Capitolo III - The Fullest Belief

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From the very beginning— from the first moment,

I may almost say— of my acquaintance with you, your manners,
impressing me with the fullest belief of your arrogance, your conceit,
and your selfish disdain of the feelings of others,
were such as to form the groundwork of disapprobation
on which succeeding events have built so immovable a dislike(2)

(J. Austen, Pride and Prejudice)

La carrozza si mosse con un sussulto.
Hermione, impreparata, finì spinta contro il sedile imbottito: era rivestito di velluto verde, nella stessa tonalità scura del nastro sul cilindro del giovane Lord. Questi si era accomodato sul sedile opposto e non aveva avuto bisogno di fare alcun cenno al cocchiere perché la carrozza partisse immediatamente.
La strega era rimasta davvero colpita dal mezzo di trasporto.
Aveva per un momento temuto che Malfoy intendesse portarla via da Notturn Alley in sella ad una scopa – o magari appesa a questa – ed invece l'aveva accolta, ad un solo passo dalla soglia di casa Goyle, una vera carrozza.
Chiusa su tutti i lati, ad esclusione del modesto riquadro dei finestrini sulle due portiere, la carrozza aveva un'aria solida ma anche un po' sinistra, così scura, con quelle grandi ruote. Non c'erano stemmi sulle fiancate, guarnite soltanto da qualche profilo di vernice argentea.
Sospinta dalla bacchetta del mago, che la pungeva fra le scapole, la Gryffindor non aveva potuto attardarsi in altre osservazioni. Aveva colto a stento la presenza del cocchiere, un tipo reso ancor più alto dal cilindro nero, seduto sul predellino. Ed i cavalli erano stati soltanto una macchia scura ed impaziente al limite del suo campo visivo.
Ora, Hermione si stupiva della comodità dell'abitacolo. Eppure, fra i confusi ricordi del tragitto compiuto sulla spalla di Goyle, la sera precedente, c'era quello di una viuzza secondaria di Notturn Alley, non più di un vicoletto. Come poteva la carrozza riuscire a passarvi tanto agevolmente?
Benché avesse ancora le mani legate, la strega si azzardò a scostare un poco la tendina più vicina e scoprì che i muri delle abitazioni del vicolo scorrevano proprio lì accanto. Erano così vicini che, d'istinto, si ritrasse contro il sedile.
Sentì qualcuno ridere e scoprì che quel qualcuno era il giovane Malfoy.
- E' una carrozza magica – la informò, mentre si toglieva di capo il cilindro - Presumo tu non sia mai salita su una di queste – soggiunse, con un sorrisetto piuttosto irritante.
Hermione, scura in volto, osservò di soppiatto il mago. Anche ora che si era liberato dal cappello confermava la prima impressione: era proprio Draco Malfoy, fino alla punta dei biondissimi capelli. Persino la lunghezza delle ciocche era identica a quella del...giorno della sua morte - aveva deciso di considerarlo tale, in assenza di migliori proposte.
Non rispose alla provocazione del ragazzo e questi continuò a parlarle, con lo stesso tono neutro da guida turistica.
- Apparentemente è una carrozza babbana, trainata da cavalli e bisognosa di un cocchiere. In realtà può viaggiare molto più velocemente, ma soprattutto può restringersi a proprio piacimento, senza nessun disagio per i passeggeri, se deve percorrere spazi angusti –
La strega rimase in un cocciuto silenzio.
Era straordinariamente indispettita dalla situazione, dal rifiuto di Draco di riconoscerla e dal suo comportamento. Sotto un'altra luce, l'intervento a suo favore di poco prima, quando aveva fermato Goyle, spiccava per il ritardo con cui era giunto.
Così mantenne lo sguardo su quella piccola porzione d'esterno – muri, muri, poi il respiro più largo di una strada principale – che riusciva a catturare dal finestrino. Con la coda dell'occhio lo vide armeggiare, sfilarsi i guanti per rivelare le belle mani pallide e quindi puntarle la bacchetta addosso.
Hermione si irrigidì ed alzò le mani in un inutile tentativo di protezione.
Il breve lucore dell'incantesimo finì soltanto per liberarle i polsi dalla costrizione del nastro: svanì in un sospiro, lasciandole un'espressione stupefatta sul volto.
Malfoy approfittò di quella meraviglia per cambiare sedile. Si accomodò al suo fianco e sollevò la bacchetta davanti al volto della ragazza.
- Non tentare nemmeno di darti alla fuga, Mudblood – le consigliò – Gli sportelli della carrozza, così come ogni porta o finestra della casa che raggiungeremo, sono progettati magicamente per resistere a chiunque non sia io –
- Io non...- tentò di replicare la strega, ma lui la interruppe con un'occhiata severa.
- Lasciami finire. Posso giurarti che se tenterai di darmi qualche problema, qualche piccolissimo problema, ti seguirò anche in capo al mondo e nelle fauci di un Ungaro Spinato per fartela pagare – e dal baluginio d'acciaio del suo sguardo sembravano non esserci dubbi sulla determinazione del Lord – Hai capito, Mudblood? –
Hermione vibrò di rabbia.
Come osava parlarle a quella maniera? Come...come fosse un oggetto. Un animaletto da compagnia.
Ed a quel punto si ricordò che lui, a tutti gli effetti, l'aveva proprio comprata come si acquista un soprammobile o un pappagallino.
Ora esigeva una risposta da lei, la promessa che non avrebbe tentato di scappare perché aveva compreso la serietà della sua minaccia. Ma il suo cuore di Gryffindor non si sarebbe piegato tanto facilmente.
- Puoi scordartelo, Malfoy
Quasi non si accorse di aver parlato a voce alta e di non aver soltanto scolpito nella propria testa quella risoluzione. Vide gli occhi del ragazzo dilatarsi per la replica inaspettata e subito le dita stringersi sul legno della bacchetta.
Prima che potesse fare qualcosa per evitarlo, le fu addosso.
Con una mano le afferrò il polso sinistro, mentre con l'altra sospingeva la punta della bacchetta contro il suo collo, costringendola a sollevare il mento con un gemito di spavento. Nel movimento si era così sbilanciato da finirle sopra, premendola nell'angolo del sedile.
Le dita libere di Hermione si aggrapparono alle pieghe del suo mantello e quindi provarono a sospingerlo via, lottando contro il torace del mago che le si stringeva contro. Sentiva il ginocchio del giovane premere contro la sua gamba e la lieve impronta aromatica, di tabacco, dei suoi abiti.
I loro volti erano più vicini di quanto lo fossero mai stati, se si escludeva quella terribile notte del 1998, quella da cui tutto era iniziato.
Era strano, molto strano, ma la stravaganza della situazione era superata, nel cuore della strega, dal vivido e ributtante ricordo del trattamento appena ricevuto da Goyle.

Gargoyle - Beneath the StoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora