26 - Fury

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Ronald Weasley inciampò. Furibondo, si voltò a guardare Harry. Harry lo obbligò a tornare indietro.

I tre ragazzi si trovarono di nuovo l'uno di fronte all'altro, in uno stretto, riluttante conciliabolo.

Draco Malfoy era riuscito nella solita impresa di tutti gli anni, quella che meno lo impegnava: restare pallido anche a luglio. Era luglio, Diagon Alley sonnecchiava nella calura opprimente, in giro c'erano solo ancora bambini piccoli con le loro famiglie. Gli unici locali ad essere pieni erano la gelateria e l'ufficio dei gufi, il Ghirigoro invece era deserto.

"La madre ci é stata. Hai sentito? La madre l'ha vista, sa dov'è, ma non ha fatto niente."

Draco Malfoy rispose in fretta, con le labbra che tremavano.

"Questo non é vero." E fissò con odio Ronald. Harry si leccò le labbra, che erano secche come il deserto.

"Mia madre ha combattuto. Ma non é riuscita."

"Adesso non penserai che crederemo che lei sia una buona persona, Malfoy."

Draco stava per insultarlo, ma ci ripensò. Era un altro il motivo per cui i tre ragazzi avevano deciso di incontrarsi lì, da soli.

Tutti si comportavano come se il destino del mondo magico fosse la pace, come se negli ultimi due anni non fosse successo proprio niente.

Tutti, tranne quelli cui stava a cuore Hermione Granger.

La scomparsa della ragazza non veniva riportata sui giornali. Il Ministero della Magia filtrava con assoluta censura tutte le notizie relative al suo rapimento. Non così l'Ordine della Fenice. Fotografie di Hermione Granger e delle sue generalità (Hai visto questa ragazza?) Apparivano sui muri, venivano eliminate dalle guardie Ministeriali, per poi apparire di nuovo nel giro di qualche ora.

Nel mondo Babbano il suo rapimento era stato denunciato alla polizia, questo si. Ma nessuno riponeva speranze sull'operato della Polizia babbana.

E ormai erano passate quasi due settimane.

Tutti pensavano al peggio, nessuno aveva il coraggio di parlarne.

"Se non fate qualcosa voi, vado da solo."

"Sulle Alpi?!"

"Parto domani sera."

Non guardava ne' Harry, ne' Ron mentre comunicava questa decisone, Draco Malfoy. Harry si scambiò una rapida occhiata con Ronald - che in mancanza di Hermione era più perso che mai - poi tornò a guardare Draco. Sua madre Narcissa non si rendeva conto di com'era ridotto? Aveva le guance pallide ancora più incavate, il naso arrossato, sembrava uno che non faceva un pasto come si deve da almeno un paio di giorni. Per non parlare del sonno. Quanto meno, dormiva male.

"Ovviamente io ti accompagno."

"Ovviamente?! Ma, Harry..."

"Se tu non vuoi, non sei obbligato."

"Ma certo che vengo, maledizione! Solo..." E gettò un'occhiata carica di significato a Draco Malfoy. Il ragazzo non potè ricambiarla, perché era impegnato a guardarsi le spalle come se temesse di essere sorpreso da qualcuno - ma non si aspettava di essere accolto a braccia aperte, non da Ron Weasley. Non sfuggì al rinnovato disgusto con cui il ragazzo coi capelli rossi volle studiarlo, come a cercare risposte.

"Se penso che é tutta colpa tua, Malfoy..."

"Ron, basta. Ascoltami. Guardami. Ehi?"

Harry esercitò un notevole autocontrollo, per persuadere l'amico a prestare attenzione solo e soltanto a lui.

"Hermione é lassù da troppo tempo. La madre di Malfoy ha detto che stava bene, ma... in questi casi, più tempo passa, peggio é."

Seguì un istante di silenzio a quell'osservazione, un lungo giro di minuti in cui tutti pensarono la stessa cosa senza il coraggio di ammetterla.

Già, non erano più dei bambini. Le notizie di persone rapite o scomparse ad opera dei Mangiamorte ormai li toccavano da vicino.

Potevano contare su una settimana, massimo due. La scopa, ma poi l'ammazza.

"Il Ministero non ci aiuterà. Non ha intenzione di fare niente. L'Ordine della Fenice..." Draco sussultò.

"L'Ordine della Fenice ci sta mettendo troppo tempo."

"Harry, già una volta avremmo dovuto lasciar fare all'ordine, non lo abbiamo fatto. Guarda cos'è successo."

Harry si afflosciò come se gli avessero dato un pugno in pieno stomaco. Il riferimento a Sirius Black, che era rimasto ucciso la stessa notte in cui Lucius aveva rapito Hermione, era un colpo basso.

Quello che Harry non si sarebbe aspettato era la reazione di Draco, che sembrava a stento avere la forza di portarsi il mantello da solo.

"Ehi." 

Ed in men che non si dica era entrato in rotta di collisone con Ron, tramite una spallata. Harry si mise immediatamente tra di loro - un'antico riflesso, il suo -  impedì il peggio. Questa volta non era Malfoy a sogghignare e Ron a cercare di mettergli le mani addosso. Ron, piuttosto, lo fissava attonito.

Draco Malfoy aveva finalmente alzato gli occhi ed Harry vide con estrema precisione quanto era più magro.

"Io non dormo, non ci riesco, non mangio, ho la nausea, ogni istante della mia vita, ogni minuto della mia giornata, io penso a lei. Se a te non te ne frega un cazzo restatene a casa, Weasley, ok?"

 Ron protestò, ferito per quelle parole, ma Draco Malfoy era uno spettacolo singolare. Nessuno d loro l'aveva mai visto in quelle condizioni, con le labbra tirate sui denti, i pallidi occhi verdi accesi non dal divertimento o dalla paura, ma dall'odio.

"In questo preciso momento, forse lui la sta violentando, mentre il Ministero della Magia non ha le palle per agire e forse la stanno violentando anche tutti gli altri."

Ron spalancò la bocca travolto dall'orrore, come se immaginarlo fosse un conto ma sentirselo dire così tutt'altro.

"Perciò io vado lassù, Potter viene, e se pensi che ne valga la pena vieni anche tu, io devo andarci per forza. 

Voglio riprendermela. 

Voglio portarla via da quel maledetto posto. 

E voglio vedere mio padre. 

Gli strappo il cuore e me lo mangio sulla piazza del mercato, quant'è vero il Grande Golpalott."

"Ok. Ok, Draco. Però adesso abbiamo bisogno che tu ci sia, che tu stia calmo. Ok?"

Draco Malfoy decise di discendere a vette di collera diverse, più controllate.

I tre ragazzi dovevano ragionare come avrebbe fatto Hermione.

"Abbiamo capito che smaterializzarci senza aver mai provato, da Londra, può essere più dannoso che altro."

"Si."

"Affermativo."

"Quindi lo faremo solo dopo il confine francese."

Ron non era felice all'idea, però annuì seccamente. Draco Malfoy aveva lo sguardo vuoto e distante, come se percorresse con la mente l'itinerario di una cartina.

"Ci troviamo all'inizio della strada, a mezzanotte in punto. Siamo tutti d'accordo?"

Altri cenni d'assenso.

Poi i tre ragazzi si guardarono l'un l'altro. E nessuno, ancora una volta, osò dare voce ai pensieri.

E speriamo che sia ancora viva.


You Must be Miss GrangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora