SOLITUDINE

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Era passata una settimana dal mio arrivo a Verona.
Le cose erano uguali al mio arrivo, io ero sempre lo stesso. Non era cambiato niente. Certo, ero arrivato da poco, e poi cosa doveva cambiare? Niente.

Papà ogni giorno cercava sempre di essere presente e di non sembrare mai schivo o freddo. Appena lo chiamavo per qualsiasi cosa lui era sempre presente, a me faceva tanto bene questo suo essere così premuroso con me, ma da un'altra parte mi sentivo anche un po' in colpa per tutte le volte che l'ho trattato male credendo che non mi volesse bene.

A scuola non era cambiato nulla. Io ero ancora seduto al mio banco singolo. L'argomento Mattia Gori era durato sulla bocca di tutti per alcune ore poi il giorno dopo era già ritornato tutto alla normalità. Io intanto mi ero confinato nel mio angolo nell'anonimato, volevo così. Non volevo nessuno. Eugenia alcune volte era venuta da me per farmi integrare un po', ma anche lei dopo qualche giorno si era arresa e non mi aveva chiesto di venire al suo banco. Tutti si arrendono. Ormai era anche banale sperare che qualcuno fosse veramente interessato a me. Per quanto riguarda quei due occhi marroni che avevano un nome, ed era Christian, continuavano ad osservarmi. Alcune volte durante l'orario scolastico lo notavo guardarmi. Tutto ciò mi faceva sentire strano. Alcune volte anche imbarazzato. Non sapevo descrivere ciò che provavo quando incrociavo quei occhi, però non so perché ma l'istinto non mi diceva di allontanarmi come al solito, anzi il cuore diceva di avvicinarmi ma io non ero certamente d'accordo. Cosa potevo mai aspettarmi da quel ragazzo? Sicuramente era come tutti gli altri che aveva come amici sbruffoni, arroganti, fastidiosi e imbecilli. Ero da una settimana a scuola, ero nell'anonimato ma sapevo osservare molto bene. Christian era quello amato un po' da tutta la classe, lo veneravano quasi come un leader. Certo però che non piaceva agli altri il suo legame con Manuel, il più fastidioso, colui che aveva provato a sminuirmi con la sua battuta al primo giorno. Eugenia era amata e odiata. Una parte le voleva bene per la sua gentilezza, la sua bontà, la sua calma. L'altra invece la odiava per la sua precisione maniacale, il suo studiare continuamente e quindi ottenere i voti migliori di tutti. C'era Gloria, lei non veniva considerata da nessuno. Come me praticamente. Era una brava ragazza, andava bene nello studio, era cordiale, ma molto paurosa nell'aprirsi agli altri. Parlava solo con Eugenia e Federico. Federico era il nerd di turno. Era il genio della matematica e quindi l'oggetto da usare di tutta la classe, veniva usato solo per quello e poi non veniva minimamente considerato. Lui era troppo buono e aiutava tutti, solo Eugenia era gentile per davvero con lui.

In questa classe ognuno pensava a sé, o perlomeno ci si parlava solo con il gruppo che ognuno si era formato.
Christian e il suo amichetto del cazzo facevano parte del gruppo dei leader, quelli che si credevano chi sa chi, che cercavano di imporre la propria ideologia di pensiero sugli altri. Io, Gloria e Federico anche se non ci parlavamo perché non ci conoscevamo, invece facevamo parte del gruppo degli esclusi. Poi c'era il gruppetto delle vip del cazzo, il gruppo degli asociali e infine quello dei problematici. Io ero sia in quello degli esclusi che in quello degli asociali Giustamente sorge la domanda Come fai a sapere tutto ciò se non parli con nessuno?" La risposta è ovvia, non parlare non significa non ascoltare. Faccio finta di ignorare tutti ma in realtà osservo e anche tanto. Si è vero forse posso aver creato un immagine di una persona sbagliata, ma la maggior parte delle volte, non ho mai sbagliato.

"Buongiorno ragazzi."

La prof di italiano entrò di botto e mi fece quasi sobbalzare.

"Oggi ci sarà un piccolo sfratto di posti." Disse incrociando le braccia ai fianchi per poi osservarci tutti su chi spostare

Posti? Come posti!? Oddio mi avrebbe spostato sicuramente. Sono nuovo, non ho ancora parlato con nessuno e sicuramente sarò uno dei primi.

"Io e il consiglio di classe, abbiamo notato che qui c'è molta individualità, e chi parla, lo fa con il proprio gruppetto. Questo non va bene. Escludete, isolate gli altri e so anche che ci sono vocine maligne e a me non piace affatto. "

Quel Filo che ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora