Veronica
De Monarchia, 21 settembre 2021
Una notizia sconvolgente arriva direttamente da Roma. Un uomo non identificato ha aperto il fuoco davanti al Palazzo del Quirinale, colpendo la Principessa Veronica, l'erede al trono, appena scesa dalla limousine. Sua Altezza Reale era di ritorno da Bruxelles, dove si era recata per una seduta del Consiglio Europeo insieme al Presidente Giannini. Attualmente, la Principessa Veronica si trova al Policlinico Gemelli in prognosi riservata e non si hanno ancora notizie sulle sue condizioni.
In venticinque anni di vita, sono finita in ospedale un eccessivo numero di volte. A cinque anni sono stata ricoverata per rimuovere le tonsille, a sette per un'appendicectomia, a tredici per una febbre troppo alta che non accennava ad abbassarsi, a diciassette mi sono rotta un braccio cadendo da cavallo e le foto della Principessa con il gesso hanno fatto il giro del mondo. L'ultima volta ci sono stata a ventidue anni per una fortissima congiuntivite. Ormai sono avvezza agli ospedali, ma bisogna anche dire che nessuno mi aveva mai sparato.
Mi prendo un po' di tempo prima di aprire gli occhi, non mi sento ancora pronta ad affrontare la mia famiglia. La voce acuta di mia madre mi sta penetrando nelle tempie.
«Hanno sparato a mia figlia, ti rendi conto che hanno sparato a mia figlia, Edoardo?»
«A nostra figlia, Isabella, e sì, me ne rendo conto, ma fortunatamente sta bene.»
«Sì, perché Giosuè è riuscito a spostarla e il proiettile l'ha colpita alla spalla, altrimenti era bella che morta!»
In effetti mi fa un po' male la spalla. I miei occhi continuano a rimanere chiusi, mentre io cerco le forze per dire qualcosa. Mi ricordo poco di quello che è successo, solo un grande caos, Josh che mi dà una spinta, gente che urla, il suono di un'ambulanza. Poi forse mi sono addormentata e mi sto risvegliando solo ora.
«Veronica? Veronica, amore, sei sveglia?»
La Regina Isabella si precipita al mio capezzale. Sono costretta ad aprire gli occhi.
«Ciao, mamma.» Tossisco, ho la voce rauca. Mia madre si siede sul letto e prende ad accarezzarmi la faccia.
«Come ti senti? Stai bene?»
Mi sforzo di sorridere, ma credo che ne venga fuori solo una smorfia di dolore. Mia madre mi sposta una ciocca di capelli dagli occhi.
«Non sforzarti di parlare, se non te la senti, amore.»
Sembra davvero in ansia e provo uno strano sentimento di gratitudine. La Regina Isabella non è mai stata granché come madre. Mi vuole bene, non ne ho dubbi, ma non è mai riuscita a dimostrarmelo, e forse nemmeno io.
Quando ero piccola, i miei genitori erano sempre in giro per il mondo, a incontrare i vari Presidenti, altri reali, troppo impegnati a fare il Re e la Regina ed erano le varie bambinaie a restare con la loro unica figlia. Il problema di Isabella, probabilmente, è proprio questo: il fatto di aver avuto soltanto una figlia. Mi sento in colpa a pensarlo, ma è una riflessione che mi frulla nella testa da anni. Dopo di me, nessun altro erede di Re Edoardo è arrivato, men che mai un maschio, che tutti aspettavano e desideravano. I Sovrani italiani sono sempre stati tutti uomini e per la prima volta l'erede al trono era - ed è tuttora - di sesso femminile. Sono consapevole che, nel profondo, mia madre non è mai riuscita a superare il senso di inadeguatezza per non essere riuscita a dare un figlio maschio a suo marito, come prevedeva la Costituzione.
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Il Manuale della Perfetta Principessa
Storie d'amoreQuando la Principessa Veronica lascia di punto in bianco l'amato Duca di Birmingham, Lord Alfred d'Inghilterra, tutto il mondo è sconvolto: cosa avrà mai portato l'erede al trono del Regno d'Italia ad abbandonare il suo promesso sposo? Nemmeno il t...