30. Audrey

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Sono nervosa, forse più del giorno dell'appuntamento con Damon. Forse di più di quando ho affrontato il colloquio per essere ammessa alla Cornell.

Damon è stato a cena a casa dei miei un sacco di volte, ma questo accadeva prima che le cose fra di noi cambiassero. So che appena metteremmo piede in quella casa, mia madre mi leggerà in faccia l'attrazione che mi lega a Damon.

Lo so.

E mi spaventa un pochino. Il fatto è che mi piace che questa cosa che sta succedendo fra di noi, resti appunto fra di noi. Non sono pronta a condividerlo con nessuno.

<<Nervosa?>>, chiede Damon osservandomi per un attimo prima di riportare l'attenzione sulla strada.

Annuisco. <<Un pochino>>, ammetto. Siamo soli. Micah ha preferito prendere la sua macchina perché più tardi ha un appuntamento bollente. Parole sue.

Appoggia una mano nella mia coscia lasciata scoperta dalla gonna e la stringe dolcemente. <<Comportiamoci normalmente e vedrai che andrà bene>>.

Alzo un sopracciglio. <<Normalmente?>>, chiedo.

Sorride divertito. <<Già, litigheremo per tutto e poi quando torneremo a casa, faremo del pazzesco sesso riparatore e bollente>>.

Arrossisco fino alla punta dei capelli. <<Damon!>>, lo rimprovero con poca convinzione. L'idea che mi ha messo in testa mi piace. E mi eccita. Lui lo sa benissimo perché solleva di più la mano e si infila sotto l'orlo del mio vestito.

<<Che c'è?>>, chiede fingendosi innocente. <<Non ho forse ragione?>>

Blocco la sua mano, prima che si infili esattamente dove la voglio disperatamente. L'idea di entrare in casa dei miei con l'espressione e il rossore nelle guance di una che ci ha appena dato dentro con il ragazzo che credono detesti con tutto il cuore, è una pessima idea.

<<Audrey?>>, mi chiama Damon.

Lo guardo. <<Che c'è?>>

Il suo sorrisetto sfrontato si allarga. <<Ci stai pensando vero?>>.

Beccata. Stavo proprio immaginando quello che ci aspetta dopo cena. Lo voglio disperatamente. E il tocco bollente della sua mano sulla mia pelle non aiuta.

Damon mette la freccia a destra e accosta sul ciglio della strada in uno spazio creato apposta per le emergenze. <<Che cosa fai?>>, chiedo mezza eccitata e mezza preoccupata.

Sorride malizioso. <<Ti bacio>>, dice e fa esattamente questo. Si sporge sopra il cambio, mi afferra per la nuca con la mano libera e mi bacia disperatamente. La sua lingua stuzzica la mia e mi apre le labbra, chiedendomi di più.

Lo accontento con un gemito e gli tiro i capelli, facendolo ringhiare. La sua mano ancora sulla mia coscia sale e si infila sotto l'orlo delle mie mutandine, trovandomi fradicia. <<Cazzo>>, ansima contro la mia bocca.

Infila un dito dentro di me e mi inarco contro di lui, chiedendo di più. Mi mordicchia il labbro inferiore, tira e poi succhia via il dolore. Mi stuzzica con le dita e con la bocca portandomi in paradiso e quando vengo, mi sciolgo fra le sue braccia. Damon bacia via i miei gemiti e mi sostiene quando crollo in mille pezzettini.

<<Bellissima>>, sussurra contro la mia bocca. Mi risistema e quando faccio per allungare una mano e ricambiare il favore, qualcuno bussa sul finestrino appannato.

<<Oh, merda>>, sbotta Damon

Un agente sta puntando una torcia dentro l'abitacolo e ci guarda con aria severa. <<Abbassi il finestrino, signore>>, ordina con fare autoritario.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora