Mille pezzi

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Tornare a casa non era stato facile, come avevo previsto, ogni luogo, mi ricordava un momento vissuto con lui, dall'entrata, dal salotto, in cucina, nel bagno, e non parliamo di camera mia, sembrava ancora che riuscissi a sentire il suo profumo, era estenuante, e il fatto di trovarmelo sempre ovunque, non migliorava le cose, quando ho saputo che mio padre si stesse rifacendo una vita, ero felice, ma ora... per come stanno andando le cose, non sono poi più così contento, tutta la mia vita ora comprende anche la sua presenza, e questa cosa, per quanto io cerchi di essere imperturbabile, mi tocca, mi ferisce, e mi rende le cose, molto pesanti. E proprio per queste considerazioni, che l'idea di Alex, di andare via con lui, prendeva spazio dentro di me, era una buona idea, probabilmente cambiare aria mi sarebbe servito e soprattutto avrebbe fatto sì che provassi seriamente a dimenticarlo, averlo sempre in giro, ha complicato le cose, ma forse, andando via, sarei stato meglio, e probabilmente non mi sarei frantumato in mille pezzi

<<bussano alla porta di camera mia>>

"Cristina verrò a fare colazione più tardi" Dissi pensando che avesse bussato la domestica, che ormai non era più una semplice domestica, ma un'amica, una confidente

"Ehm...sono io, posso entrare?" Era Christian, come sempre... non riuscivo mai a togliermelo di dosso

"Entra." Chiusi il mio diario di tutta fretta e lo misi nel reparto segreto del mio cassetto

"Cosa vuoi?" Aggiunsi prima che potesse dirmi qualcosa

"Ecco, mi ha chiamato mia mamma e stanno tornando, saranno qui tra un paio d'ore." Disse grattandosi la nuca

"Beh, e cosa dovrebbe importarmi?" Chiesi del tutto indifferente

"In che senso? N...non sei contento che i nostri genitori stanno tornando a casa?" Chiese lui balbettando

Quanto mi dava fastidio. Ormai tutto mi dava fastidio. La sua voce. I suoi occhi che cercavano di scrutarmi. I suoi anche più piccoli movimenti. Tutto. Mi dava tutto fastidio.

"No, per nulla, speravo che la loro luna di miele anticipata, durasse più del dovuto, questo ritorno improvviso, rende solo le cose più difficili." Sputai tutto velonosamente

"Non ti capisco, i nostri genitori come potrebbero rendere le cose più difficili?"

"E quando mai tu capisci qualcosa? Forse se attivassi il cervello, per fare dei ragionamenti sensati, e non qualcos altro, forse adesso, le cose, sarebbero migliori, e invece... devo fare tutto io, come sempre; secondo te? La loro presenza fa in modo tale che io debba fingere che andiamo d'accordo, che siamo una famigliola felice, che tutto vada bene e che questo periodo tra "fratelli acquisiti" sia andato una favola, ma io, invece, al momento, mi fa venire tutto il voltastomaco. Adesso lo hai capito o devo farti il disegnino?"

Perché adesso? Perché tornare ora? Mancavano ancora alcuni giorni, certo, non tanti, ma sicuramente mi sarebbero serviti per, ecco, cercare di farmi andare meglio le cose, e invece no, va sempre tutto a rotoli, c'è sempre qualcosa che non va come vorrei

"Ho capito, ma non c'è bisogno che ogni qual volta, ti prendi la briga di essere sprezzante nei miei confronti, ho sbagliato, lo so, ma, ecco, cerchiamo di avere almeno un rapporto, non cordiale, ma civile, soprattutto ora che i nostri genitori saranno di nuovo qui."

"Si ok, adesso esci dalla mia camera, devo cambiarmi."

Non appena lui uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle sue spalle, crollai come una pera cotta;

Le mie gambe divennero molli, il mio respiro irregolare, mille lacrime che scendevano senza sosta in un pianto silenzioso. Non potevo farcela, era tutto così difficile; pensavo che la freddezza, l'esser continuamente sprezzante, avrebbe fatto sì che l'immenso dolore che provassi, diminuisse, e invece no, era sempre li, lo avevo solo tappato temporaneamente, ma si sa, prima o poi, il tappo non ce la fa a intrappolare un qualcosa che non si vuole affrontare, e così tornai al mio modo di far passare quel dolore, aprii un cassetto che non aprivo da mesi, incredibile, la persona che era riuscita a non farmi più aprire quel cassetto, adesso, era riuscita a farmelo riaprire; presi quella lametta che era infondo a tutte le cianfrusaglie, che avevo buttato lì dentro, per nascondere, quello che molto spesso, cancellava tutto...

Quel Filo che ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora