Era ovvio che la ragazzina aveva bisogno di una piccola dimostrazione pratica.
Si, avrebbe dovuto pensarci prima. Altrimenti gli avrebbe creduto sempre con riserve.
Lucius Malfoy sorseggiò un po' di vino Elfico bianco - residuo del suo ultimo pasto - e poi appoggiò di nuovo il bicchiere nel vassoio. Il cibo di Hogwarts era ottimo come lo ricordava.
Gli alloggi dei Consiglieri erano pieni di spifferi, ma la nuova amministrazione aveva provveduto a renderli abitabili.
Erano più di cinquant'anni che i Consiglieri non vivevano più nella Scuola. Per quel che ne sapeva Lucius, lui era comunque l'unico.
Non aveva intenzione di stabilirsi lì, ovviamente. Silente, sebbene privato della sua egemonia, era ancora un avversario temibile. Inoltre non intendeva attirare l'attenzione di Draco più del dovuto, il ragazzo era entusiasta del reintegro di suo padre alla carica, ma a Lucius serviva discrezione.
Ecco, discrezione era la parola chiave.
Di tutta quella storia della Granger il pericolo maggiore era rischiare di sabotare i piani dell'Oscuro Signore... Hogwarts era una parte importante di quei piani.
Il vantaggio maggiore, però - oltre a ciò che gli faceva allargare il sorriso sulla pallida faccia appuntita - era avere un canale d'accesso diretto a Potter da dentro la Scuola.
Lord Malfoy prese posto nella poltrona accanto al caminetto che scoppiettava allegro.
Erano quasi le cinque del pomeriggio, ma il sole era già quasi tramontato del tutto.
L'orologio a muro ticchettava inesorabile. Secondo i suoi calcoli, la Granger avrebbe dovuto essere di ritorno di lì a quindici minuti esatti.
Un piccolo incidente, non mortale, ma grave abbastanza da rendere impossibile pensare che si trattasse di coincidenze. Questo era accaduto alla madre di Hermione Granger il giorno prima.
In quel periodo ai Babbani capitavano gli incidenti più disparati.
La mocciosa Mezzosangue era intelligente. Lucius sapeva che sarebbe venuta.
Alle cinque e venti precise sentì bussare timidamente alla porta.
"Avanti" disse semplicemente.
Se quel bussare era stato timido, non così lei. Il suo viso era pallido come cera sciolta sotto la zazzera dei capelli castani. Le sue labbra erano umide ed i suoi occhi luccicavano.
Lucius registrò il modo in cui lei non disse assolutamente nulla ma si limitò ad avanzare con la schiena impettita, le spalle dritte e lo sguardo fisso di fronte a se'. Sembrava fosse lì per un'interrogazione. Vederla con addosso la divisa di Hogwarts lo stava turbando più del necessario, non si sentiva eccitato, affatto.
La figlia dei Babbani era un'intrusa tra quelle mura, per Lord Malfoy.
Non avrebbe dovuto trovarsi affatto lì, assieme ai giovani maghi.
Non aveva alcun diritto nemmeno a quella bellezza, a quel volto tremante ma grazioso.
Già, quelli erano doni che spettavano ad una strega purosangue. Non ad Hermione Granger.
Hermione evitava ostinatamente di guardare il signor Malfoy.
Lucius invece la stava fissando.
Aveva accavallato le gambe, mettendo in mostra il taglio perfetto del completo che indossava.
I suoi capelli di un biondo chiarissimo ricadevano lisci e curati sulle spalle come sempre.
STAI LEGGENDO
You Must be Miss Granger
FanfictionLucius sorrise crudelmente, Hermione Granger si riempì di un mesto luccichio sardonico. "Piccola, sporca....!" Ma Hermione Granger - che aveva imparato a sue spese a non fare più incantesimi per rabbonire o soggiogare quell'uomo - decise di...