11. Audrey

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Sono quasi le due quando torno a casa dal Red. Sogno una doccia calda e il mio cuscino. Esattamente in questo ordine. I miei coinquilini stanno già tutti dormendo e ho la casa tutta per me. Dopo la doccia mi infilo la maglia enorme con cui dormo di solito e sto per andare in camera mia quando sento qualcuno urlare.

Damon.

Mi avvicino alla sua porta accanto alla mia e resto in silenzio ad ascoltare. Sta dormendo e continua a dire "NO" urlando.

Senza pensarci due volte spalanco la porta ed entro. Damon sta chiaramente sognando e sembra agitato per qualcosa che lo turba. Mi avvicino piano al suo letto. Si sta dimenando sotto le lenzuola e scuote la testa.

<<No, no, ti prego no!>>, continua a ripetere.

In questo momento provo una gran tristezza per lui. Mi si stringe il cuore e vorrei solo farlo stare bene.

Lo scuoto piano per il braccio e cerco di riportarlo alla realtà. <<Damon>>, lo chiamo. Continuo così per un po', fino a quando non si calma e finalmente apre gli occhi. Sta piangendo e io mi sento morire dentro. Non so nemmeno cosa provoca questa reazione, so solo che vorrei smettesse di soffrire.

Mi siedo cauta vicino a lui. La mia mano è ancora sul suo petto lucido di sudore. <<Tutto bene?>>, chiedo. Si mette a sedere e senza rispondere alla mia domanda, mi tira verso di lui e mi abbraccia.

<<Vuoi parlarne?>>, sussurro contro il suo collo. Sono praticamente spalmata su di lui. L'unica cosa a separarci è il lenzuolo fino sopra il suo corpo bollente.

Scuote la testa. <<No>>, dice con voce roca.

<<Cosa posso fare per farti stare meglio?>>

Strofina il naso contro il mio collo. <<Puoi restare? Almeno per un po'?>>. È così vulnerabile. Così triste.

<<Fammi spazio>>. Mi sdraio accanto a lui nel suo letto minuscolo e appoggio la guancia contro il suo petto.

Si passa una mano sull'addome accanto alla mia testa. <<Scusa sono sudato>>.

<<Non fa niente>>.

Sospira. <<Come è andata al Red?>>

Trattengo uno sbadiglio. <<Serata tranquilla>>. Senza accorgermene inizio a tracciare con le dita dei cerchi sul suo stomaco. <<Il tuo allenamento?>>

<<Bene. Siamo pronti per sabato. Tu ci sarai?>>

Annuisco. <<Micah mi ha procurato il biglietto>>.

<<Farai il tifo anche per me fragolina?>>

Nascondo un sorriso. <<Non ho ancora deciso>>.

Ridacchia. <<Secondo me lo farai>>.

Alzo gli occhi al soffitto. <<Presuntuoso>>.

Giocherella con le punte dei miei capelli e si attorciglia qualche ciocca attorno alle dita. <<Audrey?>>

<<Sì?>>, rispondo con il cuore che mi martella nel petto.

Esita qualche secondo. <<Resti almeno fino a quando mi sarò riaddormentato?>>, chiede con la voce che trema. Qualsiasi cosa lo abbia turbato decisamente non era solo un sogno. Era qualcosa di reale. Qualcosa che ha vissuto.

<<Va bene>>, acconsento. Odio doverlo ammettere ma sto bene qui fra le sue braccia e se è questo ciò che gli serve per dormire meglio, per una notte posso restargli vicina.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora