Capitolo XXX - Impracticable

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Nelly, I am Heathcliff,
he's always, always in my mind -
not as a pleasure, any more than I am always a pleasure to myself -
but as my own being;
so, don't talk of our separation again -
it is impracticable(2).

(E. Brönte, Wuthering Height, ch. IX)

- Perché diavolo dovresti usare l'Oblivion su di me, Mudblood? –
Draco le apparve spossato.
Il volto pallido, i lineamenti tirati, ombre fosche sotto gli occhi leggermente irritati dal vento e poi dal fitto lavoro nel laboratorio. Una vista che punse il cuore di Hermione.
E' colpa mia.
- Ho pensato che, se io usassi l'incanto su di te poco prima della mia partenza, rimuovendo ogni ricordo a me legato, forse...- si mosse appena a disagio sulla poltrona di vimini, sotto lo sguardo cupo del giovane Lord - ...forse sarebbe meno difficile. Per te, intendo –
Malfoy fece scorrere le dita sullo spigolo del tavolo da lavoro, coperto di una leggera patina di sporco: polvere, terriccio, foglie morte, umidità. Nel seguire lo spigolo, si fece più vicino alla strega seduta. Sembrava riflettere, con la fronte leggermente corrugata.
Si fermò di fronte a lei e si appoggiò mollemente al bordo del tavolo.
- No – rispose, infine, giunto al termine dei propri pensieri.
- Ne sei certo? Non sono Hydrus Black...- tentò di ironizzare Hermione - ...ma posso assicurarmi che tu non rammenti nulla. Forse sarà più sicuro anche per lo svolgersi della Storia –
- Ti preoccupi per il tuo segreto, Mudblood? – le chiese, con una nota di stizza – Lo serberò, stanne certa. Non devi temere che io divulghi la tua storia o che comprometta gli eventi commettendo qualche sciocchezza –
- E' per te che mi preoccupo – lo corresse, osservandolo con una dolcezza che minacciò di ferirlo.
- Molto generoso – replicò, infatti, brusco.
- Draco...-
- Posso sapere come hai avuto quest'idea? Credevo dovessi riposare, non elaborare assurde proposte –
- Ho riposato. Per quanto ho potuto almeno...non riesco a smettere di pensare a quanto sta per accadere – gli confessò. Lui non la interruppe e Hermione riprese a parlare – Ho cercato di distrarmi e sono arrivata qui. C'era tuo nonno –
- Cosa? – questa volta Draco parve sorpreso. Si guardò intorno, quasi il vecchio dovesse spuntare da uno dei vasi di terracotta, da un momento all'altro – E' stato lui a suggerirti di usare l'Oblivion con me? – domandò, riportando gli occhi grigi sulla ragazza in un moto di sospetto.
- Oh, no...- Hermione scosse il capo – E' qualcosa a cui ho pensato da sola, riflettendo su come già la memoria di altri sia stata modificata per quanto riguarda la mia presenza qui. Con tuo nonno non ho certo parlato di questo: non gli ho rivelato da dove provengo. Abbiamo solo fatto quattro chiacchiere... –
- Quattro chiacchiere? – ripeté il giovane, meccanicamente. Sembrava incapace di associare una simile espressione ad Hiram Malfoy. Hermione parve leggermente a disagio, come se l'argomento non fosse di suo eccessivo gradimento, o desiderasse proteggerlo dallo sguardo del mago.
- Credo volesse capire le mie intenzioni. E io gli ho detto la verità – spiegò, piuttosto vaga.
- Che te ne stai andando. Sarà stato sollevato – concluse Draco, in sua vece.
- Sì, lo è stato. Ma è un mago diverso da quel che mi aspettavo...insomma, il primo incontro non era stato molto incoraggiante, considerato che ti ha schiantato, ma abbiamo potuto parlare a dispetto delle divergenze di opinione – ammise la Gryffindor.
- Se non gli hai spiegato nulla della tua presenza qui, allora non avrà avuto modo di dirti che era sua l'annotazione sui Gargoyles sul bestiario magico di Hyeronimus Finch III –
Hermione sgranò gli occhi nocciola. L'annotazione!
Sei sciocco come un troll, Finch! Paragonarli agli elfi domestici! I Gargoyles Maggiori posseggono la conoscenza del Tempo.
Da quelle parole era riuscita a dirigere la propria ricerca in maniera fruttuosa. Nel succedersi degli eventi si era dimenticata di indagare su chi potesse essere l'autore di quella nota così importante per lei.
E ora l'aveva addirittura incontrato: un altro piccolo tassello che trovava la propria collocazione.
- Così dovrai davvero ai Malfoy il tuo viaggio nel Tempo – soggiunse Draco, tutt'altro che entusiasta all'idea.
- Tu quindi conoscevi la sua annotazione...- realizzò intanto la ragazza, in un fiotto di irritazione - ...ed anche in questo caso non si può dire che il tuo contributo sia stato particolarmente costruttivo –
- Dimentichi che sono stato proprio io a risolvere l'ultimo enigma dei Daimones. Se non avessimo salvato la regina forse non staremmo discutendo di questo. E ho speso queste ultime ore attorno alla Giratempo, per assicurarmi che funzioni –
Hermione tacque, perché doveva ammettere che almeno su quel punto Malfoy aveva ragione.
Però c'era anche qualcosa di diverso a tormentarla, qualcosa che non riguardava il Tempo, ma solo lei e Draco. Alzò gli occhi su di lui, con le mani raccolte in grembo e le dita che tremavano appena.
- Sono stata uno strumento per le tue ricerche sulla Giratempo? Il tuo interesse era influenzato da quello che ti avevo raccontato, eri curioso di...- si bloccò, con un groppo in gola.
Osò spiare l'espressione del giovane Lord e vi trovò prima costernazione, poi morbidezza.
- All'inizio ciò che ti ha reso davvero unica ai miei occhi è stata la tua storia, alla quale nemmeno sapevo se credere o no. In più ero interessato al tuo sangue, come già sai. Quindi sì, credo si possa dire che nei primi tempi sei stata uno strumento per le mie ricerche –
Il cuore della ragazza perse un battito e distolse gli occhi da quelli di Draco.
Lui però non aveva finito di parlare e sentì la sua voce farsi più bassa, vibrante.
- Più passava il tempo, però, e meno erano le ricerche ad interessarmi. La mia attenzione si spostava su di te, sempre più, giorno dopo giorno. Ora so che le ricerche servivano per arrivare a te e non il contrario –
Hermione raddrizzò il capo e vide il giovane sorriderle appena, mentre le tendeva la mano.
La strega si sollevò dalla poltroncina, con un movimento lento, ed accettò quel piccolo appiglio. Le dita di lui erano calde, le sue più fredde per via della permanenza nella serra umida.
L'aiutò a mettersi in piedi e quindi la guidò accanto a sé, finché la mano libera di Hermione non si posò sul suo torace. Lo sguardo della ragazza però era ancora basso e Draco le passò la punta delle dita sotto al mento, per incoraggiarla ad alzare il viso.
- Separarci è mostruoso – le mormorò, solleticandole le guance con il proprio respiro – Un crimine contro noi stessi. E tu lo sai bene –
Lei non rispose, scosse appena il capo e gli offrì le labbra. Per un momento, di fronte alla piccola ma morbida bocca della Mudblood, il giovane Lord esitò. Si chiese se quel bacio non fosse altro che una via di fuga dalle domande e, ancor più, dalle risposte.
Ma il volto di lei pareva emanare una tale, discreta ed elegante luminosità, che non seppe tirarsi indietro. Draco chinò la testa ed abbassò la bocca su quella della ragazza, cogliendovi un'ombra salata, forse lacrime che aveva speso lontano dai suoi occhi.
Succhiò via quell'ombra e la sostituì con il sapore delle proprie labbra.
Le braccia della ragazza scivolarono verso l'alto, si avvolsero attorno al suo collo. Per divorare la differenza d'altezza, lei era costretta a sollevarsi sulle punte dei piedi e questo conferiva una deliziosa tensione al suo corpo minuto, un preludio di elettricità che riempiva le mani di Malfoy del desiderio di spogliarla.
Quando la lingua della Mudblood cercò la sua, quando le loro bocche si schiusero ed il bacio si fece più profondo, Draco le cinse la vita con un braccio, schiacciandola contro di sé. Per quanta distanza lei intendesse frapporre fra sé e lui, doveva ricordare questo: i loro corpi aderire perfettamente.
Dovettero staccarsi per un momento, per riprendere fiato.
- Sei ancora arrabbiata con me, Mudblood? – le chiese il mago, con un sorrisetto leggero.
Hermione socchiuse gli occhi nocciola. Gli graffiò appena il collo con la punta delle dita, senza scalfire davvero la pelle candida del ragazzo.
- Non ho tempo per essere arrabbiata – ammise, con voce bassa.
Dal collo di Draco risalì al volto e disegnò la linea dello zigomo, poi l'osso del naso affilato, fino alla curva della narice e più giù, all'angolo delle labbra che lui sollevò quasi per riflesso, sotto l'impressione lieve della carezza. Le dita di Hermione sfregarono piano sulla mascella non rasata di fresco, sostarono sulla forma aguzza del mento e poi di nuovo su, fino alle basette e sulla curva dell'orecchio destro, per poi affondare fra i capelli.
Lì la presa della sua mano si fece salda ed attirò la testa di Draco accanto alla propria, per tornare a baciarlo. Lui acconsentì di buon grado e lasciò che fosse lei a catturarlo, lei a mordergli il labbro inferiore ed a violare la sua bocca con piccoli colpi della lingua.
Quanto a lui, gustò la meraviglia dell'attesa, si costrinse ad aspettare ancora, a non affrettare i tempi, affinché il desiderio potesse farsi ancora più impellente.
Quando l'inattività divenne insopportabile e quando la ragazza stessa prese a reclamare di più, col corpo se non con le parole, rovesciò le posizioni.

Gargoyle - Beneath the StoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora