Parlami di te

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Mi stavo innamorando.

La consapevolezza più brutta della mia vita. Come potevo innamorarmi del mio compagno di classe e mio vicino di casa, sicuramente etero? Cosa mi passava per la testa? Perché dovevo rovinare sempre tutto? No non poteva succedere di nuovo. Non potevo rovinare tutto come avevo già fatto in passato. Tutto ciò non era possibile.

Dopo essere tornato a casa dalla cena, non riuscivo a prendere sonno, avevo nella mente ancora la faccia di colui che mi aveva stravolto la vita. Avevo ancora i suoi occhi, il suo sorriso ficcati nel cervello e loro non volevano minimamente andarsene. Dopo un'ora a rigirarmi nel letto presi finalmente sonno.

La mattina dopo mi svegliai con un mal di testa atroce. Inoltre la luce che entrava dalla finestra non aiutava molto la situazione.

Scesi in cucina, feci una piccola colazione e poi iniziai a prepararmi.
Mi stavo mettendo le scarpe quando suonò la porta di casa, visto che Cristiana si era presa la giornata libera per un problema familiare dovetti aprirla io con una scarpa ad un piede e all'altro no.

Aprii la porta e davanti a me si palesò Christian in tutta la sua bellezza. I suoi capelli ben ordinati. Con quella felpa viola e quei jeans neri strappati sulle ginocchia era ancora più sexy del solito.

Va bene, basta con questi pensieri sconci. Dopo qualche minuto a fissarlo in modo quasi maniacale spuntò un sorrisetto beffardo sul suo viso

"Che c'è sei rimasto folgorato dalla mia bellezza?

"Si. Molto divertente. Dai entra." Replicai facendolo entrare e chiudendo la porta alle mie spalle

"Che c'è? Oggi non vieni a scuola?" Domandai incuriosito della sua visita a primo mattino

Lui scoppiò in una grande risata

"Che c'è perché ridi? Dissi imbronciato

"Tu sei proprio uno sconnesso! Ma ho lo zaino sulla spalla non vedi? Volevo solo proporti di venire con me con il motorino." Disse cambiando il suo viso, notai un leggero rossore sulle guance.
Era imbarazzato e non voleva ammetterlo

"In motorino con te? Cioè con te?" Dissi sconcertato

"Si con me, con chi se no? Il motorino non si guida da solo. " Replicò ridendo di nuovo

"Ma così ci vedranno tutti." Risposi passandomi una mano dietro la testa

Lui senza dire niente, si avvicinò pericolosamente a me, così vicino che potevo sentire il suo respiro, il suo cuore, il suo profumo. Se mi avvicinavo io un altro po' potevo baciarlo.

"Matti. L'altra volta ho fatto una cazzata, ti ho deluso molto, mi hai perdonato e non voglio rifare di nuovo lo stesso sbaglio. Si, ci vedranno insieme e non me ne può fregare un cazzo, non voglio perderti perché quattro coglioni pensano che sei strano, che sei un figlio di papà, che sei asociale, che sei frocio. Io tengo molto ad essere un tuo amico quindi se questo significa farmi vedere con te non c'è nessun problema." disse mettendomi una mano sulla spalla.

Le sue parole continuavano a risuonarmi nella mente. Strano, asociale, figlio di papà, frocio. Tutte mi lasciavano spazziato, ma più di tutte era l'ultima.

"Frocio?" Risposi io flebilmente guardandolo più intensamente di prima

Lui mi guardò sconcertato per poi rispondere

"Ah.. si tutti pensano tante cose di te, che sei asociale, strano, che sei uno spocchioso di merda, un figlio di papà, ti credi chi sa chi e quindi non parli con nessuno perché ti senti superiore. E per finire alcuni tra cui Manuel pensa che tu sia frocio perché metti lo smalto alle unghie. Per quanto riguarda me, non ho nessun problema per chi ha gusti sessuali diversi, certo se un mio amico fosse gay mi farebbe un po' strano, perché metti, casomai si innamora di me, come me la cavo? Sarebbe un bel guaio ma per il resto penso che tutti siano uguali, un orientamento sessuale diverso non cambia nulla di una persona, gli altri dovrebbero imparare a farsi i cazzi propri e non giudicare" Replicò sistemandosi lo zaino sulle spalle

Quel Filo che ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora