Cap. 11 | La prima legge di Murphy

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Ci vogliono più di quattro settimane prima che riveda di nuovo i ragazzi

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Ci vogliono più di quattro settimane prima che riveda di nuovo i ragazzi.
Quattro interminabili settimane immerse in una bolla di immobilità.
Ventinove giorni di calma assoluta, quasi innaturale.
Trecentotrentasei ore passate nell'inerzia e nella routine giornaliera, pesante e noiosa quanto un manuale di fisica applicata.

Persino l'edificio della Gestione Sportiva appare silenzioso e in attesa, come se in assenza della squadra avesse perso il suo cuore pulsante.

Devo ammetterlo, non pensavo che perfino io ne avrei sentito così tanto la mancanza.
I primi tempi non ci avevo dato troppo peso. Mi recavo in ufficio, svolgevo le mie mansioni in tranquillità e solo ogni tanto gettavo un occhio agli aggiornamenti della pagina della Formula Uno su Instagram. Così, giusto per sapere che aria tirava dall'altro capo del mondo.

Col passare dei giorni però l'assenza ha iniziato a farsi sentire sul serio e l'impulso di spiare anche i profili personali dei nostri due piloti si è fatto sempre più prepotente.

Inutile girarci intorno: il lavoro non è lo stesso senza Sebastian che combina casini in giro o senza Charles che sparge i suoi feromoni per i corridoi provocando sospiri e batticuori a tutte.

Per il resto, le mie giornate sono prevalentemente dedicate alle guide con Davide a Fiorano e ad uscire con Anne per un gelato oppure una pizza. La brunetta ha sviluppato un talento invidiabile nell'infilare casualmente aneddoti riguardanti Charles nelle nostre conversazioni. Non so se lo faccia apposta o altro, ma dopo sole tre uscite in sua compagnia saprei recitare a memoria l'intera carriera del monegasco dal suo debutto in Formula 2 sino ad oggi, compresi i nomi delle sue fidanzate in ordine cronologico.

Tutto questo fino a che non arrivano i fine settimana dei Gran Premi.

La prima corsa del Campionato si svolge sulla pista di Melbourne, Australia.
Il circuito soleggiato di Albert Park appare incantevole anche in televisione e porta con sé le aspettative, le speranze e le emozioni di tutti coloro che non vedevano l'ora che la pausa invernale finisse.

In qualche modo, Anne mi convince a guardare la gara assieme ai colleghi rimasti in Italia all'interno di una delle nostre sale riunioni più grandi, dove possiamo scroccare all'azienda il collegamento con SkySport, fare battute sulle gufate in diretta di Marc Gené e imbastire un festino fatto di bottiglie di Lambrusco e patatine.

Di norma, non amo passare il mio tempo libero in ufficio - visto che già praticamente ci vivo. Ho sempre preferito seguire la Formula Uno stravaccata sul divano del mio salotto dove sono libera di inveire quanto mi pare, o balzare in piedi con un grido se capitano degli incidenti da infarto o altre irregolarità che mi fanno incazzare. Guardarla in compagnia degli altri tuttavia mi aiuta a smorzare la tensione soffocante di quelle due ore al cardiopalma.
E le mie unghie ringraziano.

Quarantacinque giri più tardi abbiamo portato a casa un decimo posto di Vettel e un ottimo secondo posto di Leclerc.
Le parole del nostro Team Principal, che nelle interviste post-gara appare più stravolto che mai, si dividono equamente tra la grande felicità per il piazzamento di Charles e l'amara delusione per il risultato di Sebastian.

La Receptionist | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora