L'ho perso.

735 58 31
                                    

CHRISTIAN POV'S

Era tarda sera. Stavo correndo da ore. Stavo perdendo la speranza. Non so quanti chilometri avevo fatto. Ormai i rumori del campus non si sentivano più. Iniziai a correre di nuovo, ma dovetti fermarmi. All'improvviso davanti ai miei occhi apparse un pozzo profondo e buio. Se avessi camminato oltre ci sarei caduto dentro.

E se.....

Presi subito il telefono dalla tasca, accesi la torcia e diressi il fascio di luce dentro al pozzo, non vedevo nulla, ma qualcosa mi venne all'occhio.

Mi avvicinai ancora di più, cercando di non cadere e ciò che vidi era una scarpa. Una scarpa che io conoscevo benissimo. Era la scarpa di Mattia, quella scarpa azzurra per cui lo prendevo sempre in giro dicendo che sembrasse un puffo con quelle cose ai piedi.

Mi accovacciai e iniziai ad urlare il suo nome

"MATTIA!! MATTIA SEI LÌ ?"

MATTIA POV'S

Ero senza forze. Ero del tutto privo di qualsiasi energia per poter fare qualcosa. Sentivo solo rumori. Però iniziai a sentire qualcuno chiamarmi. Cercai di sentire ancora di più e sembrava la voce di Christian. Ma non era possibile. Christian non era qui, era sicuramente un illusione. Non poteva essere lui.

"Christian.." dissi flebilmente

"Christian sei tu?" continuai

Dopo qualche minuto, sentii di nuovo la sua voce. Si era lui. Ma questa volta non potei rispondere perchè persi i sensi nuovamente

"Dio mio. Mattia, si sono io!! Resisti che ti tiriamo fuori da lì.

CHRISTIAN POV'S

Era lui. Lo avevo trovato. Ero certo che ci sarei riuscito. Provai a chiamarlo di nuovo ma nessuna risposta. Presi il telefono e controllai se ci fosse campo.
C'era ma era debole, senza esitare chiamai Eugenia

"Ti prego rispondi." Dissi ad alta voce

Il cellulare continuava a squillare ma finalmente smise perché aveva risposto

"Christian dove cazzo sei? Ti stiamo cercando dappertutto!" Urlò dall'altra parte del telefono

"Eugenia, ho trovato Mattia, è caduto in un pozzo e da solo non riuscirò mai a tirarlo fuori, l'ho chiamato, ha risposto solo una volta, adesso non mi risponde più penso che sia svenuto. Non c'è molto campo, dillo a tutti, ti mando subito la posizione del gps, fate presto." Urlai staccando la chiamata e inviandogli subito la posizione prima che il campo andasse via del tutto.

"Mattia, resisti, sarai fuori da lì te lo giuro."

Dopo alcuni minuti arrivarono tutti. Polizia, pompieri e ambulanza, studenti e professori.

Quando dopo venti minuti, Mattia usci dal quel pozzo e era irriconoscibile. Aveva graffi, lividi dappertutto. Non potei fermare le lacrime che iniziarono a solcare il mio viso. Solo un "vedrai che starà bene" da parte di Federico riuscii a tirarmi un po' su. Senza esitare entrai nell'ambulanza con Mattia, volevo stare con lui. Questa volta non mi sarei allontanato di un centimetro. Presi la sua mano e la strinsi forte.

Ben presto arrivammo in ospedale e non mi fecero entrare. Mi sedetti nella sala d'attesa affianco al papà di Mattia, dopo qualche minuto arrivarono Eugenia e Federico.

"Come sta? Vi hanno riferito qualcosa?" Domandò Federico

"No niente. I medici hanno chiuso le porte e ci hanno detto di aspettare qui." Risposi incrociando le braccia.

Passò mezz'ora. Solo l'apertura delle porte e l'uscita del medico mi fece fermare visto che stavo facendo avanti e indietro per la sala d'attesa

"Allora signor Gori la situazione di suo figlio è abbastanza grave. Purtroppo non è fuori pericolo. Il suo respiro non è regolare, ha una forte taticardia che teniamo sotto controllo. Ha varie lesioni in tutto il corpo a causa della caduta, un trauma cranico. In più è molto disidratato quindi lo stiamo nutrendo con delle flebo. Noi ce la metteremo tutta per riportare suo figlio a casa sua. In questo momento però devo aggiungere che le visite non è possibile effettuarle. "

Quel Filo che ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora