Capitolo V - Sovereign Power

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Self-reverence, self-knowledge, self-control,
These three alone lead life to sovereign power(2)

(A. Tennyson, Oenone¸ vv. 142-143)

Tra le coperte soffici, nella fioca luce dell'alba londinese che sgattaiolava nella magnifica camera da letto, il giovane Lord Malfoy si rigirava inquieto.
Aveva trascorso una notte agitata, incapace di scivolare in un profondo sonno ristoratore.
Il vasto letto recava i segni di quel turbamento: un largo lembo di lenzuola ricadeva sul pavimento coperto di tappeti ed i cuscini rivestiti di seta verde erano tutti stropicciati e sparsi fra le coperte.
Bruscamente, Draco spinse via l'ennesimo cuscino incapace di donargli la quiete desiderata. Si mise a sedere, allungando la schiena contro la testiera di legno intarsiato.
Dalla strada, attutiti dalle finestre, giungevano i primi suoni del risveglio di Londra.
Il battere di zoccoli sull'acciottolato, il pianto di un neonato nella casa più vicina, il cigolio di un cancello di qualche gentiluomo che rientrava a quell'ora dopo chissà quali riprovevoli bagordi notturni.
La mente del giovane, però, era occupata da tutt'altri rumori.
Il brusio dominante era quello della voce della Mudblood.
Per quanto avesse controllato ogni emozione in sua presenza, frammenti del lungo ed incredibile racconto avevano continuato a tormentarlo per l'intera notte.
L'aver dovuto mitigare con acqua fredda le fiamme che la strega gli aveva acceso in corpo non aveva naturalmente migliorato le prospettive di buon sonno.
In verità, per gran parte della narrazione Draco era stato sinceramente interessato.
Quel Voldemort, dipinto dalla ragazza come un individuo crudele e divorato dal proprio stesso potere, lo incuriosiva perché sembrava aver raggiunto un dominio della magia che a pochissimi era concesso.
Dal suo punto di vista, poteva considerarsi un grande mago.
Il dilemma morale era secondario, se considerato in relazione ai risultati raggiunti da quel tipo.
La prospettiva che i suoi discendenti si sarebbero legati al partito di Voldemort lo lasciava tutto sommato indifferente. Condivideva certe contrarietà al sangue misto, ma, più ancora che le idee dei Mangiamorte, era il potere che avevano acquistato ad affascinarlo.

In ogni caso, questo era irrilevante.
Se la Mudblood era semplicemente pazza, nulla di quanto aveva ascoltato sarebbe mai esistito.
Se c'era qualcosa di vero nel suo racconto, sarebbe comunque accaduto troppo tardi perché lui potesse prendervi parte.
Per questo, la mente di Draco era stata catturata più dalla prospettiva del viaggio nel tempo che dalla conoscenza del futuro che la ragazza avrebbe potuto offrirgli. Le notizie di simili spostamenti erano sempre confuse, spesso inaffidabili. Ed i gingilli che permettevano di attraversare il tempo a proprio piacimento erano rari ed assai deludenti.
Soltanto un anno prima, Malfoy era riuscito ad entrare in possesso di un orologio da tasca che avrebbe dovuto consentirgli di tornare nel passato: peccato che il lasso di tempo che poteva percorrere a ritroso fosse limitato ad una manciata di secondi.
Considerati i galeoni ed i rischi che gli era costato, quella cianfrusaglia era stata un pessimo affare.
Il solo pensiero che la Mudblood fosse invece riuscita a varcare ben centocinquanta anni, per altro senza perdere nemmeno un'unghia, era a dir poco stupefacente.
Lo era al punto da indurlo a considerare freddamente il suo racconto, senza farsi confondere dall'entusiasmo. Il Lord aveva conservato nella notte la convinzione raggiunta con quel bacio: la strega era incapace di mentire con tanta abilità. Non al punto da poter fingere commozioni e trasporti irreali.
Non era riuscita nemmeno a respingerlo, come doveva averle senza dubbio suggerito l'orgoglio.
Come avrebbe potuto mimare il proprio coinvolgimento nel racconto?
No, la Mudblood credeva a quanto aveva confessato.
Con una forza sconvolgente, persino seducente.
Questo però non significava che ogni cosa fosse reale. In particolare, Draco faticava ad accettare la prospettiva di averla già conosciuta e di aver vissuto quanto lei aveva riportato con particolare minuzia.
Come poteva conciliare chi credeva di essere, il Lord Phineas Malfoy nato quasi vent'anni prima, con quel giovane mago che la Mudblood aveva soccorso durante una battaglia?

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