CAPITOLO 12

494 25 1
                                    

Fare finta che il pericolo non esista
è il modo migliore per caderci dentro

L'ultima settimana di Settembre Draco la passò ad un congresso di pozionisti in Grecia.
Gli era sempre piaciuta la Gracia sin da quando i suoi genitori lo avevano portato per la prima volta all'età di sette anni, era rimasto affascinato dalla bellezza della possente Atene con il suo bellissimo Portenone, amò anche il famoso palazzo di Cnosso a Creta dove secondo la leggenda Teseo riuscì a sconfiggere il Minotauro grazie anche all'aiuto di Arianna e tante altre città e monumenti.
Ma per sua sfortuna questo congresso non gli permise di girare per la Penisola anche perché non era solo bensì era in compagnia di Perla, ovviamente l'ex Serpeverde non era molto entusiasta di ciò ma la dovette portare con se solamente perché aveva bisogno di una mano per la gestione di alcuni incontri. L'unica cosa che un po' lo sollevava era che il congresso si era svolto a Mykons e che quindi si trovava in una bella località della Grecia.
Quel Venerdì pomeriggio Draco e Perla erano di ritorno sul loro aereo privato, o meglio l'aereo privato di Draco, dove il biondo era chiuso da una bella oretta in una piccola sala silenziata da un incantesimo mentre parlava al telefono con interlocutore segreto <<Capisco>> disse Malfoy dopo che chi stava dall'altra parte del telefono aveva parlato <<Sì, sì è domani il ricevimento...va bene...sì starò attento...va bene...ti farò sapere>> e detto ciò chiuse la chiamata portandosi una mano esasperata alla mano <<Perché deve fare sempre così!>> ruggì infuriato, era pieno di mille pensieri quando sentì bussare alla porta dove anche essa era rimasta bloccata dal suo incantesimo <<Signor Malfoy- lo chiamò Perla- stiamo per atterrare>> detto ciò Draco sentì il rumore dei tacchi di Perla allontanarsi e ciò voleva dire che se ne era andata e bevendosi un altro sorso di firewhisky tolse entrambi gli incantesimi e si avvicinò nella poltrona dove di fronte era seduta Perla <<State bene? La vedo abbastanza turbato>> domandò la ragazza vedendo la faccia dell'uomo <<Sto bene>> rispose freddamente Malfoy <<Ne è sicuro ha una faccia...>> <<Se dico che sto bene vuol dire che sto bene, Bianchi. Non farmi ripetere le cose più volte perché sai benissimo che odio farlo>> rispose Draco ancora più irritato facendo zittire la donna imbarazzatissima.
Quando finalmente il loro aereo toccò terra Draco prese le sue robe e scese senza salutare la sua assistente che lo guardò andare via senza dire una parola.
Appena Draco arrivò nel suo appartamento posò le valigie, si tolse la giacca e allentò il nodo della cravatta iniziando a massaggiarsi le tempie.
Posò poi gli occhi sul suo tavolino di vetro e vide che c'erano le lettere che gli erano arrivati negli ultimi giorni e pensò che sicuramente  gliele aveva messe lì  Olga la sua domestica che ogni tanto veniva a casa sua per pulire, più che altro veniva solamente quando lui partiva per viaggi lunghi se no lasciava fare tutto alla magia, prese poi le lettere e iniziò a vedere di chi fossero.
Una lettera conteneva delle stupide bollette che il giorno dopo avrebbe pagato, un'altra ancora era da parte di sua madre dove gli chiedeva come stesse e lo aggiornava degli ultimi avvenimenti a Londra, un'altra ancora era da parte di Alya dove contenta lo informava che aveva vinto la sua prima partita di Quiddich come cercatore e Draco leggendo l'entusiasmo della figlia si sentì più che fiero e sorrise e poi l'ultima lettera era da parte di lei.
Draco si sentì abbastanza turbato da ciò che avrebbe letto in quella lettera ma si fece coraggio e l'aprì e iniziò a leggere il contenuto:

Caro Draco,
Come va lì a New York? Come stai e come sta andando il tuo lavoro?
Hai sentito Alya? Hai visto che ha vinto la sua prima partita di Quiddich! Su questo è proprio uguale a te eh.
Senti ti scrivo questa lettera perché volevo informarti che sto per partire per una missione abbastanza importante e sai bene che non ti posso dire dove e perché...è il mio lavoro no?
Non ti devi preoccupare, starò bene e riuscirò a compiere anche questo caso.
Come sai se mi vuoi mandare delle lettere mandale al mio dipartimento e loro le invieranno a me, detto questo ti ripeto di non preoccuparti sai come sono fatta e sai bene che ho tutto sotto controllo.
Stammi bene Draco baci,

                                          Hermione Jane Granger.

