Capitolo Dodici

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Josh

Infila la chiave nella serratura alle sette e mezza precise. È tardissimo, o prestissimo, dipende dai punti di vista. Ha accompagnato Veronica a Palazzo, ha assistito a una litigata epica con le Loro Maestà, è stato messo sotto torchio lui stesso dal suo Sovrano, oltre che datore di lavoro, riguardo il disastro accaduto all'Empire. Solo adesso è riuscito a tornare a casa. Si sente distrutto. Sono state una serata e una nottata lunghissime, ha solo voglia di mettersi a dormire.

Apre la porta e, come undici ore fa, viene investito da un forte odore, stavolta di caffè. Paolo si sta preparando per andare a lavoro, come ogni mattina.

Chiude la porta e non sente alcuna voce provenire dalla cucina. Non è sicuro che lo abbia sentito. Di solito la mattina ascolta la radio, è un vizio che non lo ha mai abbandonato. La mette a basso volume, per non disturbare Josh che dorme. Anche stamattina l'ha messa piano, nonostante abbia dormito da solo.

«Ciao.»

No, non lo ha sentito. Sussulta e si volta verso di lui, con un gesto automatico. È seduto al solito posto, al tavolo della cucina, gli occhi che hanno appena abbandonato lo smartphone su cui sta leggendo le notizie del giorno, come fa sempre. È così abitudinario, Paolo, soprattutto la mattina. Si alza alle sette, si fa una doccia veloce, mentre il caffè ribolle nella moka. Poi va in cucina, se ne versa un po' nella sua tazza preferita e lo mescola con un cucchiaino di zucchero. Lo beve seduto al tavolo, sgranocchiando dei biscotti nel frattempo. Lo guarda ancora per qualche secondo, quindi si alza.

«Ciao.»

Josh lo osserva aprire l'acqua, afferrare il sapone per i piatti e metterne un po' sulla spugna per lavare le stoviglie che ha usato. Lo fa ogni mattina, non ci pensa nemmeno più ormai, è un gesto automatico. Fa un paio di passi in avanti. Si ritrova dietro di lui e, senza scegliere di farlo, lo stringe forte, incrociando le braccia attorno al suo corpo.

Paolo si immobilizza. Rimangono qualche istante così, senza muoversi, finché Josh non sente le sue mani bagnate posarsi sulle sue. Incastra il volto nell'incavo della sua spalla, in punta di piedi, percependo l'odore dei capelli scuri appena lavati e socchiuse gli occhi. Si sente terribilmente stanco.

«Scusa», riesce a dirgli, in un sussurro. «Scusa, scusa, scusa.»

Paolo chiude l'acqua. Josh lo sente spostargli le mani dalla vita e voltarsi, per guardarlo negli occhi. Li hanno entrambi azzurri, forse quelli di Josh vanno più verso il grigio. Paolo gli accarezza la guancia destra e lui riesce a sorridergli appena. Solleva leggermente le punte dei piedi e posa le labbra sulle sue. Lo bacia e mentre lo fa si rende conto di quanto sia innamorato di lui, di loro, della loro casa, del loro mondo.

Capisce quanto abbia bisogno di quell'uomo nella sua vita, di quanto gli abbia sistemato quel casino che era la sua esistenza, di quanto fosse perso, prima. Non vuole stare senza di lui. Non vuole perderlo, non può perderlo.

«Devo andare a lavorare, Josh...» Paolo prova a ribellarsi, mentre la bocca dell'altro si è spostata sul collo e le mani tentano di sfilargli i pantaloni del pigiama che ancora indossa.

«Faccio presto, giuro», scherza il biondo, e l'altro ride. Non fanno l'amore da troppo tempo e Josh realizza che gli manca da morire fare l'amore con Paolo. È la cosa più bella del mondo.

Probabilmente perché lo ama molto, ma non glielo dice mai. Forse dovrebbe farlo in questo momento, ma per Josh è sempre risultato difficile esprimere i propri sentimenti. Spera che Paolo lo sappia nel profondo.

Note di Greta ❤️

Piccolo capitolo per concludere Josh e Paolo, che torneranno presto. Lo sapete, mi piace approfondire anche le storyline dei personaggi secondari. Sarà poco ortodosso e non rispetterà le regole precise della narrativa, ma chissene frega ❤️

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