Capitolo XXI - Be Afraid of Nothing

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When your youth goes, your beauty will go with it,
and then you will suddenly discover
that there are no triumphs left for you [...]
Live! Live the wonderful life that is in you!
Let nothing be lost upon you.
Be always searching for new sensations.
Be afraid of nothing.

(O. Wilde, The Portrait of Dorian Gray, Ch.2)


- Dotty, vedi qualcosa? –
L'elfo domestico si rizzò sui piedini, puntandoli contro il cuscino di raso della piccola seggiola che aveva accostato ad una delle finestre. Il lungo naso della creaturina era ormai gelato, poiché da ore lo teneva incollato al vetro, senza osare distogliere lo sguardo dalla strada.
Si sporse per l'ennesima volta, strofinando il musetto grinzoso sul piccolo riquadro della finestra piombata e spalancò gli occhi per distinguere qualcosa di più nella bruma della sera.
- No, padrona, non c'è nessuno – decise Dotty, infine, dopo aver meticolosamente controllato tutto ciò che poteva scorgere dalla propria postazione.
Belinda Griggs sospirò, per l'ennesima volta.
Da ore lei e la sua piccola governante erano in attesa della visita di Theophilus Nott.
L'elfo domestico fungeva da vedetta, pronta ad avvisare la propria signora non appena l'ormai nota carrozza dei Nott si fosse avvicinata al marciapiede. Le ore però scorrevano lente e tormentose, senza che il mago tenesse fede alla propria parola.
Era scesa una fitta nebbia, capace di rubare al giorno le ultime luci e di precipitare la camera della strega in un'ombra malaticcia, pallida come lei stessa. Belinda avrebbe voluto quietarsi con una tazza di buon tè, ma non osava dare ordine a Dotty di prepararlo, per non distoglierla dalla sua mansione alla finestra. Quanto a sé, non era certa di ricordare il giusto incantesimo.
Così si rigirava, infreddolita ed inquieta, su una poltrona.
Indossava l'elegante ed appariscente abito verde con cui si era recata nella dimora di Malfoy.
La seta le luccicava addosso come scaglie di serpente ed i nastri di nero velluto che le chiudevano il bustino, a tratti, sembravano poterla soffocare. Rigirò fra le dita una ciocca bionda e cercò di calmarsi. Se non si fosse dominata prima dell'arrivo di Nott, ogni buon proposito sarebbe fallito: il ragazzo le avrebbe letto in viso il tradimento e lei sarebbe stata nei guai.
- Oh, quanto sono sciocca! – sbottò, torturando i lunghi guanti che s'era sfilata dalle braccia, ora bianche e tornite nel mare di seta verde del grembo.
Avrebbe dovuto prestare orecchio ai buoni suggerimenti della signorina Granger.
Rimanere nella casa di Malfoy sarebbe stato più sicuro: ormai era certa di aver peccato di boria nel credere di poter tenere testa a Nott. Non era uno stupido e per quanto lei potesse essere abile nel mentire, non aveva dimenticato la prepotente facilità con cui il giovane mago era riuscito a farla invaghire di sé.
Poteva essere certa di non ricadere nella trappola dei suoi occhi blu ed in quella delle sue forti braccia?
Con l'estasi del piacere avrebbe potuto strapparle una confessione.
Ed allora, chi avrebbe potuto salvarla dall'ira e dalla vendetta di Theophilus?
Ah, avrei dovuto implorare il perdono e la protezione di Phineas!
Allo stesso modo in cui era sempre stata rapida all'amore, Belinda era stata lesta anche al coraggio e non aveva esitato a lungo per assumere panni di un eroina da romanzo – proprio come quelle che avevano popolato la sua adolescenza.
Dunque aveva bevuto fino in fondo quel calice.
Sapeva d'aver avuto ragione: tornare alla propria dimora e sperare di convincere Theo che ogni cosa fosse andata a buon fine avrebbe guadagnato tempo a Malfoy ed alla sua Mudblood. Ma se qualcosa fosse andato storto, se solo Nott avesse intuito o sospettato...
...oh, povera me!
E allora, chi sarebbe intervenuto in suo soccorso?
La signorina Granger, sì, lei l'avrebbe fatto e forse avrebbe persino potuto ottenere l'appoggio di Phineas – che pure avrebbe desiderato punirla per aver agito a suo danno.
Miss Griggs si rincuorò un poco.
Aveva un'amica, ora, o qualcosa di simile.
Questo però non le impedì di sobbalzare al suono di ruote che stridevano sulla strada umida di nebbia. Avrebbe voluto balzare in piedi, ma le forze le mancarono e poté soltanto stringere le dita, convulsamente, sui braccioli della poltrona.
- Oh, padrona, non vi agitate! – la pregò Dotty, abbracciando lo schienale della seggiolina. Aveva indovinato subito quale preoccupazione potesse essere per la padrona quel rumorio dalla strada, ma i suoi occhi non sbagliavano - Non è la carrozza del signor Nott – le assicurò.
In effetti il rumorio di zoccoli e di ruote si allontanò nella sera: Belinda si distese appena. I battiti del suo cuore tornarono regolari e raccolse i guanti scivolati a terra nel tumulto.
Si rimproverava il non aver accettato l'offerta di Hermione Granger, però non era pentita di come aveva agito.
Anche di fronte al timore crescente, non aveva dubbi sulla necessità delle proprie scelte. No, non poteva davvero permettere che a Phineas fosse strappata la sua Mudblood. La bionda strega, in una certa misura, era naturalmente gelosa del rapporto fra i due, perché avrebbe voluto la possibilità di vivere qualcosa di paragonabile, un giorno o l'altro.
Quel tocco d'astio amaro, però, non era sufficiente per augurare loro alcun male.
Anzi, Belinda conservava in sé un nocciolo di pura ed intatta generosità: non credeva che ciò che le era negato dovesse esser, per ripicca, negato a chiunque altro.

Gargoyle - Beneath the StoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora