Capitolo XVI - To Determine Intimacy

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It is not time or opportunity that is to determine intimacy;
it is disposition alone.
Seven years would be insufficient to make some people
acquainted with each other,
and seven days are more than enough for others(2)

(J. Austen, Sense and Sensibility)


Avete mai avuto modo di scoprire quanto sia corroborante un bagno caldo?

Non potrete mai dire d'averlo capito davvero finché non vivrete in un Paese tanto avvezzo alla pioggia quanto l'Inghilterra, non finché non sentirete anche il più piccolo dei vostri ossicini intirizzito fino al midollo.
Ed oso sostenere che, anche in tal caso, sareste ben lontani dal comprendere quanto fosse piacevole per Hermione Granger potersene rimanere immersa nell'acqua bollente.
Infatti, oltre al clima uggioso di quella parte del Regno, nelle ultime ventiquattro ore la giovane aveva avuto la sfortunata possibilità di sperimentare quanto sporche, umide e malsane fossero le fogne di Londra. Certo gli incantesimi di Malfoy avevano migliorato la pulizia del corpo, ma il solo ricordo del sudiciume nelle viscere della città bastava a rendere graditissimo quel bagno.
Senza contare che lo scontro con la Cockatrice aveva lasciato spossata la strega: poter appoggiare la nuca al bordo di ceramica della vasca e farsi cullare dalla carezza dell'acqua era una panacea anche per la tensione accumulata durante la disavventura.
Soltanto una cosa quel bagno sembrava non poter curare.

Ed era il pensiero di Draco, con cui la ragazza aveva appena fatto sesso nel laboratorio.
Beh, non proprio appena.

Prima di ritirarsi nella modesta stanzetta da bagno nei quartieri della servitù, la Gryffindor aveva portato a Bran Flanagan la pozione di cura. Sì, proprio quella che il giovane Lord aveva preparato sotto i suoi occhi. Quella che aveva rischiato di rovesciarsi quando i fianchi di Draco si erano mossi più energici ed impetuosi che mai, nel possederla.
Hermione aveva temuto che bastasse un'occhiata al suo volto, mentre reggeva l'ampolla colma di un liquido color indaco, per capire cosa fosse successo fra lei ed il padrone di casa. Era stata quasi sollevata dallo scoprire che Bran giaceva profondamente addormentato.
L'efficienza degli elfi domestici non poteva essere messa in discussione.
Proprio come ordinato loro da Malfoy, il mago ferito era stato trasportato in una camera degli ospiti – per altro decisamente più lussuosa di quanto fosse mai stata la stanzetta della Mudblood. Bran era stato adagiato su un vasto e comodo letto, le sue ferite disinfettate e coperte di nuove bende. Gli erano infine state somministrate tutte le pozioni del caso, sia per lenire il dolore che per evitare infezioni. Infine, un buon sonnifero l'aveva sprofondato in un sonno quieto.
Così Hermione non aveva potuto fare altro che consegnare a Wimpy, in attenta veglia del malato, la dose appena preparata. La creaturina, con un inchino, le aveva assicurato che il ragazzo, grazie alle sue cure, si sarebbe ripreso nel giro di qualche giorno.
La strega si era scoperta meno preoccupata del previsto, e meno di quanto la sua coscienza potesse ammettere, per le condizioni di Flanagan. Non perché la sua salute le fosse indifferente, ma perché le era bastata la parola di Malfoy per non avere più dubbi sulle cure riserbate a Bran.

Vivrà perché non gli permetterò di morire, le aveva detto Draco. E lei ci credeva.
Troppe volte il Lord aveva dimostrato d'essere tutt'altro che affidabile. Però la giovane non era in grado di mettere in dubbio la sua parola, quando le parlava in una certa maniera.
Le rassicurazioni sul prossimo futuro di Flanagan rientravano in quella certa maniera della quale non sapeva diffidare.
La strega stava riflettendo proprio su questa strana ed oscillante fiducia che lo Slytherin sapeva suscitare in lei, quando sentì la porta aprirsi. Non ebbe il minimo dubbio su chi potesse essere.
- Malfoy, vorrei rimanere sola – chiarì, portando istintivamente le mani a raccogliere un poco di schiuma sul seno.
Poteva anche aver fatto sesso con lui piegata sul tavolo del laboratorio, ma questo non significava gettare alle ortiche un po' di privacy.
Il ragazzo, evidentemente poco avvezzo al concetto di riservatezza, la ignorò. La porta sbatté alle sue spalle ed Hermione dovette storcere il collo per vedere Draco accostarsi alla vasca con il consueto passo lento, di felino.
- Vorrei farti notare che fuggirtene a quel modo dal laboratorio è stato piuttosto sgarbato -
Il giovane era in piedi accanto alla vasca di ceramica. Non guardava la ragazza che vi era immersa, ma era impegnato a slacciare i bottoni lucidi del panciotto scuro.
L'unica cosa che il suo tono lasciava trasparire era un gelido, assoluto, autocontrollo.
La strega fu tentata di negare orgogliosamente la fuga, ma era troppo onesta, troppo ammorbidita dal bagno caldo e troppo nuda, in prossimità di Draco, per mentire. Così sospirò e giocherellò con una piccola bolla che galleggiava a fior d'acqua.
- Hai ragione. Ma era così... imbarazzante –
- Ti imbarazza raggiungere il piacere fra le mie braccia? – le chiese, velenoso.
L'ultimo bottone del panciotto sgusciò dall'asola.
- Sai cosa intendo. Dopo quello che è successo, io non sapevo davvero che dirti –
- Ah, qualsiasi cosa, tranne ciò che hai detto. Pensavi a quel pezzente anche mentre gemevi? –

Gargoyle - Beneath the StoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora