-8- Terror

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"Hermione..."

Harry la fissava sbigottito.

"Scusami... scusami, Harry."

Proprio una cosa di cui il suo amico aveva bisogno: che lei gli rispondesse male.

Erano nel 'Quartier generale dell'Ordine della Fence', una società segreta fondata da Silente.

Harry era arrivato nella vecchia casa di Sirius Black una settimana dopo di loro. Hermione non aveva letto le sue lettere, oltre ad aver ignorato quelle di Ron, e quando si erano alla fine rivisti, era esploso.

Aveva urlato loro addosso che si era sentito escluso, poi qualcosa su un attacco di Dissennatori a casa dei suoi zii, - cosa che aveva gelato il sangue nelle vene di Hermione. Harry urlava ed urlava ed a un tratto anche lei si era ritrovata ad urlare.

Gli aveva detto di chiudere quella cazzo di bocca, proprio così. Chiudi quella cazzo di bocca, Harry, va bene? Non siamo soli, c'è della gente al piano di sotto!

Questo aveva davvero zittito Harry. Ron invece la guardava come se si fosse trasformata in uno Schiopodo Sparacoda.

Non era stato giusto nei confronti dell'amico, ma cosa c'era stato di giusto, ultimamente?

Hermione pensò a cosa ne avrebbe detto Rita. La giornalista, a proposito, chissà dov'era. Era sola. Era ingiusto sentirsi così nei confronti di Harry e Ron? No. La realtà era diversa, ora.

L'antica casa dei Black era diventata il quartier generale dell'Ordine della Fenice. Casa del padrino di Harry, Sirius.

Harry si era infuriato perché Silente aveva fatto giurare a lei e a Ron di non scrivere niente di importante per lettera, così il ragazzo aveva potuto sapere cosa stesse succedendo ( e nemmeno tutto) solo quando, la sera prima, era stato scortato lì da Tonks, Malocchio e altri Auror.

Hermione lo capiva, capiva la sua rabbia, ma si domandava - mentre tutti e tre sorseggiavano the caldo e mangiavano sandwich - quanto potessero cambiare ancora le facce di Ron ed Harry se avessero scoperto ciò che lei teneva nascosto.

Fu Harry rompere di nuovo quello strano silenzio. La sua voce sembrava normale.

"Ha altre forze a disposizione, oltre ai suoi Mangiamorte. Così mi hanno detto."

Questa volta fu Hermione ad annuire senza parlare.

Quella parola le aveva risvegliato dentro fremiti di disgusto. Le risposte che lei, Hermione, aveva fornito su quanto era accaduto nel mondo magico mentre Harry era isolato a Privet Drive macinavano dentro Harry. Lo capiva dalla durezza delle sue labbra. Qualsiasi cosa li aspettasse a scuola, Hermione sentiva che il Ministero avrebbe cercato di scalzare Silente dal suo ruolo. Non poteva essere altrimenti, lo diffamavano in lungo e in largo da mesi su tutti i giornali.

Ad un tratto ci fu un fruscio secco, ed Harry si animò, balzando di nuovo in piedi. I suoi occhi erano roventi.

"Chissà perché la Skeeter non é in prima pagina contro Silente..." e buttò con disprezzo il giornale sul letto.

Hermione bevve un lungo, lunghissimo sorso di the.

* * *

Quella sera, il padre di Hermione entrò nella stanza vuota della propria figlia. Gli serviva lo scaldino elettrico, ecco perché si trovava lì, Hermione lo aveva lasciato sulle coperte. Mentre tornava indietro con lo scaldino tra le braccia, lo sguardo dell'uomo venne catturato da un voluminoso quaderno aperto sulla scrivania.

You Must be Miss GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora