Quando Erika viene assunta in Ferrari come receptionist della gestione sportiva crede di aver trovato l'impiego della vita.
Ma tra piloti sconsiderati, ingegneri psicopatici e manager eccentrici, si rende presto conto di essere finita in un'autentic...
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Pierregasly ha condiviso una storia
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- Che finimondo per un capello biondo Che stava sul gilè Sarà volato, Ma come è strano il fato Proprio su di me Le dissi: "Amore ti giuro sul mio onore Non ti saprei tradir" Ma lei rispose: "Non credo a queste cose Perchè tu sai mentir"
Il profumo della salsedine nelle narici. Una distesa azzurra di acqua cristallina, di cui ogni tanto qualche spruzzo fresco arriva a colpire la pelle. Un sole accecante che scalda i muscoli e li scioglie finalmente da ogni tensione. Un dolce dondolio dettato dalle onde che concilia un sonno leggero, ed un vento impetuoso tra i capelli che profuma di libertà. Il tutto accompagnato dalle frizzanti note di una canzone di Edoardo Vianello.
Questa è la pace che ho sempre desiderato, quella che sognavo da ragazzina, durante i freddi mesi invernali china sui banchi di scuola e che sospiravo mentre fuori cadeva una pioggia scrosciante e tutto si colorava di grigio.
Questa è la serenità di quando non devi pensare a niente, e la tranquillità che ti danno gli amici più cari che sono con te.
Questa per me è estate.
Un potente getto di acqua fredda mi inonda la faccia e subito smentisce le mie romanticherie da quattro soldi.
"Ehilàààà? Sei dei nostri o dobbiamo farti chiamare con l'altoparlante dal capitano la prossima volta?"
Pierre Gasly, la molestia fatta persona da quando siamo saliti su questa maledetta barca, mi fissa appoggiato al bordo della piccola piscina circolare in cui lui ed Anne si sono appena esibiti in un tuffo a bomba sincronizzato al millimetro. La sua pelle dorata risplende sotto il sole d'agosto risaltandone gli occhi azzurri animati da un guizzo dispettoso.
"Voi due dovete smetterla di girare insieme. State diventando un pericolo pubblico"
Mi strappo seccata le cuffie dalle orecchie e strofino lo schermo del mio telefono sull'asciugamano per togliere la miriade di goccioline d'acqua che quei due imbecilli hanno spruzzato ovunque.
"Volevamo verificare che fossi ancora viva" ridacchia Anne con un debole tentativo di schizzarmi ancora. "La pianti di fare Raperonzolo chiusa nella sua torre d'avorio? Tra poco è pronto il pranzo"
