Cap. 19 | L'arte della guerra

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Sebastian Vettel non crede alle coincidenze

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Sebastian Vettel non crede alle coincidenze. Nossignore.
Il Fato, quella suprema ed ineluttabile forza mistica, quel potere misterioso ed incontrastato che proviene dall'alto e guida le nostre decisioni come se fossero già scritte nelle stelle, nel vento o nella terra... Tutte scemenze.
Scemenze confezionate dai giornali di gossip che sua madre legge quando va a rifarsi la messa in piega, ecco cosa sono.
Siamo noi gli unici padroni della baracca, questo ha sempre pensato.
Il nostro agire è dettato da qualcosa di ben più grande di un inconsistente concetto astratto: la forza di volontà. O forse, detta con un po' di poesia in più, il cuore.
Dev'essere per forza così. Altrimenti non si spiega il motivo per cui Erika sia piombata nella sua stanza d'albergo, nel bel mezzo della notte, a blaterargli di vacanze su yacht costosi, di tuffi in piscina e di Max Verstappen.
Assurdo. Il solo sentire quel nome pronunciato dalla ragazza gli fa quasi pensare che il mondo intero si sia capovolto.
Eppure la conferma alla sua tesi giunge non più di venti minuti più tardi sotto forma del suo compagno di squadra comparso trafelato sulla soglia di camera sua, in preda all'agitazione come di rado lo ha visto.
Un caso? Io non credo...
"Buonasera. Vuoi unirti anche tu al pigiama party?"
Sebastian adora la faccia da cerbiatto disperso nel bosco che Charles mette su ogni volta che non capisce qualcosa; ancor di più quando adocchia Erika seduta a gambe incrociate sulla scrivania della stanza.
"Dove cavolo eri finita? Ti abbiamo cercata da tutte le parti!"
Povero Charles. Se non inizia a lavorare un po' sulla gestione dell'ansia saranno guai seri. E non solo per le sue performance in pista.
"Lascia fare, guarda. Ho subito un rapimento coatto da parte di Verstappen che mi sarei risparmiata volentieri"
"COSA?!"
Pessima mossa. Poche cose fanno indispettire Charles Leclerc più che sentire il nome dell'olandese far capolino in una conversazione. Sebastian è convinto che dietro ci sia qualcosa di ben più profondo della semplice antipatia: forse una sorta di eterna competizione che si trascina dai tempi in cui correvano entrambi sui kart e, chissà, magari anche un latente senso di inferiorità che di certo Charles non ammetterebbe nemmeno se le forze speciali della CIA lo mettessero sotto torchio.
"Secondo te chi me lo ha dato il vestito che indosso?"
"Ti sei cambiata a casa sua!?"
Pugni stretti, voce bassa.
Eccolo che adesso si incazza sul serio.
"Splendido. Perché già che c'eri non ti sei seduta sul suo divano e ti sei fatta spazzolare i capelli?!"
Sebastian si morde a sangue il labbro.
Non deve ridere, non deve ridere, non deve ridere.
"Non è che avessi molto margine di manovra, testina di minchia!" ribatte Erika infervorata e gli occhi fiammeggianti. "Ero senza soldi e senza documenti. È già tanto che mi abbia offerto il taxi e sia ritornata qui!"
"Un vero benefattore. Comunque, nel caso te lo stessi chiedendo, la tua roba ce l'ho io"
Charles alza una mano in cui tiene una giacca di satin nero ed una borsetta di perline bianche sbrilluccicanti che le porge.
"E tu come...?"
"Me l'ha data Anne. E mi ha anche supplicato di venirti a cercare"
Genio, pensa Sebastian. Quella piccoletta è un autentico, malefico genio.
Fondamentale scambiarci due chiacchiere il prima possibile.
"Sul telefono troverai almeno duecento chiamate perse"
"Grazie" risponde Erika mentre riprende la sua roba. "Non pensavo che mi avreste cercato sino a notte fonda.."
"Questo perché hai la testa vuota come una zucchina!"
Charles le da' un nocchino in fronte, poi si abbandona ad un sospiro stanco.
Che scenetta deliziosa. Peccato manchino solo i fuochi d'artificio finali.
Non è Erika a preoccuparlo. Che si sia presa una bella stonfa per il suo illustre compare lo sa già da un bel pezzo ormai. Forse addirittura lo sapeva anche prima di lei stessa. L'imbranataggine che le viene fuori ogni volta che si trova a meno di mezzo metro dal monegasco parla fin troppo chiaro.
É Charles il problema. Per quanto spesso sia la scaltrezza fatta persona, è così abituato a piacere a tutti che ha grosse difficoltà a distinguere quando qualcuno fa davvero sul serio con lui. Il re dei tonti, in poche parole. In più, c'è un altro particolare che al momento nessuno può permettersi di ignorare: è fidanzato. Felicemente, a detta sua.
Ma Sebastian non è certo uno a cui la si dà a bere così facilmente. Quale altro motivo potrebbe spingerti a restare alzato fino alle tre di notte per cercare come un pazzo in lungo e in largo una ragazza che non è la tua?
Il caso non esiste, si ripete nella sua mente.
"Bene, ragazzi, visto che le emergenze sono rientrate cosa ne dite di aggiornarci domani?"
Erika inarca un sopracciglio.
"Domani io devo rientrare a Maranello"
Charles la prende a braccetto e le apre la porta con galanteria. "Vieni, cara. É il modo gentile di Sebastian per dire che dobbiamo levarci di torno"
Biondo e moro si salutano con una pacca sulla spalla ed un occhiolino, con la promessa di rivedersi il giorno seguente alle riunioni di debriefing in compagnia del resto del team.
Mentre Sebastian guarda i due ragazzi avviarsi lungo il corridoio dell'albergo fianco a fianco, non può fare a meno che sogghignare diabolico.
Forse non ci saranno i fuochi d'artificio - non ancora almeno - ma questa battaglia rimane aperta ed è ancora tutta da vincere.

La Receptionist | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora