Gli ultimi passi

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Una settimana da diplomato e sembrava fosse passato un solo giorno da quando uscii da quell'aula con la consapevolezza che il mio percorso qui a Verona era al termine, un percorso della mia vita, che non so se avrei voluto dimenticare, perché nonostante il dolore, questa città mi aveva dato tanto, mi aveva dato una nuova possibilità per vivere; il rapporto con mio padre, Alex, Christian, si nonostante tutto aggiungevo anche lui nella lista di persone che mi avevano insegnato qualcosa. Dopotutto solo chiudendo con lui, ho compreso quanto fosse importante amarsi e rispettarsi e non gettarsi. Se non fosse successo tutto quello che ho vissuto in questi mesi, la persona che in questo momento, la sera prima che il proprio padre si sarebbe costruito una nuova vita, non sarebbe la stessa. Non avrebbe la stessa consapevolezza, lo stesso amore per se stesso. Sarebbe tutto diverso, forse peggiore.

Ero entusiasto per questo nuovo percorso che a poco avrei iniziato a percorrere, ma un po di timore c'era, non sapevo cosa mi stesse aspettando, o come le cose si sarebbero potute rivelarsi, ma forse era anche questo il bello di tutto; scoprire come la mia vita si sarebbe potuta evolvere in Scozia. Ma ero felice, questo si, felice di dedicarmi alla mia passione, felice di scoprire nuove cose, un nuovo mondo, nuove persone, e sopratutto ero felice di far tutto questo con Alex, probabilmente da solo non avrei mai avuto il coraggio di buttarmi in un qualcosa di così grande, così lontano da casa, solo e senza nessuno al mio fianco. Con Alex sarebbe stato tutto diverso. Forse tra tutte le cose che ringraziavo Verona, tra le più importanti, era sicuramente l'aver conosciuto Alex; sensibile, maturo, responsabile, fedele, rispettoso, amorevole, educato, sincero, onesto. E tutto questo era racchiuso in lui, non avrei mai potuto possibile che una persona bella e pure come Alex potesse entrare nella mia vita. E poi c'era mio padre, un uomo che prima di Verona, mi era sconosciuto, che non definivo padre, anzi, al tempo avrei preferito esser orfano piuttosto che considerarmi suo figlio, e invece adesso, non potevo immaginare una vita senza di lui, i suoi consigli, il suo approccio amorevole, certo sapevo che tutto questo fosse nato dalla sua paura di avermi perso, e forse da una parte è stato questo ad innescare tutto quello che poi è successo e che ha portato me a considerarlo fondamentale. Pensavo che mi odiasse, che non fossi nulla per lui e che probabilmente se sarei sparito, niente sarebbe cambiato, e invece, era tutto il contrario.

Ero felice per lui, per la felicità che intravedevo nei suoi occhi, e per l'amore che aveva ritrovato in Lucrezia. Lei era una bella persona, ed ero felice che lei e mio padre si fossero trovati. Certo, sapevo che il loro rapporto aveva distrutto quello che mio padre avesse con mia madre; ma alla fine dei conti, loro non erano mai stati felici, innamorati e mia madre non aveva mai cercato di cambiare le cose. Si erano arresi ad un matrimonio infelice e mantenuto solo per le apparenze. La mia sofferenza aveva rotto questo cerchio e da una parte ne ero contento, non era giusto che continuassero a rovinarsi la vita, a loro stessi, e a me, che ero il pungibol dell'astio che ci fosse tra loro.

Qualcuno bussò alla porta

"Mattia, sono io papà, sei sveglio?" Domandò dando dei leggeri colpetti alla porta

"Si papà entra pure." Risposi

"Ehi tesoro che stai facendo?" Chiese avvicinandosi e sedendosi sul bordo del letto

"Niente di particolare papà, stavo scrivendo i miei pensieri, sai, sono successe tante cose da quando siamo qui a Verona, e ne accadranno di altre domani, sia per te, che per me, e quindi alla fine di tutto volevo racchiuderle tra queste pagine." Dissi guardandolo con tutta la serenità possibile

"Sei felice?" Mi domandò accarezzandomi la mano

"Si, molto. Contento per me, contento per te, contento di tutto." Dissi stringendo quella mano con cui stava accarezzando la mia

"Sai, figliolo, sembra ieri quando siamo arrivati qui, non credi? Sembra ieri che arrivavamo qui da un periodo turbolento, sopratutto per te. Ero così deluso da me stesso, non conoscevo mio figlio, e non avevo neanche provato a farlo, con la conclusione che stavo per perderti senza neanche rendermene conto, e quando l'ho fatto, era quasi tardi..."

Quel Filo che ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora