Capitolo 17: Un Rosso Carnevale

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Qualche tempo prima…. (Dopo il secondo incontro in treno)

Era sera, sul tardi, e il ragazzo non aveva ancora finito con il suo estenuante lavoro.
Cavolo, in quel periodo non aveva pace e i suoi colleghi non lo mollavano un secondo. Forse aveva sbagliato a decidere di assumersi tali responsabilità, dopotutto, lui non era fatto per sbattersi così tanto.

Alzò finalmente la testa da quel mucchio di fogli che costeggiavano il portatile, il quale proiettava varie cartelle aperte piene di codici e informazioni strane. Il ragazzo di allungò all’indietro sulla morbida sedia della scrivania, e si stiracchiò, lasciandosi scappare uno sbadiglio rumoroso; in seguito, prese la tazza di caffè e ne bevve un sorso.

Quella persona…cavolo, ora Dazai sapeva tanto su di lui, senza nemmeno averglielo chiesto.
Era brutto, però.
I rapporti si creano parlando, con uno scambio di opinioni…non di certo con uno dei due che cerca informazioni sull’altro, a mo’ di stalker psicopatico.

Infatti, aveva scoperto tantissime cose sul ragazzo dai capelli rossi: per esempio, aveva perso i genitori in un incidente stradale 10 anni prima, e in seguito era stato adottato da una donna abbastanza ricca, che viveva in città con il marito; poi, Dazai sapeva ogni informazione riguardante le informazioni “strette” dell’altro, quali data di nascita, gruppo sanguigno, codice fiscale e postale, indirizzo attuale, scuola frequentata….
Ma, una cosa di cui non era riuscito a documentarsi era il potere distruttivo di Chuuya, e lo stava piano piano studiando.
Sì, attraverso vari test, che, tra qualche giorno, sarebbero iniziati per davvero.
Infatti, Dazai aveva convinto il suo collega Kunikida ad affidargli il caso dei criminali ubriachi, e il biondo, seppur con riluttanza, aveva accettato di dargli la sua fiducia.
Quello doveva essere, in teoria, l’ultimo test al quale sarebbe stato sottoposto il ragazzino prima di iniziare definitivamente a fare le lezioni all’Accademia….

Dazai si alzò dalla sedia e si sgranchì le gambe, con un secondo sbadiglio, per poi fare il giro della stanza, raccogliendo altri fogli in giro.

Wow, chissà cosa lo aveva convinto, quella volta, ad esser così bravo nel suo incarico….

<<SE NON INIZI A LAVORARE SERIAMENTE VERRAI LICENZIATO DAL PRESIDENTE! IO TI AVVISO, MUMMIA, LUI NON SCHERZA, E NON HA BISOGNO DI UN POTERE COME IL TUO…>>

Le parole di Kunikida gli risuonarono in testa all’istante, ricordandogli il motivo di così tanto impegno. Però era davvero stancante….

Decise di doversi rimettere al lavoro, poco dopo, e ricominciò a cercare informazioni in giro.
Il motivo di quelle ricerche era anche a lui ignoto, semplicemente il presidente della loro Agenzia richiedeva tali dati dei propri clienti, e dunque le persone come Dazai avevano il compito di trovarli.

Ormai le cose da cercare scarseggiavano.
Cosa doveva sapere di più?
Anche quante volte andava in bagno?
A Dazai , sotto certi aspetti, sembrava tutto molto ridicolo, ma non si tirava indietro.

“Caso 24, Nakahara Chuuya.
Età: 18 anni
Compleanno: 24 aprile
Gruppo sanguigno: AB….”

Trascrisse tali informazioni anche su un foglio di carta, a mano, per esser sicuro di averle anche cartacee. Un attimo dopo, il suo telefono squillò.

Il moro poggiò la penna per vedere chi fosse, e sul telefono lesse un nome familiare.

<<Hey, Ranpo, che c’è?>>

<<Dazai, ho trovato una cosa importante sul tuo caso, presto, vieni qui subito, al telefono non posso dirtelo.>> rispose il collega, sgranocchiando snack.

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