Era irritante quando si comportava così, avvolte Draco odiava il lavoro di Hermione troppo segreto e troppo pericoloso ma adesso...adesso era ancora più complicato <<Strega imprudente>> borbottò buttando la lettera sul tavolinetto e dirigendosi verso la doccia. Aveva bisogno di una doccia fredda per alleviare i nervi "Nena, stai attenta" pensò mentre si metteva sotto la doccia.

Erano le sette di sera quando Hermione arrivò finalmente all'appartamento che aveva comprato Cassiopea, appena vi atterrò bevve la nuova pozione Polisucco che le aveva dato il suo dipartimento, ovviamente era stata creata con maggior durata da Draco, e quando arrivò difronte all'appartamento aveva già le sembianze di Cassiopea.
Hermione rimase incantata dalla lunghezza del palazzo, aveva già sentito che New York era piena di palazzi enormi ma vederli dal vivo faceva un altro effetto. Salì fino al quinto piano e quando stava per apire la porta per entrare nel suo attico una voce la fece sussultare <<Tu devi essere la nuova vicina>> affermò una voce femminile e quando Hermione si voltò trovò davanti a sé una donna che poteva avere una ventina d'anni con un corpo ne troppo grasso ne troppo magro, occhi castani, capelli biondi e un paio di lentiggini sulla faccia che la guardava con un entusiasmante sorriso <<S-sì>> affermò Hermione <<Ruth McKenzy, abito qui difronte a te>> si presentò la donna ed Hermione le rivolse un sorriso cordiale <<Io sono Cassiopea Zabini, piacere di conoscerti>> disse Hermione allungando la mano ma la ragazza per tutta risposta si avvicinò ad Hermione abbracciandola, questo fu un gesto che la lasciò abbastanza sorpresa che non riuscì a ricambiare all'abbraccio e avvertendo ciò Ruth si staccò da lei imbarazzata <<Scusami, il fatto è che sono molto affettuosa con tutti...anche con chi conosco per la prima volta. Perdonami se sono sembrata appiccicosa>> disse grattandosi la testa ma Hermione le rivolse un altro sorriso e disse <<Non preoccuparti...avremmo tanto tempo per conoscerci e per scambiarci abbracci>> sentendo ciò Ruth le sorrise entusiasta <<Quindi vuoi fare amicizia con me!>> esultò ed Hermione rimase abbastanza colpita dalla ragazza <<Certo, lo farei anche subito ma sono appena arrivata da un lungo viaggio e sono abbastanza stanca>> affermò Hermione <<Oh sì certo, se vuoi domani mattina visto che è Sabato possiamo andare a fare colazione insieme! Conosco un posto che fa delle torte di mele fantastiche!>> disse Ruth ed Hermione annuì <<Perfetto, allora a domani Ruth>> la salutò prendendo le chiavi <<A domani Cassiopea>> ed Hermione chiuse la porta "Non ti devi distrarre Hermione, pensa alla missione" pensò per poi soffermarsi a guardare l'attico.
Era bellissimo, aveva un lungo corridoio dove la prima entrata portava ad una cucina con le pareti beige, poi come tutte le cucine conteneva il piano cottura, il lavabo, il frigorifero, un grazioso tavolino a cerchio in vetro con quattro sedie posizionate intorno ad esso, delle mensole con dei contenitori per i biscotti e un vaso con una piantina. Dopo aver osservato la cucina passò al soggiorno abbastanza grande con pareti bianche, il divano ad "L" del medesimo colore delle pareti, un tappeto molto lungo nero, una grossa TV appoggiata alla parete e delle mensole nere con vari oggetti.
Proseguendo si ritrovò nella sua camera da letto con le pareti bianche, un grosso armadio e un comò, un enorme letto matrimoniale e affianco ad esso uno specchio.
Affianco alla sua camera c'era un'altra camera da letto e poi un bagno che lasciò Hermione ancora più meravigliata, le pareti erano grigie, sulla sinistra c'era il lavandino poggiato su un lungo ripiano marrone e vicino ad esso ci stava il sapone e il contenitore per lo spazzolino mentre sulla destra ci stava il water, il bidet e in  mezzo a tutto una grande doccia trasparente.
<<Zabini, me lo dovevo aspettare>> mormorò riferendosi alla grandezza e a come era addobbata la casa e con un incantesimo aggiustò la valigia per poi evocare della pizza e dopo aver mangiato crollò tra le coperte.

Hidden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora