Since it has pleased Providence to place me in this station,
I shall do my utmost to fulfill my duty towards my country;
I am very young, and perhaps in many,
though not in all things, inexperienced,
but I am sure, that very few have more real good will
and more real desire to do what is fit and right than I have(2).(Victoria of the United Kingdom, Queen's Journal, 20th June 1837)
Draco Malfoy era già stato tanto vicino alla morte.
Gli parve, mentre il peso del suo stesso corpo minacciava di farlo precipitare, di serbare il ricordo di un tempo in cui era stato sospeso in quel medesimo limbo.
Draco provava ora la stessa sensazione della volta precedente: qualcosa di lancinante, che minacciava di spaccarlo in due e separarlo dal suo stesso corpo.
Una parte di lui, debole e vigliacca, non desiderava altro che lasciarsi cadere, precipitare per essere accolto da acque profonde, dense come pece.
Un'altra parte di lui, che compensava la minoranza con l'ostinazione, si aggrappava con tutte le proprie forze ad un barlume di vita, uno spigolo di marmo.
La vita che cercava di trattenere fra le mani era dolorosa, viscida di sangue e d'ambiguo.
La morte pareva più quieta, misteriosa e muta come un menhir.Il giovane Lord cercava di concentrarsi su Bran Flanagan, che da un momento all'altro avrebbe tentato di ucciderlo.
Teneva gli occhi grigi fissi sui movimenti del rosso, in attesa dell'attimo fatale in cui il piede del cacciatore di mostri, o la sua bacchetta, l'avrebbero precipitato di sotto.
Poteva ancora avere una chance: si trattava di schivare il colpo o addirittura sbilanciare l'avversario a propria volta.
Poteva sfuggire ancora alla morte.
Se il suo corpo non si abbandonava di già al vuoto, però, ecco la mente che vi scivolava: era come se concentrarsi sulla presenza di Flanagan fosse difficile. Come se ad una morte se ne sovrapponesse un'altra, una morte cui era già scampato e che pure tornava a tormentarlo.
Un conto in sospeso.Poi però lo stivale di Bran riempì il campo visivo di Malfoy.
Attese l'urto sulla propria mascella, il calcio con cui gli avrebbe sfondato la bocca, il dolore che gli avrebbe fatto perdere la presa e l'avrebbe ucciso.
Cercò di indovinare la traiettoria, per poterla evitare.
Quando realizzò che non avrebbe davvero potuto fare molto, non senza mollare i pochi appigli che gli rimanevano, chiuse gli occhi, con l'istinto del bambino che esclude il mondo in un battito di ciglia.
E, in quel buio rassicurante, il colpo non arrivò.Arrivò invece una sensazione di leggerezza, che partiva dalle caviglie ed arrivava fino alla testa. Una sensazione così profonda e prepotente da staccare le dita di Draco dalla pietra scheggiata ed indurlo ad abbandonarsi all'onda. L'onda lo trasportò con dolcezza, allentando la tensione nei suoi muscoli e quindi adagiandolo sul marmo freddo.
Poi, proprio come la marea, l'onda rifluì.
Le membra del ragazzo tornarono al proprio naturale peso. Con il peso arrivò anche il dolore ed il Lord strinse la mano sinistra al fianco offeso, sentendo il sangue caldo che bagnava la stoffa. A propria volta, il dolore lo obbligò a tornare alla realtà ed al pericolo.
Cercò con lo sguardo Bran Flanagan.
Lo trovò immediatamente, proprio dove l'aveva lasciato. Aveva ancora il piede, infilato nel pesante stivale, sollevato a mezz'aria. Là dove era stato il suo obiettivo – Draco – non c'era però che spazio vuoto, perché ormai il giovane Lord era al sicuro, stremato ma vivo con la testa contro la balaustra di marmo.
E solo allora, mentre realizzava che era vivo perché Flanagan era immobile, pietrificato, si accorse dell'altro.
Non era molto alto, ma era un'impressione ingannevole, indotta da una spalla deforme. Il resto del corpo era ben proporzionato, ma quello squilibrio nell'altezza delle spalle, il modo in cui la schiena era costretta a curvarsi e quello in cui la testa lottava per rimanere eretta contribuivano ad un risultato grottesco.
Gli occhi scuri dell'uomo non abbandonava quelli di Draco.
Improvvisamente, nel movimento con cui allungò una mano verso il Lord, lo sconosciuto gobbo parve farsi elegante, e virile. Malfoy, però, per quella diffidenza che gli era congenita, non accettò l'aiuto e si rimise in piedi da sé, avvolgendo un braccio attorno alla balaustra e quindi poggiando la schiena ad una delle colonne.
Il polso rotto rischiava di farlo gridare per il dolore, da un momento all'altro.
- Chi siete? – domandò, a bruciapelo e denti stretti.
Le sopracciglia folte dell'uomo si sollevarono per un momento: sembrò sul punto di ricordare al giovane mago che l'aveva appena salvato dalla morte, ma rinunciò senza sforzo evidente.
Al contrario, porse a Draco la bacchetta di cui era stato disarmato.
- Poco importa: possiamo rimandare le presentazioni – replicò, con una voce quieta e profonda che sembrava fatta per ispirare fiducia. Anche se Malfoy si sentì rassicurato soltanto quando chiuse le dita della sinistra sulla bacchetta - Credo che dovremo preoccuparci di Hermione, ora –
Il gobbo non aveva ancora terminato l'ultima sillaba che un ululato riecheggiò fra le pareti dell'abbazia.
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Gargoyle - Beneath the Stone
FanfictionQuesta storia è di proprietà di Lhoss, autore/autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=576007 1998, Battaglia di Hogwarts. Quando Hermione...