Capitolo Diciassette

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De Monarchia, 15 ottobre 2021

Il killer della Principessa è tornato all'attacco! Risalgono a qualche ora fa i commenti intimidatori del presunto attentatore che il 21 settembre ha tentato di uccidere l'erede al trono d'Italia. L'uomo, si presume, ma potrebbe anche essere una donna, ha commentato delle foto sul profilo ufficiale Instagram della Principessa Veronica con delle pesanti minacce nei confronti della giovane, in cui afferma che la prossima volta non sbaglierà.

Non si sa ancora nulla sull'identità di questa persona, che sembra essere più agguerrita che mai. La domanda che tutti ci facciamo è: si sta facendo abbastanza per tutelare e proteggere la nostra amata Principessa, l'unica figlia di Re Edoardo e diretta Erede al Trono della nostra Nazione?

Veronica

Inutile negarlo, è palese: faccio ufficialmente parte dell'indagine. E non soltanto come parte lesa o vittima, ma come investigatrice, anzi, come consulente privata, sì, posso benissimo essere definita una consulente. Un po' come Sherlock Holmes, o meglio, come il Dottor Watson, paragonarmi a Sherlock forse è un po' esagerato. Per quanto mi ritenga, con tutta la modestia del mondo, una ragazza intelligente, non ho certo la presunzione di contrappormi al più brillante detective di tutti i tempi. In ogni caso, sto partecipando all'indagine che mi riguarda e tutto ciò è super eccitante!

«Lo so che se ti impegni ce la fai a risalire al telefono che ha creato l'account, dai.»

«Commissà, io ce provo, ma nun ve prometto niente!»

Il vicequestore Marconi mi ha portata a casa di uno che ha proprio l'aria di essere un informatore, come quelli che si vedono nelle serie tv. È per forza uno di loro, con quell'aria da furfante, i capelli lunghi e scompigliati, la barba incolta, i vestiti che sembrano essere stati scelti al buio. Questa casa poi, c'è un disordine inumano e un odore stantio di sigarette. Sicuramente quel tipo, che Marconi chiama "Jimmy", ma mi gioco la mia Fendi preferita che al massimo si chiama Giuseppe, è stato in carcere e adesso riga dritto grazie all'aiuto del vicequestore, in cambio di informazioni. Altrimenti non sarebbe un informatore.

«È il suo informatore?»

Gliel'ho chiesto a voce bassissima, per non farmi beccare da Jimmy. Il vicequestore si volta a guardarmi.

«Cosa?» domanda, a voce alta, con un'espressione neutra. Alzo gli occhi al cielo e indico Jimmy con la testa.

«Lui, dico, è un informatore? Uno che la aiuta a risolvere i casi in modo poco legale e le rivela dove si nascondono i delinquenti?»

Rimango a fissarlo, in attesa di una risposta. Il presunto informatore non si è accorto della conversazione, troppo impegnato a pigiare sui tasti del suo portatile. La faccia di Cristiano è imperturbabile.

«No, è solo un hacker che conosco», risponde, senza darmi alcuna soddisfazione. Ma io sono un osso duro.

«Quindi mi sta dicendo che non è mai stato in carcere e lei non lo aiuta a rigare dritto?»

«Rigare dritto?»

Possibile che il vicequestore debba essere così poco collaborativo? Annuisco, cercando di spingerlo a confessare.

«Altezza, voi guardate troppi telefilm.» Il poliziotto smette di guardarmi e torna a fissare lo schermo del computer.

Io sono offesa. Cioè, sì, è vero che guardo tanti film e tante serie tv, ma appunto per questo so tutte queste cose. Incrocio le braccia, e sbuffo rumorosamente, ma non riesco ad attirare l'attenzione di nessuno. Il vicequestore mi ignora. Che antipatico.

«Potrei aver trovato qualcosa.»

La voce di Jimmy interrompe i miei pensieri. A quanto pare non ha ascoltato la nostra assurda conversazione. Preferirei restare ferma sulla mia posizione orgogliosa, ma sono troppo curiosa di saperne di più. Faccio un passo avanti e mmi posiziono accanto al vicequestore.

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