a parte.

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