Epilogo - Parte Sei

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Cristiano

«Mi odi?»

Capisco che mi interessa davvero sapere se mi odia, oppure se c'è una minima speranza che possiamo trovarci sulla stessa lunghezza d'onda. Quale sia questa lunghezza sulla quale due persone così diverse tra loro, un poliziotto squattrinato e una Principessa raffinata, possano trovarsi, non lo so nemmeno io.

«Sei davvero molto bella, stasera», le dico e non me ne pento. Lei è sempre stupenda, ma forse il fatto che non la vedo da così tanto tempo la rende ancora più bella, ai miei occhi. Veronica respira nel mio orecchio, mentre la musica continua a diffondersi attorno a noi. Si sposta leggermente e possiamo guardarci negli occhi.

«No che non ti odio», sussurra sulle mie labbra. «Non potrei mai odiarti, anche se c'ho provato.»

Sul mio volto appare un minimo sorriso. Le tocco le labbra, desideroso di baciarle. Non lo faccio. Non so se Veronica lo vuole.

«Come andrà a finire questa volta, Cristiano? Mi lascerai di nuovo?»

Se c'è una cosa che amo di lei, tra le altre, è la sua schiettezza. Capisco che non posso rispondere di nuovo con un misero non lo so. Le accarezzo i capelli, ancora luminosi nonostante il sole sia quasi scomparso del tutto.

«Ho paura, Veronica», riesco a dire. Non avevo previsto di pronunciare quelle parole. Le mi sembra sorpresa.

«Paura di cosa?»

«Di non essere in grado di darti quello che vuoi. Di non farcela. Di non essere in grado di affrontare tutto, la tua famiglia, i giornalisti, l'attenzione mediatica. Io sono solo un poliziotto.»

Non l'ho mai detto ad alta voce. Per la prima volta dopo tanti anni, il vicequestore Marconi, il poliziotto tutto d'un pezzo che non ha mai timore di niente, ha ammesso le sue paure. Non credo di essere capace di stare con lei. Non l'ho creduto tre mesi fa, non lo credo ancora adesso. L'unica cosa che cerco era una soluzione a tutto questo casino, perché ho provato a rimanere lontano da Veronica, ma non ci sono riuscito. Sono innamorato di lei, in un modo in cui forse non sono mai stato. Le mi sfiora il viso. Ha gli occhi lucidi.

«Posso aiutarti io, se vuoi», sussurra. Solleva le spalle, con espressione incerta. «Sono solo una Principessa, ma posso impegnarmi.»

Mi scappa da ridere. La vedo avvicinarsi piano, in punta di piedi per raggiungermi, nemmeno i tacchi alti sono sufficienti. Mi sfiora le labbra, nel bacio più casto del mondo.

«E se non sono capace? E se ti deludo?» le chiedo ancora, pieno di quell'insulso panico. Veronica sorride.

«A questo ci pensiamo dopo.»

Già, ci pensiamo dopo dopo. Veronica mi abbraccia, mentre io socchiudo gli occhi, la testa nell'incavo della sua spalla, le note dell'ennesima canzone che mi cullano. Quasi tutti stanno ballando. Paolo e Josh, a qualche metro di distanza, non riescono a smettere di guardarsi con quegli occhi innamorati. Sienna e Ludovica ballano tra di loro, con dei sorrisi gioiosi sul volto.

Il sole è tramontato del tutto e la luna illumina il mare con il suo riflesso.

È una bellissima serata. 


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