Capitolo Venticinque

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Veronica

L'ansia da prestazione l'ho superata da molto tempo, o probabilmente non ce l'ho mai avuta. Insomma, la mia faccia è nota a tutti da quando sono nata, chiunque sa chi sono, sono anni che parlo di fronte a una platea di persone, a una telecamera, una volta sono persino stata ospite di un programma radiofonico. Non ho mai avuto timore di salire su un palco e pronunciare il mio discorso, perché come tante altre cose nella mia vita, che io sia in grado di farlo e che sia mio dovere è stato già deciso da qualcun altro prima che io ne fossi consapevole. O che qualcuno me l'avesse chiesto.

Il Ballo delle Debuttanti è un evento senza paragoni. Viene organizzato ogni anno nella Capitale ed è una serata speciale, a cui ho sempre tenuto molto. Personaggi dell'alta società e della nobiltà vi partecipano con orgoglio e piacere, contribuendo con ingenti donazioni alla raccolta fondi che è il maggior obiettivo del ballo. Quella sera Roma diventa più bella, dimentica tutti i suoi problemi e si trasforma un piccolo angolo di paradiso. In momenti come questo mi rendo conto di amare pazzamente la mia città, di essere orgogliosa del luogo da cui provengo e su cui sono destinata a regnare, un giorno. È forse anche per questo che parlare in pubblico non mi fa paura. Per la prima volta dalla rottura con Alfred, dopo ben quattro anni, sto  affrontando questo evento  da sola, senza un accompagnatore, senza nessuno che mi sostenga.

Guardo quelle bellissime ragazze, a braccetto con i loro elegantissimi cavalieri, ma non mi sento invidiosa. Mi sento forte, in grado di farcela da sola.

Il giro di valzer termina tra gli applausi generali. Rido, guardando Ludovica e Sienna elettrizzate dallo spettacolo, soprattutto la prima, che ha postato probabilmente duecento foto su Instagram, immortalando ogni attimo dell'evento.

«Mi spieghi perché vi emozionate ancora? Abbiamo fatto il nostro debutto in società anni fa!»

«Ma non vedi quanto è magico?» sospira Sienna, che è sempre stata troppo sognatrice.

«Grazie, Vostra Altezza, per avermi scelta come vostra compagna di banco, quasi vent'anni fa, in prima elementare!» esclama Ludovica, le braccia attorno a me. Io continuo a ridere.

«Sì, sono stata magnanima», la prendo in giro, felice. È stata una bellissima serata. Sono rilassata, non più triste, quel peso in fondo allo stomaco sta pian piano andando via.

«Altezza, a breve tocca a voi.»

La voce di Sara, l'addetta dell'Ufficio Stampa, mi riporta alla realtà. Saluto le mie amiche e seguo la donna, che, maledizione, corre troppo in rapporto all'altezza dei tacchi che indossa. Siamo quasi arrivate sul palco, quando Sara si volta così di scatto che mi fa quasi prendere un colpo.

«Prima ci sarà un piccolo video di presentazione» mi informa e io alzo un sopracciglio. In che senso presentazione? Sara solleva le spalle.

«Sì, lo so, voi non avete bisogno di presentazioni, ma mica l'ho fatta io la scaletta. Oh, ecco, inizia.»

In fin dei conti sono abbastanza videogenica, bisogna ammetterlo. Non quanto Ludovica, che riesce a risultare perfetta in qualsiasi foto o video, ma anche io non me la cavo male. Una serie di immagini e di video comincia a essere mostrata, con protagonista me, in giro per l'Italia, nei vari ospedali che ho visitato per "ripulire la mia immagine", come ha detto la Regina Isabella, con bambini, anziani, medici. Proprio io, la Principessa Veronica, con i miei capelli biondissimi, i miei occhi chiari, i miei vestiti sobri e non eccentrici, la mia eleganza e la mia capacità di sorridere quando necessario, di non parlare troppo, di risultare in ogni caso perfetta e mai inopportuna.

Il Manuale della Perfetta PrincipessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora