-15- It's a dangerous game, Granger

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C'era qualcuno in grado di sfuggire al controllo, come aveva potuto dimenticarlo.

Si trattava di Albus Silente.

Era riuscito a far uscire i Weasley da Hogwarts sotto il naso del Ministero.

Non era per partecipare ad un lieto evento: il signor Weasley era stato attaccato mentre si trovava all'interno del Ministero della Magia, in piena notte.

L'Ordine della Fenice stava lavorando.

Hermione Granger, pallida e stravolta in un maglione troppo grande per lei ormai, aspettava.

Aspettava in silenzio, chiusa nei suoi segreti, dove nessuno poteva raggiungerla o prestare attenzione a lei.

L'orologio ticchettava inesorabilmente, scandendo la notte.

Aspettavano che la signora Weasley tornasse dal San Mungo, dove il signor Weasley stava ricevendo cure adeguate.

In quel momento, Hermione Granger si vergognava profondamente dei suoi stessi pensieri, perché pensava a Lucius Malfoy ed erano tutte cose che non avrebbe mai potuto confessare ad anima viva.

Lucius forse non sapeva quello che era accaduto tra lei e Draco... non che fosse accaduto molto.

Quel poco, glielo avrebbe fatto certamente scontare. Non aveva alcun dubbio, Hermione, di venire scoperta.

Lucius ci riusciva sempre. 

E a lei dispiaceva, perché era il suo unico conforto, quel che stava accadendo tra lei e Draco Malfoy da due settimane a quella parte. 

Forse Lucius non sapeva ancora che adesso loro due si seguivano tutto il tempo, con lo sguardo, e si scrivevano appena potevano, anche per scambiare qualche chiacchiera oziosa, dall'aria normale.  

Sarebbe stato irrazionale pensare che il suo controllo si estendesse fino a quel punto ad Hogwarts. No?

Ma a quel punto... Hermione doveva accettare di essere irrazionale.

Hermione Granger era certa che ci fosse Lucius, dietro all'aggressione al signor Weasley.

La visione di Harry aveva mostrato un gigantesco serpente. Nessun Lucius Malfoy. Ma Hermione aveva avuto due settimane di tregua per scoprire personalmente che Lucius, semplicemente, non era ad Hogwarts.

Si vergognava del sollievo che provava. Quell'aggressione era il motivo per cui i suoi genitori non erano stati puniti. Lucius era evidentemente impegnato in altro.

Non poteva parlare dei suoi sospetti ai suoi due migliori amici, senza che le domandassero come mai era così informata degli spostamenti del padre di Draco.

Harry non era l'unico alle prese con una visione, lei addirittura aveva solo un'intuizione di una precisione allarmante, tanto più spaventosa perché irrazionale.

E la vergogna, perché era grata che Lucius fosse stato troppo impegnato per fare una capatina fino a casa sua.

Sapeva, questo perché Lucius glielo aveva detto di persona, che non avrebbe mai delegato ad un altro Mangiamorte il piacere di fare del male ai suoi genitori.

Le due e trenta.

Hermione sentì un brivido di freddo: nessuno si preoccupò di riattizzare il fuoco, quindi si mosse, intorpidita, per procedere.

Non c'era altro da fare se non aspettare.

Alle cinque e un quarto del mattino, Molly Weasley bussò alla porta con la notizia che Lucius aveva fallito: Arthur si sarebbe rimesso alla grande.

You Must be Miss GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora